Manifestazione contro il comizio di Forza nuova
La polizia carica gli antifascisti a Bologna
Il sindaco Merola (PD) attacca i centri sociali: “Squadristi anche voi”
Dal nostro corrispondente dell’Emilia-Romagna
Come si è sparsa la voce che era stato autorizzato il comizio indetto dalla Lista “Italia agli italiani”, formata da Forza Nuova e Fiamma Tricolore e che vedeva come oratore il segretario di Forza Nuova Roberto Fiore, che appena una settimana prima si era recato assieme ad un pugno di squadristi a Macerata per esprimere solidarietà all’autore della tentata strage di migranti, il mondo antifascista bolognese si è subito mobilitato per tentare di impedire quello che ancora una volta le istituzioni borghesi, siano esse politiche o di polizia, avevano ancora una volta autorizzato dando fiato alle trombe razziste di chi vuol sviare sull’immigrazione le cause delle diseguaglianze e dei problemi sociali che invece ricadono completamente sul capitalismo e sul suo inumano sistema di sfruttamento e oppressione, che colpisce le masse lavoratrici e popolari italiane quanto quelle migranti.
Il comizio del caporione nazi-fascista Fiore era stato autorizzato da Prefettura e Questura per venerdì 16 febbraio alle 19,30 in Piazza Galvani, per le 18,30 era invece convocato un presidio antifascista indetto dai collettivi e dai movimenti bolognesi all'incrocio tra piazza Maggiore e via dell'Archiginnasio, mentre un altro presidio istituzionale, comprendente l’Anpi, il PD, i sindacati confederali, l’Arci si sarebbe riunito in Piazza Nettuno alle 17,30.
Questa sarebbe stata solo la “punta dell’iceberg” di una giornata antifascista iniziata già nella mattinata quando alcune decine di antifascisti hanno fatto irruzione durante il Consiglio comunale "per ribadire che tutti i partiti e tutti i consiglieri, a cominciare dal partito di governo PD, sono complici del fascismo". Qui alcuni vigili urbani hanno cercato di interrompere la contestazione e ne è nato un piccolo parapiglia dove gli stessi agenti avrebbero riportato “fantomatiche” ferite, alcune consigliere comunali di maggioranza hanno risposto intonando “Bella ciao” contro i contestatori, cercando ancora una volta di mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti, peccato che non escano fuori dai palazzi del potere borghese per cantare “Bella ciao” contro i fascisti veri, quelli che proprio loro coprono e autorizzano a scorazzare impunemente per le città!
Non era finita qui perché alle 13 un centinaio di antifascisti ha occupato Piazza Galvani, proprio quella che dopo 7 ore avrebbe dovuto ospitare il comizio nazi-fascista, cogliendo di sorpresa le “forze dell’ordine” che non si aspettavano affatto che la mobilitazione iniziasse così presto.
Seguendo il solito copione hanno prontamente risposto al pacifico presidio a suon di manganellate respingendo gli antifascisti in via Farini da dove si è formato un corteo che ha percorso via Castiglione, piazza di porta Ravegnana e via Rizzoli per raggiungere intorno alle 15,30 piazza Maggiore, e mantenendo per 4 ore il presidio tra interventi, cori e fumogeni.
Da lì, dopo che si sono uniti centinaia, migliaia di antifascisti, è partito un corteo lungo via Rizzoli, via Castiglione, piazza Santo Stefano e via Farini dove, arrivati a poca distanza da piazza Galvani sono stati brutalmente respinti dal getto degli idranti e dai lacrimogeni delle forze di polizia, che hanno caricato più volte per impedire l’accesso alla piazza concessa ai nazi-fascisti, il cui ingresso era sbarrato da grandi grate metalliche, montate anche sulle camionette della polizia.
Gli antifascisti non si sono fatti intimorire, hanno fronteggiato le “forze dell’ordine” per poi ripartire in corteo lungo via Farini, via Castiglione, Strada Maggiore, piazza Aldrovandi, via San Vitale fino al Sacrario dei partigiani in Piazza Nettuno.
Uno dei collettivi presenti ha poi commentato “L'immagine di una via Rizzoli gremita di antifasciste/i resterà indelebile nella mente di tanti e tante. Migliaia di volti lasciavano intendere ancora una volta un'idea chiara e semplice: i fascisti non possono parlare, né a Bologna né altrove, né in campagna elettorale né mai. Bologna è antifascista”.
Lungo il determinato corteo sono state denunce le connivenze e le responsabilità dell’amministrazione comunale e delle forze di polizia, nonché del PD che guida la città e che anche a livello nazionale ha grosse responsabilità sul rinascere del neofascismo nel nostro paese.
Tra gli slogan lanciati anche "Fiducia nello Stato non ne abbiamo, l'antifascismo è nostro e non lo deleghiamo”.
La grande mobilitazione antifascista, alla quale va il pieno appoggio del PMLI, è stata invece criminalizzata dalle istituzioni borghesi.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Virgino Merola che aveva semplicemente proposto di spostare la manifestazione di Forza Nuova in un contesto più periferico, rendendo solo il problema meno evidente.
Fatto sta che i fascisti hanno potuto dispiegare tutto il loro armamentario del ventennio, addirittura avvicinandosi alle grate metalliche per fare saluti romani quando la polizia ha aperto gli idranti contro gli antifascisti, mentre lo stesso Merola ha poi commentato che "poteva andare peggio. Credo che non ci siano stati affatto vincitori e vinti. Credo che abbia vinto il senso democratico e - sottolineo la parola - l'ordine democratico. Questo è importante", quindi per lui, che ha partecipato ipocritamente al presidio istituzionale di Piazza Nettuno, l’ordine democratico è dare la possibilità ai fascisti di manifestare (vietato dalla Costituzione e dalle leggi Scelba e Mancino) e manganellare gli antifascisti, dando poi degli squadristi a coloro che nella mattinata avevano solo aperto uno striscione durante il Consiglio comunale, inveendo contro di loro con queste parole: “Sono squadristi con una loro ideologia, non meritano nessuna solidarietà e nessuna comprensione. Vanno puniti come meritano” (sic).
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Consiglio Gentiloni: "credo sia veramente inaccettabile che poche decine di persone, usando come alibi l'antifascismo che è valore fondativo della nostra Costituzione colpiscano, aggrediscano, lancino bombe carta. Mi auguro che la solidarietà alle forze dell'ordine sia generale, e che nessuno si metta in testa di mostrare emulazione per quegli atti avvenuti in piazza”.
Di tono diverso i commenti di Pierluigi Bersani “Abbiamo già visto tante volte come reagire a rigurgiti fascisti, fenomeni terroristici: lo abbiamo sempre fatto andando in piazza e andandoci tutti insieme. La strada è ancora quella”, e Vasco Errani “Forza Nuova è chiaramente fascista e non ha la legittimità, per me, di essere nelle piazze e di essere nella competizione elettorale", entrambi presenti al presidio di Piazza Nettuno evidentemente alla ricerca di una “verginità” antifascista, peccato che né l’uno prima da ministro e poi da parlamentare di maggioranza e né l’altro come presidente dell’Emilia-Romagna non abbiamo mai mosso un sol dito in tal senso, quando ne avevano le possibilità.
Ancora una volta quindi i fascisti hanno potuto tranquillamente sfoderare saluti romani e cori mussoliniani, protetti dalle “forze dell’ordine” che hanno invece aggredito gli antifascisti. Un copione che si ripropone sempre più spesso ma che si sta ritorcendo contro le stesse istituzioni borghesi: da una parte un pugno di fascisti protetti dalle “forze dell’ordine” e tollerati, quando non incentivati, dalle istituzioni, dall’altra parte un movimento antifascista sempre più ampio e sempre più determinato a negare ogni spazio ai fascisti.
21 febbraio 2018