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Come risulta dal documento sulla “Strategia della sicurezza nazionale degli
Stati uniti”
Trump punta a ripristinare la leadership dell'imperialismo americano nel
mondo e prepara la guerra
Reiterato l’impegno a combattere e sconfiggere lo Stato islamico
Nel mirino Cina, Russia e Corea del Nord |
Presentato in prima persona dal presidente USA il 18 dicembre scorso presso il “Ronald Reagan Building” a Washington, il documento sulla “Strategia della sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, un libro di 68 pagine frutto di un lavoro durato 11 mesi, aggiorna e sviluppa la politica interna e estera dell’amministrazione Trump, dettando temi e priorità, prossimi e futuri, dell’imperialismo americano nel mondo. Si tratta di un documento periodico redatto dai “poteri forti” delle diverse amministrazioni, in particolare da quelli militari. Finora, la strategia della sicurezza nazionale era sempre stata elaborata e presentata dal Congresso. Trump invece ha voluto significativamente rompere la tradizione e da dittatore fascista qual è ha voluto annunciare al mondo lui stesso il documento. Rispetto al precedente, pubblicato dall’amministrazione Obama nel 2015, quello di Trump punta decisamente a ripristinare la leadership dell’imperialismo americano nel mondo e prepara la guerra. Un pericoloso salto di qualità che mette a rischio la pace mondiale.
Ripristinare la leadership perduta
Disegnare il futuro e seppellire il passato. Dalla fraseologia agli impegni, il dittatore fascista e guerrafondaio della Casa Bianca pone l’America “prima di tutto”, “America first”. Affinché il paese sia “sicuro, prospero e libero” occorre “la forza e la volontà di esercitare la leadership USA nel mondo”, una decisa e pericolosa spinta in avanti verso le guerre commerciali anticamera di quelle militari che l’imperialismo americano ritiene ormai non più procrastinabili nella lotta con le altre superpotenze per il dominio del globo. Tant’è che dalla presentazione del documento a Washington, Trump è passato dalle parole ai fatti, proponendo il 23 gennaio dazi del 30% su beni di consumo di massa provenienti dall’estero e annunciando la produzione e l’inserimento nell’arsenale militare USA delle atomiche “leggere”. Mentre il Dipartimento della Difesa guidato dal nuovo falco Jim Mattis ha illustrato e sviluppato la nuova “Strategia della sicurezza nazionale” dal punto di vista militare e dei preparativi a nuove guerre imperialiste.
“Il popolo americano – esordisce Trump nell’introduzione – mi ha eletto per rendere nuovamente grande l’America. Ho promesso che la mia amministrazione lo avrebbe fatto, mettendo al primo posto la sicurezza, gli interessi e il benessere dei nostri cittadini. Ho promesso che avremmo rivitalizzato l’economia americana, ricostruito le nostre forze armate, difeso i nostri confini, protetto la nostra sovranità e promosso i nostri valori”. Del resto “Gli Stati Uniti si trovano di fronte a un mondo straordinariamente pericoloso, pieno di una vasta gamma di minacce che si sono intensificate negli ultimi anni. Quando sono entrato in carica, i regimi canaglia stavano sviluppando armi nucleari e missili per minacciare l’intero pianeta. I gruppi terroristici dei radicali islamici stavano fiorendo e avevano preso il controllo di vaste aree del Medio Oriente. Le potenze rivali stavano minacciando in modo aggressivo gli interessi americani in tutto il mondo”. Mentre all’interno, “confini non controllati sufficientemente e leggi sull’immigrazione flebili avevano creato un senso di vulnerabilità. I cartelli della criminalità stavano portando droga e minacce per la nostra comunità”.
Altresì l’aver praticato una politica commerciale accondiscendente con le altre grandi potenze “aveva indebolito la nostra economia ed esportato i nostri posti di lavoro all’estero”, mentre una “condivisione ingiustificata degli oneri con i nostri alleati e investimenti inadeguati nella nostra difesa avevano incitato il nemico ad aggredirci”.
Così, “Quasi un anno dopo – annuncia il dittatore fascista di Washington – stiamo organizzando un corso nuovo e molto diverso. Stiamo mobilitando il mondo contro il regime canaglia in Corea del Nord e affrontando il pericolo posto dalla dittatura in Iran, che coloro che hanno perseguito un accordo nucleare perdente avevano trascurato. Abbiamo rinnovato le nostre amicizie in Medio Oriente e schiacciato i terroristi dello Stato islamico sui campi di battaglia della Siria e dell’Iraq e continueremo a perseguirli fino a quando non saranno totalmente distrutti”. Allo stesso tempo “Gli Stati Uniti non tollereranno più aggressioni economiche o pratiche commerciali sleali”, mentre “stiamo facendo investimenti storici sull’esercito degli Stati Uniti”. “La strategia di sicurezza nazionale della mia amministrazione – è la chiosa del capo della Casa Bianca – espone una visione strategica per proteggere gli americani, promuovendo la nostra prosperità, preservando la pace attraverso la forza e facendo progredire l’influenza americana nel mondo. Questa strategia di sicurezza nazionale mette l’America al primo posto”.
Quattro i concetti chiave contenuti nel documento: “protezione” dell'America, sviluppo della prosperità all’insegna del liberismo più sfrenato, preservazione della pace attraverso la forza e una nuova spinta all’influenza americana a livello globale. Così, si legge, “Rafforzeremo il controllo delle nostre frontiere e riformeremo il sistema dell’immigrazione” e “perseguiremo le minacce alla loro fonte, così che i terroristi jihadisti saranno fermati prima che raggiungano i nostri confini”; “Gli Stati Uniti devono preservare il vantaggio nella ricerca e tecnologia e proteggere la nostra economia da concorrenti che acquistano ingiustamente la nostra proprietà intellettuale”. “Preserveremo la pace attraverso la forza, ricostruendo la nostra forza militare in modo che rimanga preminente, scoraggi i nostri avversari e, se necessario, sia in grado di combattere e vincere. Competeremo con tutti gli strumenti della nostra potenza nazionale per assicurare che le regioni del mondo non siano dominate da una singola potenza”, che naturalmente non siano gli Stati Uniti. “Noi rafforzeremo le capacità dell’America dappertutto, incluso lo spazio e il cyberspazio”. Infine “faremo progredire l’influenza americana, perché un mondo che sostiene gli interessi americani e riflette i nostri valori rende l’America più sicura e prospera. Noi gareggeremo e guideremo le organizzazioni multilaterali in modo che gli interessi e i principi americani siano protetti”.
Guerra commerciale
A partire dall’economia. Secondo Trump “Dobbiamo ricostruire la nostra forza economica e ripristinare la fiducia nel modello economico americano. Nel corso dei decenni fabbriche, aziende e posti di lavoro americani si sono trasferiti all’estero. Oggi la prosperità e la sicurezza americane sono sfidate dalla concorrenza economica in un contesto strategico più ampio. Gli Stati Uniti hanno contribuito a espandere il sistema economico liberale a paesi che non condividono i nostri valori, nella speranza che questi Stati avrebbero liberalizzato le loro pratiche economiche e politiche e fornito benefici commisurati agli Stati Uniti”. Ma questo “non è avvenuto se non parzialmente”.
Ora gli USA sono “impegnati a ringiovanire l’economia americana, liberare il potenziale di tutti gli americani e ripristinare la fiducia nel nostro sistema di libero mercato” e per questo occorre “promuovere una riforma fiscale” e “ridurre il debito pubblico che ha superato la soglia di 20mila miliardi di dollari”.
Perché “Il mondo intero sa che l’America sta riemergendo forte come non mai”, perché con una “forza straordinaria” possiamo raggiungere “una straordinaria pace nel mondo”; “Una nazione senza confini, non è una nazione. Una nazione che non protegge la prosperità a casa non è una nazione che può difendere i suoi interessi nel mondo. Una nazione che non è preparata per vincere una guerra, non è una nazione capace di prevenire una guerra”. E fra “tutti gli strumenti necessari” c’è quello militare. “Finché io sono il presidente, - scrive il guerrafondaio Trump – i militari e le donne che difendono la nostra Nazione avranno l’attrezzatura, le risorse, e il finanziamento di cui hanno bisogno per garantire la nostra patria, per rispondere ai nostri nemici con rapidità e decisione, e, quando necessario di combattere, di sopraffare, e per sempre, sempre, sempre vincere”.
Ribadendo i forti investimenti in difesa, quasi 700 miliardi di dollari nel 2018, nel documento di Washington si legge che “Il nostro compito è garantire che la superiorità militare americana sopravviva”. “Per vincere in guerra la Nazione deve essere in grado di mettere in campo forze capaci di operare in scala sufficiente e per un’ampia durata. Gli Stati Uniti devono mantenere una forza pronta capace di proteggere la terra. Dobbiamo essere in grado di arrivare in un teatro di guerra in tempo per plasmare gli eventi in fretta. La forza congiunta deve essere in grado di dissuadere e sconfiggere l’intera gamma di minacce al paese. Il Dipartimento della Difesa deve sviluppare nuovi concetti e capacità operative per “vincere e dominare in cielo, mare, terra, spazio e cyberspazio”. Altresì “Gli Stati Uniti sosterranno l’organizzazione e la modernizzazione della sua forza nucleare” per “rispondere alle future minacce alla sua sicurezza nazionale”.
Massiccio riarmo
In questo quadro si inserisce la cancellazione del tetto alle spese militari, introdotto da Obama e considerato dannoso, perché secondo Trump “Riconosciamo che la debolezza è la via più sicura per il conflitto e il potere senza rivali è il mezzo più sicuro di difesa”.
La Nato resta un’alleanza indispensabile e i suoi membri sono chiamati a rafforzare il fianco orientale contro “l’aggressione russa”, e a destinare almeno il 2% del prodotto interno lordo alla spesa militare e il 20% di questa all’acquisizione di nuove armi e modernizzazione degli eserciti atti alle guerre imperialiste. E “La Nato diventerà più forte quando tutti i membri assumeranno maggiore responsabilità pagando la loro quota per proteggere i nostri interessi reciproci”.Altresì “Un’Europa forte e libera è di vitale importanza per gli Stati Uniti” . che sono “più sicuri quando l’Europa è prospera e stabile, e può contribuire a difendere i nostri interessi e ideali condivisi”.
Reiterato l’impegno a combattere e sconfiggere lo Stato islamico. “Le organizzazioni terroristiche jihadiste - sentenzia Trump – rappresentano la più pericolosa minaccia per la nazione. L’America, insieme ai nostri alleati e partner sta combattendo una lunga guerra contro questi fanatici che incarnano una visione totalitaria di un califfato islamico globale, che giustifica l’omicidio e la schiavitù, promuove la repressione, e cerca di minare il modo di vita americano. I terroristi jihadisti usano reti virtuali e fisiche per radicalizzare anche individui isolati, sfruttano le popolazioni vulnerabil. Anche dopo la sconfitta territoriale di ISIS e al-Qaida in Siria e Iraq, la minaccia dei terroristi jihadisti persisterà”. Per questo “Gli Stati Uniti lavoreranno insieme a alleati e partner contro di loro e contro altri gruppi terroristi” come “il libanese Hezbollah sostenuto dall’Iran”. Insomma “L’esercito americano e le altre agenzie operative intraprenderanno un’azione diretta contro le reti terroristiche e perseguiranno i terroristi che minacciano la patria e i cittadini statunitensi a prescindere da dove essi siano. Gli Stati Uniti sosterranno campagne di azione diretta per distruggere i terroristi e le loro fonti di supporto, rendendo più difficile per loro tramare contro di noi”. E in nome della libertà di religione “agiremo contro i santuari e impediremo la loro riemersione prima che possano minacciare la patria degli Stai Uniti”. Altresì “Lavoreremo con l’industria privata per affrontare la sfida di quei terroristi e criminali che ci attaccano con le loro reti digitali, utilizzando piattaforme sicure, interromperemo la catena di approvvigionamento finanziario, materiale e del personale”.
Si accentuano le contraddizioni interimperialiste
Cina e Russia sono descritte come potenze rivali, determinate a sfidare Washington e il suo ruolo di leader a livello internazionale. “La Cina e la Russia sfidano la potenza, l’influenza e gli interessi dell’America, tentando di erodere la sua sicurezza e prosperità. Vogliono formare un mondo antitetico ai valori e agli interessi USA. La Cina cerca di prendere il posto degli Stati Uniti nella regione del Pacifico, diffondendo il suo modello di economia a conduzione statale. La Russia cerca di riacquistare il suo status di grande potenza e stabilire sfere di influenza vicino ai suoi confini. Mira a indebolire l’influenza statunitense nel mondo e a dividerci dai nostri alleati e partner”. Entrambe “Sono determinate a rendere le economie meno libere e meno oneste; a far crescere le loro forze militari; a controllare le informazioni e i dati per reprimere le loro società ed espandere la loro influenza. Stanno sviluppando armi e capacità avanzate tali da minacciare la nostra infrastruttura critica e la nostra architettura di comando e di controllo”.
Ed ancora: “La Cina sta costruendo la forza militare più capace e meglio finanziata del mondo, dopo la nostra. Il suo arsenale nucleare cresce e si diversifica. Parte della modernizzazione militare e dell’espansione economica della Cina è dovuta al suo accesso all’economia dell’innovazione degli Stati Uniti, incluse le università americane di livello mondiale. La Russia vede la Nato e l’Unione europea come minacce. Sta investendo in nuove capacità militari, tra cui i sistemi nucleari che rimangono la più significativa minaccia all’esistenza degli Stati Uniti e in capacità informatiche destabilizzanti. Con la modernizzazione di tattiche sovversive interferisce negli affari politici interni dei paesi di tutto il mondo. La combinazione dell’ambizione russa e le sue crescenti capacità militari creano un’instabile frontiera in Eurasia, dove cresce il rischio di conflitto a causa di errori di calcolo russi”.
Cina e Russia poi “indirizzano i loro investimenti nei paesi in via di sviluppo per espandere la loro influenza e ottenere vantaggi competitivi contro gli Stati Uniti. La Cina sta investendo miliardi di dollari in infrastrutture in tutto il mondo”, anche in Africa dove sono presenti “paesi ad economia a più rapida crescita, che rappresentano i potenziali nuovi mercati di beni e servizi degli Stati Uniti”. “Anche la Russia proietta la sua influenza economicamente, attraverso il controllo dell’energia e di altre infrastrutture in tutte le parti dell’Europa e dell’Asia centrale”. Mentre “Gli Stati Uniti forniscono un’alternativa agli investimenti statali, che spesso lasciano paesi in via di sviluppo peggio di prima. Gli Stati Uniti perseguono legami economici non solo per l’accesso al mercato ma anche per creare relazioni durature per far avanzare interessi politici e di sicurezza comuni”. Con le sue invasioni di Georgia e Ucraina, “la Russia ha dimostrato la sua volontà di violare la sovranità degli Stati nella Regione, continua a intimidire i suoi vicini con un comportamento minaccioso, come l’ostentazione dell’armamento nucleare e il dispiegamento in avanti delle capacità offensive. Nell’emisfero occidentale la Cina cerca di trascinare la regione nella sua orbita di investimenti e di prestiti guidati dallo Stato”. Altresì “La Russia continua la sua fallimentare politica della Guerra Fredda rafforzando i suoi radicali alleati cubani, mentre Cuba continua a reprimere i suoi cittadini. Sia la Cina che la Russia sostengono la dittatura in Venezuela e stanno cercando di espandere i legami militari e le vendite di armi in tutta la regione. Gli Stati democratici dell’emisfero hanno un interesse comune a fronteggiare minacce alla loro sovranità. Anche se gli Stati Uniti cercano di continuare a collaborare con la Cina, la Cina sta usando incentivi economici e sanzioni, operazioni d’influenza e implicite minacce militari per persuadere gli altri Stati a prestare attenzione alla sua politica e alla sua agenda per la sicurezza. Gli investimenti infrastrutturali e le strategie commerciali della Cina rafforzano le sue aspirazioni geopolitiche. I suoi sforzi per costruire e militarizzare avamposti nel mare meridionale della Cina mettono in pericolo il libero commercio, minacciano la sovranità di altre nazioni, e minano la stabilità regionale”. La Cina ha condotto “una rapida modernizzazione militare progettata per limitare l’accesso degli Stati Uniti alla regione e dare alla Cina mano libera. La Cina presenta le sue ambizioni reciprocamente vantaggiose, ma il dominio cinese rischia di ridurre la sovranità di molti Stati dell’area dell’oceano Indiano-Pacifico. Gli Stati di tutta la regione chiedono la leadership degli Stati Uniti che dia una risposta collettiva per un ordine regionale rispettoso di sovranità e indipendenza”.
La guerra allo Stato islamico e alla Corea del Nord
Nel mirino degli USA anche la Corea del Nord che da tempo solletica le smanie guerrafondaie di Trump. “La Corea del Nord è governata da una dittatura spietata senza riguardo per la dignità umana. Per più di 25 anni ha sviluppato le armi nucleari e missili balistici. Gli Stati Uniti stanno dispiegando un sistema missilistico incentrato sulla Corea del Nord e sull’Iran per difendere la nostra patria dagli attacchi missilistici. Questo sistema includerà la capacità di sconfiggere le minacce missilistiche prima del lancio”. E “Nell’Asia nord-orientale, il regime nordcoreano accelera rapidamente i suoi programmi cyber, nucleari e balistici. Il perseguimento della Corea del Nord di queste armi – che rappresenta una minaccia globale - richiede una risposta globale. Le continue provocazioni dalla Corea del Nord spingeranno gli Stati vicini e gli Stati Uniti a rafforzare la sicurezza e ad adottare ulteriori misure per proteggersi. E una Corea del Nord armata del nucleare potrebbe portare alla proliferazione delle armi più distruttive del mondo nella regione Indo-Pacifico e oltre”.
E proprio in quest’area “l’alleanza e l’amicizia con la Corea del Sud, forgiata dalle prove della storia, è più forte che mai”, come quella col Giappone, mentre Australia e Nuova Zelanda restano partner “essenziali degli Stati Uniti, che contribuiscono alla pace e alla sicurezza in tutta la regione”. Salutato “l’emergere dell’India come potenza leader a livello mondiale e forte partner strategico” il documento ribadisce “la centralità” nella zona dell’Asean e dell’Apec, le associazioni del Sudest asiatico e del pacifico a cui Washington ha sempre guardato con occhio di riguardo, e critica il Pakistan per non avere fatto abbastanza per contenere e contrastare l’integralismo islamico.
Quanto al Medio Oriente, e ai conflitti che lo segnano, ultimo in ordine di tempo quello su Gerusalemme, secondo Trump “per generazioni il conflitto tra Israele e i palestinesi è stato visto come la causa principale della mancanza di pace e prosperità nella Regione” ma oggi “il diffondersi del terrorismo jihadista e delle sue organizzazioni e l’aggressività dell’Iran dimostrano che Israele non è la causa dei problemi regionali. Gli Stati Uniti condividono gli stessi interessi di Israele in questo comune teatro”. La dichiarazione su Gerusalemme capitale unica e indivisibile di Israele non è dunque una scelta tattica, ma la ricaduta inevitabile di questa visione strategica imperialista.
21 febbraio 2018