In programma la spesa di 400 miliardi
Anche l'imperialismo russo si riarma per la guerra
Se l'imperialismo americano sotto l'impulso dell'amministrazione Trump ha rilanciato la corsa agli armamenti convenzionali e nucleari, non è da meno il concorrente imperialismo russo con Putin che è tornato a essere protagonista nella guerra in Siria e nelle crisi regionali in Medio oriente, Nordafrica e in Europa e ha bisogno di un apparato bellico adeguato alle nuove esigenze. Anche il Cremlino si riarma per la guerra.
Altro non è il progetto alla base del nuovo programma statale della Difesa per il periodo 2018-2027 varato da Putin alla fine dello scorso gennaio, con un badget di 400 miliardi destinato ai programmi militari fra i quali la progettazione dei nuovi sistemi d'arma, cacciabombardieri e sottomarini.
Lo scorso novembre nel presentare la bozza del disegno di legge sul bilancio della Difesa, il capo del Consiglio della Difesa e Sicurezza della Russia del Consiglio della Federazione (Camera alta) Viktor Bondarev aveva sottolineato che le disposizioni di spesa nel nuovo programma miravano soprattutto a “compensare il ritardo degli anni precedenti” e “creare una base economica per sviluppare con successo aree prioritarie” sui nuovi progetti.
Così il vice ministro della Difesa Yuri Borisov poteva sostenere che “dal 2025-2026 avremo nuovi tipi di armi che porteranno grandi cambiamenti strategici e tattici”, riferendosi al sistema missilistico strategico Sarmat e al missile ipersonico Zircone, all'ammodernamento degli aerei già sperimentati in Siria come i bombardieri Tu-95 e Tu-22M3, al sottomarino a propulsione nucleare Borey-B e a una nuova portaerei.
In attesa di testare i nuovi mezzi le forze armate dell'imperialismo russo potranno utilizzare il nuovo bombardiere strategico Tupolev Tu-160 M2, in grado di portare missili nucleari, che ha effettuato il volo inaugurale all'inizio di febbraio e andare in produzione nel 2020. Mentre già a fine 2019 entreranno in servizio almeno 12 caccia Sukhoi Su-57 di Quinta Generazione in seguito al contratto di acquisto che sarà firmato a breve dal ministero della Difesa.
28 febbraio 2018