Firma l'appello contro l'“anagrafe anticomunista”
Qui di seguito il testo integrale dell'importante e meritorio Appello contro l'“anagrafe anticomunista” promosso dalla Segreteria nazionale del PCI.
Il PMLI e “Il Bolscevico” l'hanno immediatamente sottoscritto.
Le lettrici, e i lettori dell'Organo del PMLI che vogliono sottoscrivere l'Appello possono farlo scrivendo a
noanticomunismo@libero.it.
L'appello provocatorio anticomunista è stato promosso dal quotidiano fascista romano “Il Tempo” diretto da Gian Marco Chiocci.
L'“anagrafe anticomunista” è stata presentata, motivata e sostenuta, con un articolo del 15 febbraio dal titolo “Aderite all'anagrafe anticomunista. Ecco la nostra risposta alla farsa antifascista”, del noto anticomunista viscerale e fascista doc Marcello Veneziani.
È grave e sconcertante l’iniziativa lanciata dal quotidiano Il Tempo che, contrapponendosi di fatto al risveglio di una vera, forte e non meramente retorica coscienza antifascista nel nostro Paese, propone oggi una “anagrafe anticomunista” con l’intento dichiarato di mettere al bando il comunismo. Non è una novità: già in altri Paesi si sono verificate iniziative simili che, in taluni casi, hanno persino portato alla messa fuori legge dei comunisti e delle loro organizzazioni, come nel caso dell’Ucraina.
Respingiamo nettamente questo tentativo, pregno di un’ideologia che, attraverso l’equiparazione di fascismo e comunismo, punta in realtà a colpire esclusivamente quest’ultimo, a negarne e mistificarne la storia. Che l’avvento del protagonismo delle classi lavoratrici e dei popoli oppressi nella storia abbia rappresentato un passo decisivo per l’avanzata generale dei diritti, delle libertà e del progresso sociale è un fatto inconfutabile e storicamente oggettivo. Dalle conquiste dei diritti del lavoro, alla lotta e alla vittoria contro il nazifascismo, passando per la liberazione dei popoli dal colonialismo, per l’emancipazione delle donne e per il protagonismo dei giovani, la storia del comunismo è inscindibilmente legata a quella della lotta per la liberazione dalle catene e dall’oppressione del modello sociale capitalista.
Esempio eloquente della spinta verso un orizzonte di libertà e di liberazione è la storia peculiare dei comunisti in Italia, nel cuore della Resistenza vittoriosa contro il nazifascismo prima e nella costruzione e difesa dell’Italia democratica e repubblicana poi, di cui uno dei fondamenti più importanti è certamente la Carta costituzionale che, non a caso, porta anche la firma del comunista Umberto Terracini.
Diciamo NO all’ennesimo subdolo tentativo di equiparazione tra “totalitarismi”; rivendichiamo il ruolo imprescindibile del movimento comunista nello sviluppo e nel progresso di tutta l’umanità; difendiamo la storia del comunismo italiano e chiediamo la massima attenzione e allerta dinanzi al risorgere di sentimenti razzisti, alimentati da politiche antipopolari che spingono verso una guerra tra poveri: sentimenti e pulsioni che, assieme alle tendenze militariste e alle politiche di guerra che pure si riaffacciano in modo preoccupante, hanno sempre rappresentato un terreno fertile per il fascismo e per le organizzazioni che ad esso esplicitamente si richiamano. Sono tali organizzazioni che devono essere fermate e sciolte rispettando quanto sancito dalla Costituzione italiana, la quale nella XII disposizione transitoria e finale vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
28 febbraio 2018