Le mani dell'imperialismo europeo sull'Africa
L'Ue stanzia quasi 200 milioni per la nuova forza anti-terrorismo nel Sahel
Il 23 febbraio si è svolta a Bruxelles la Conferenza internazionale sulla sicurezza e lo sviluppo del Sahel, sotto gli auspici dell'Unione europea, delle Nazioni Unite e dell'Unione africana, con i leader europei e i capi di stato di Mauritania, Niger, Ciad, Burkina Faso e Mali. La Ue ha deciso di stanziare 50 milioni di euro in aggiunta ai 50 già investiti lo scorso anno per la costituzione della forza multinazionale formata dai cinque Paesi della regione allo scopo di combattere il “terrorismo”.
L'Ue complessivamente ha stanziato quasi 200 milioni di euro a favore della forza del G5 Sahel, altrettanti sono stati messi a disposizione da diversi paesi tra i quali Arabia saudita ed Emirati Arabi, con complessivi 130 milioni, e gli Stati uniti con 60 milioni. Una cifra che in totale coprirà la richiesta del presidente nigerino e presidente di turno del G5 Sahel, Mahamadou Issoufou, che aveva stimato in 423 milioni di euro i soldi necessari per il primo anno di attività della forza multinazionale e in 115 milioni il fabbisogno per gli anni successivi.
L'imperialismo europeo vuole tenere le mani nell'Africa, sotto la spinta in particolare di Francia e Italia. Alla vigilia della conferenza di Bruxelles e con l'Italia in piena campagna elettorale era toccato al presidente francese Emmanuel Macron spingere i partner a decidere di stanziare altri soldi per dare il pieno avvio alla formazione del G5 Sahel. E in tempi rapidissimi. “Il nostro obiettivo è di avere la forza congiunta operativa già a marzo, quindi la prossima settimana” sottolineava l'Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, l'italiana Federica Mogherini. Entro giugno nel Sahel arriveranno anche i 270 soldati italiani che faranno base in Niger, all’aeroporto di Niamej, col compito ufficiale di addestramento delle forze di sicurezza nigerine. Si agiungeranno ai soldati dei paesi imperialisti già presenti, Francia, Usa e Germania, che addestrano gli eserciti locali ma partecipano anche alla guerra contro le formazioni islamiche attive nella regione.
Una regione cui l'imperialismo europeo guarda cona attenzione perché, come alla conferenza di Bruxelles ha spiegato il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, un quinto della popolazione è a rischio fame e cinque milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case per i conflitti in corso. L'intervento della Ue, ha sostenuto Junker, deve occuparsi di sicurezza e sviluppo; per quanto riguarda gli aiuti allo sviluppo dei cinque paesi il contributo europeo è di 8 miliardi di euro di aiuti nel periodo 2014-2020. Palese la differenza di quanto stanziato a favore dell'intervento militare che assomma a quasi 200 milioni solo per far partire la forza congiunta del G5 Sahel. Cui ha garantito supporto operativo e logistico speciale anche l'Onu tramite la missione MINUSMA già operativa nell'area.
7 marzo 2018