Il nuovo modo di governare della giunta M5S
Appendino ripulisce Torino dai senzatetto
Come faceva Mussolini con i mendicanti
Lungi dall'essere una vera alternativa al malaffare e alla gestione repressiva delle città da parte dei partiti tradizionali di regime, il Movimento 5 Stelle non perde occasione di confermarsi come un partito totalmente omologato al sistema. Dopo Roma di Virginia Raggi, con i violenti sgomberi dei profughi avvenuti in estate, un nuovo caso lampante è quello di Chiara Appendino, sindaca di Torino, che sta facendo di tutto per non essere seconda alle peggiori amministrazioni piddine, leghiste e di destra nella repressione dei senzatetto e dei poveri dietro il pretesto del “decoro urbano”, grazie anche ai nuovi strumenti messi a disposizione dalla legge Minniti-Orlando.
Da settimane è infatti in atto a Torino il “servizio decoro”: tutti i giorni, di buon mattino, i mezzi di Amiat, azienda municipale per la raccolta dei rifiuti, attraversano le vie del centro scortate dalla polizia. Gli agenti intimano ai senzatetto, che passano le gelide notti d'inverno all'addiaccio, di raccogliere le proprie cose e andarsene. Chi si rifiuta si vede derubato (questo è il termine giusto!) dei propri pochi averi, solitamente coperte e cartoni, dai dipendenti di Amiat, che li buttano via.
È chiarissimo l'intento repressivo e neofascista di questa operazione, perfettamente in linea con l'idea borghese della città splendente in centro e fatiscente in periferia, nascondendo la polvere delle gravi diseguaglianze sociali sotto il tappeto del “decoro”. Ma oltre al danno c'è la beffa. Molte di quelle stesse coperte buttate via sono donate da volontari o enti del Comune. Tra l'altro l'amministrazione si difende dietro presunte richieste di commercianti e cittadini esasperati dai “portici dormitorio” (come se questo bastasse per ignorare il problema dei senzatetto), ma i giornali riportano casi di torinesi che aiutano i senzatetto a salvare le loro coperte.
Il tutto nasce dopo la morte per freddo e denutrizione di Mohamed Hamed, 43 anni, proveniente dal Ciad, in un capannone del parco della Pellegrina. Allora Appendino aveva dichiarato che “l'emergenza povertà è fatta di uomini e donne che hanno bisogno di aiuto”, ma il suo “aiuto” è sgomberare le strade con la forza e derubare i senzatetto. Tanto che l'assessora al welfare, Sonia Schellino, ha perfino preso le distanze da queste misure.
A Torino e provincia ben 294mila persone sono in condizione di povertà assoluta. Il Banco alimentare assiste 115mila aventi necessità, con età media in calo. Il numero dei senzatetto si aggira sui 3mila. Si tratta quindi di una gravissima emergenza sociale, davanti alla quale la giunta M5S ha deciso non di dare una risposta politica ma di mettere in campo il suo apparato repressivo. Che corrisponde ad un preciso modello borghese di sviluppo urbano, con il centro tirato a lucido e pieno di negozi costosi e locali costosi ad uso e consumo della borghesia, e le periferie lasciate a se stesse e ai poveri. A Torino era il modello di Fassino: altro che discontinuità! E, più a fondo, è un'idea che fu propria di Mussolini, che sguinzagliava le squadracce fasciste e la polizia del regime a ripulire le città dai mendicanti per dare un'idea di ordine e disciplina.
14 marzo 2018