A migliaia le donne a Firenze celebrano l'8 Marzo in corteo
Presenti tanti giovani e meno giovani, le lavoratrici dell'aeroporto di Firenze e delle cooperative dei servizi. La delegazione del PMLI, diretta da Caterina Scartoni, tiene alta la bandiera dell'emancipazione della donna e del socialismo. Il pugno alzato e combattivo della donna nel manifesto del PMLI incita grinta e combattività. Una donna ha detto: “Il vostro cartello è il più bello e il più significativo”. Un anziano sempre presente alle manifestazioni ci ha chiesto: “Noi vecchi, ex militanti del PCI cosa possiamo fare ancora?”
Redazione di Firenze
Giovedì 8 Marzo a migliaia le donne di Firenze hanno risposto all'appello dello sciopero globale delle donne contro la violenza maschile e di genere proclamato dal movimento Ni una menos
argentino e rilanciato da Non una di meno (NUDM) in Italia. Già dalla mattina le studentesse fiorentine hanno organizzato alcuni picchetti davanti alle loro scuole come quelle dell'Istituto Capponi nel quartiere storico di San Frediano.
Il ritrovo per il corteo cittadino era in Piazza SS. Annunziata che dalle 15 del pomeriggio ha accolto via via le partecipanti e i partecipanti alla manifestazione che sarebbe partita intorno alle 18,30. Da dire che gli stand della “Festa della cioccolata” presente nella stessa piazza non hanno facilitato il concentramento. Migliaia le donne di ogni età, moltissime giovani, studentesse e dei Centri sociali. Tante ragazze con le parrucche colorate, tantissimi i cartelli contro il sessismo e il patriarcato: “La violenza è istituzionale, il sessismo ve lo facciam pagare” il cartello di alcune studentesse. Tanti cartelli contro il razzismo e il fascismo e in solidarietà con Rokhahya Mbengue la vedova del lavoratore senegalese Idy Diene assassinato a sangue freddo pochi giorni prima: “Antirazziste sempre al fianco di Rokhaya per una città solidale” e ancora “Nessuna strumentalizzazione razziale sui nostri corpi”.
Tanti i giovani e meno giovani che hanno voluto celebrare la Giornata internazionale delle donne al fianco alle proprie compagne, figlie e amiche condividendo insieme a loro la condanna della violenza maschile e di genere sulle donne. Presenti le lavoratrici dell'aeroporto di Firenze con lo striscione, alcune lavoratrici di Prato, tante studentesse straniere, c'erano le donne del comitato “Mamme contro l'inceneritore” della piana di Sesto Fiorentino, le lavoratrici delle cooperative dei servizi e l’USB con le bandiere.
Rispetto all'8 Marzo 2017 però la partecipazione è stata minore, soprattutto pesava la scarsa partecipazione delle operaie e delle lavoratrici, dovuta presumibilmente alla difficoltà per molte di esse di poter scioperare, esposte ai ricatti padronali non sentendosi “coperte” sindacalmente poiché anche quest'anno le direzioni dei sindacati confederali, soprattutto della CGIL e della FIOM, non hanno risposto alla richiesta di NUDM di proclamare lo sciopero generale. Cosa che è stata accolta invece dai “sindacati di base” come USB e Cobas.
Un corteo comunque colorato, chiassoso e combattivo che nel suo picco massimo ha visto la presenza di 5.000-6.000 manifestanti, aperto dallo striscione di “Non una di meno - Firenze” e seguito da quello “Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano” ha attraversato il centro di Firenze passando davanti alla prefettura, piazza Duomo, attraversando piazza Repubblica non curante e per niente intimorito dall'enorme schieramento di polizia in assetto antisommossa che con le camionette “blindava” le strade limitrofe.
La delegazione del PMLI guidata dalla compagna Caterina Scartoni, dopo una prima ricognizione, non lasciandosi intimorire dal divieto vero o falso di esporre simboli di Partito che circolava al concentramento e forte del fatto che il PMLI tramite il Comitato provinciale di Firenze aveva aderito ufficialmente alla manifestazione parecchi giorni prima, si è organizzata, e le compagne e i compagni con addosso i corpetti e la mimosa ben in vista hanno cominciato a diffondere il volantino estratto dell’Editoriale di Monica Martenghi, Responsabile della Commissione donne del CC del PMLI: “Viva l’8 Marzo giornata internazionale delle donne. L’emancipazione della donna non passa dal parlamento ma dalla rivoluzione proletaria”. Dopo poco è stato issato lo splendido cartello con il manifesto del PMLI con la stessa parola d’ordine su ambe due i lati. È stato un successone, la piazza finalmente ha acquisito più vitalità e combattività, il pugno alzato e battagliero della donna nel manifesto ha stimolato la grinta in molti, la falce e il martello riconosciuti come un simbolo importante. Molti fotografi presenti hanno rivolto gli obiettivi verso la nostra bellissima coreografia, e il nostro amato Partito ha attratto l'attenzione partecipe di molti partecipanti.
Gioia immensa quando alcune ragazze hanno chiesto “si può avere il manifesto?” ritenuto “bellissimo” e molto soddisfatte di sapere che lo potevano scaricare dal sito del Partito. Un gruppo di ragazze ha scattare una foto in posa assieme alle compagne del PMLI. Un uomo non più giovane, si è dichiarato fotografo dei giornali ma ora in pensione e prendendo il volantino ha detto che avrebbe mandato le foto al nostro Partito, poi rivolgendosi a una compagna con le lacrime agli occhi e parlando a cuore aperto le ha chiesto “noi vecchi, ex militanti del PCI, cosa dovremmo fare?” “cosa possiamo fare ancora? Ho assistito impotente e sgomento a questa battaglia elettorale”. La compagna lo ha rassicurato dicendogli che non esiste età per approfondire la conoscenza della linea politica e strategica del PMLI che è l'unico Partito che tiene fermi i valori del socialismo e del potere al proletariato, consegnandoli una copia del volantino riportante gli estratti dell'editoriale sui risultati elettorali e invitandolo a mettersi in contatto con il PMLI. Una manifestante lungo il corteo si è avvicinata con la macchina fotografica dicendo alle compagne “scusate ma questo cartello lo devo fotografare perché ho fatto tutta la manifestazione e il vostro è il più bello e significativo!”.
La delegazione si è posizionata senza problemi in mezzo al corteo, con bandiere, cartello, fischietti e lanciando slogan come “Sciopero, sciopero, sciopero globale, violenza sulle donne, vogliamo fermare”, “L’8 Marzo, lo celebriamo, nelle piazze che occupiamo”, “No violenza no sfruttamento donne in piazza per il cambiamento”, “No sessismo no fascismo no razzismo lottiamo unite contro il capitalismo” le compagne e i compagni del PMLI hanno animato in maniera militante e marxista-leninista lo spezzone di corteo. Le parole d’ordine del Partito sono state riprese più volte e alcune rilanciate dai megafoni di altri spezzoni. D'esempio la simpatizzante compagna Elisa che pur di dare man forte alle compagne, dopo una giornata massacrante di lavoro, ha raggiunto la delegazione del Partito lungo il percorso. Importante anche la presenza maschile del generoso e infaticabile compagno Andrea Panari, oltre che per la sua esperienza accumulata negli anni durante le manifestazioni e come diffusore, grazie a lui il cartello è stato innalzato per tutto il percorso della manifestazione. I volantini con l'editoriale sull'8 Marzo, stampati a centinaia sono stati esauriti e richiesti anche durante il corteo, compresi quelli delle parole d'ordine. Le lupe trotzkiste, riformiste e femministe, hanno ululato invano contro la presenza del Partito.
Purtroppo solo le compagne e i compagni del PMLI avevano indosso il fiore simbolo politico della Giornata internazionale delle donne, la esponevano fieri in ben evidenza, attaccata al petto o fra i capelli. La mimosa è stata molto richiesta, dalle ragazze ma anche dagli uomini, alcune compagne avevano portato con sé il mazzolino regalato nell'occasione dalla propria Istanza d'appartenenza, e così hanno volentieri e con gioia offerto dei rametti di quella mimosa alle ragazze che la chiedevano che poi si sono fatte fotografare orgogliose insieme alle compagne del PMLI. La mimosa, questo simbolo importante scelto nel dopoguerra dalle masse femminili italiane e che il PMLI ha sempre portato nelle piazze, e che oggi le femministe e Non una di meno vorrebbero sostituire con le parrucche colorate, deve continuare ad essere il simbolo dell'8 Marzo. Per questo, da parte delle compagne di Firenze del PMLI, vi è l'impegno nelle prossime manifestazioni per l'8 Marzo di portare in piazza la mimosa in quantità maggiore per distribuirla, perché essa è e sarà sempre il fiore simbolo delle lotte delle masse femminili italiane.
La manifestazione è proseguita sfiorando il ponte Vespucci luogo dell'assassinio razzista a sangue freddo di Idy Diene. Lì si sono levati i cori “via i fascisti da Firenze”, poi è ripartita alla volta di piazza S. Spirito dove si è conclusa.
Finalmente l’8 Marzo è tornato a essere celebrato nelle piazze, così come in origine fu concepito dalla Conferenza internazionale delle donne comuniste, ed era importante che il PMLI anche a Firenze facesse il massimo per far arrivare la sua voce a quante più giovanissime, ragazze e donne con l’auspicio che molte di esse vorranno approfondire la conoscenza del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e unirsi al PMLI nella lotta contro il capitalismo, consapevoli che l’emancipazione delle donne non passa né dall'elettoralismo né dal parlamentarismo né tanto meno dal riformismo, ma dalla rivoluzione proletaria per conquistare il socialismo e il potere politico da parte del proletariato!
14 marzo 2018