45,6% al Senato e 40,8% alla Camera
A Napoli l'astensionismo è ancora il primo “partito”
Tutti i partiti del regime neofascista escono con le ossa rotte. Il M5S non raggiunge il 30% sul corpo elettorale. Crollo del PD renziano relegato a meno del 10%. LeU e Potere al Popolo non drenano l'astensionismo. Le liste fasciste dissolte
Redazione di Napoli
Le elezioni politiche del 4 marzo a Napoli hanno visto ancora una volta la netta affermazione dell’astensionismo elettorale che è risultato il primo “partito” grazie anche al supporto delle sempre più abbandonate periferie e quartieri popolari partenopei. Le sirene antiastensioniste che riecheggiavano in tutte le assemblee convocate dai principali partiti del regime neofascista, Movimento 5 Stelle in testa, non hanno convinto migliaia di napoletani che hanno deciso, ancora una volta, di punire severamente tutto l’apparato elettoralista.
Al Senato su 670.356 elettori ed elettrici hanno votato soltanto in 382.455 di cui 7.043 hanno annullato la scheda e 1.974 l'hanno lasciata in bianco. Un esercito di ben 305.935 astensionisti, pari al 45,6%, ha ritenuto di non dare alcuna fiducia ai diversi partiti o coalizioni, anche di nuova genesi. Il M5S che aveva superato in alcune parti della provincia napoletana il 30%, qui si deve attestare al 29% del corpo elettorale (194.887 voti), mentre forti sono le disfatte di Forza Italia (9,9%, 66.402 voti) e del PD del nuovo duce Renzi (8,5% pari a 56.997 preferenze). La coalizione di fuoriusciti dal PD e guidati dal magistrato anticomunista Grasso ha subìto una batosta con numeri inferiori persino al livello nazionale: solo il 2% pari a 13.609 votanti. La Lega fascista, razzista e xenofoba, foraggiata dagli ex MSI guidati dal fascista Cantalamessa, figlio del noto mazziere anni '70, riusciva a prendere un 1,6% (10.775 voti).
Alla Camera il crollo sembrava essere più contenuto per i politicanti di regime, ma comunque 4 napoletani su 10 non davano fiducia a nessuna lista presentata per accedere al parlamento nero. Su 746.750 elettori, ben 304.851 (pari al 40,8%) si astenevano, disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco. Neanche in questo caso il Movimento 5 Stelle del piccolo duce Di Maio riusciva a superare la soglia del 30% sul corpo elettorale (223.455 votanti pari al 29,9%), mentre FI (69.943, 9,4%) e PD (62.528, 8,4%) erano ben lontani dalle vecchie soglie percentuali. LeU prendeva appena 13.637 voti (1,8%), la Lega 11.028 (1,5%) e la lista della Bonino (+Europa) sponsorizzata da Tabacci si attestava al’1% (7.789 voti).
Potere al Popolo (PaP) ha ammesso che “la prima cosa che emerge dall’analisi del voto è che a Napoli si conferma un tasso di astensione notevole rispetto alla media del Paese. (…) In sostanza, negli ultimi dieci anni, 4 napoletani su dieci aventi diritto non vanno mai a votare. Ci pare che questo dato – in assenza di piazze piene, di altri segnali di impegno politico o di partecipazione alla vita sociale –, denoti per lo più distacco, ostilità, profonda rassegnazione. Non si crede che la propria condizione possa, in alcun caso, cambiare, nemmeno attraverso il gesto più elementare che è il voto, non si identifica la politica come uno strumento di partecipazione o di trasformazione dell’esistente”. Chiaramente secondo noi non è vero che lo “zoccolo duro” dell’astensionismo non si riversa in piazza. PaP puntava a superare la soglia del 3% ma non è stato così sia a livello nazionale che a Napoli dove – come denunciato tempestivamente dal comunicato stampa della Cellula “Vesuvio Rosso” il 5 marzo – ha preso (sul corpo elettorale) alla Camera l’1,6% (12.227 voti) e al Senato l’1,5% (9.898 voti), confermando che non la strada elettoralistica, ma la piazza e la lotta di classe sono la suprema via per abbattere il regime capitalista e i suoi lacchè. Miserrima la figura del PC di Rizzo che non è riuscito neanche a candidarsi a Napoli rimanendo al palo fin dalla raccolta firme, ma già da tempo assente nello scenario partenopeo.
Le liste dichiaratamente fasciste si sono dissolte come neve al sole: “praticamente azzerate tutte le liste che si rifanno alla teppaglia nazista e fascista (FN, Casapound ma anche Fratelli d’Italia) – ribadisce il comunicato dei marxisti-leninisti partenopei - che raccolgono tutte assieme poche decine di migliaia di voti, a conferma di Napoli come uno degli zoccoli duri dell’antifascismo militante”.
28 marzo 2018