Sarkozy accusato di aver ricevuto illegalmente 50 milioni di dollari per la campagna elettorale
L'ex presidente francese ha poi bombardato e distrutto la Libia per coprire il finanziamento
Nel dicembre 2007 l'allora presidente francese Nicolas Sarkozy riceveva con tutti gli onori all'Eliseo il collega libico Moammar Gheddafi; poco più di quattro anni dopo Sarkozy sarà fra i più decisi leader imperialisti a bombardare la Libia e a far fuori il dittatore Gheddafi. Due avvenimenti forse legati fra loro come si potrebbe evincere dal recente fermo dell'ex presidente e dall'inchiesta dei giudici francesi che lo accusano di avere ricevuto illegalmente finanziamenti fino a 50 milioni di dollari per la vincente campagna elettorale presidenziale del 2007.
Il 20 marzo quello che è stato il ventitreesimo presidente della Repubblica francese, dal 16 maggio 2007 al 15 maggio 2012, Sarkozy era posto in stato di fermo e interrogato dai giudici ma l’inchiesta è aperta da tempo, dal 2013 e chiama in causa l'ex presidente anche per lo sforamento del tetto massimo dei finanziamenti nella campagna elettorale perdente del 2012. Le indagini sui flussi finanziari da Tripoli a Parigi partirono dopo la pubblicazione sul sito Mediapart di un documento libico che parlava dei finanziamenti all'allora amico francese confermati dall'interrogatorio di funzionari libici del regime di Gheddafi, fra i quali un parente del dittatore che ha testimoniato di aver personalmente supervisionato il passaggio di 5 milioni di euro in favore della campagna di Sarkozy.
I giornalisti del sito Mediapart tiravano in ballo un trafficante di nazionalità franco-libanese, Ziad Takieddine, che “a partire dal 2002 è diventato un consigliere occulto e un finanziere nell’ombra e al centro del sarkozismo, dalla conquista del potere fino a oggi”. Decine di documenti messi in rete dal sito di inchiesta documentano il lavoro del trafficante e i suoi rapporti sempre più stretti con Sarkozy tramite Claude Guéant, suo braccio destro e in seguito all'inchiesta incriminato per “riciclaggio e frode fiscale”. E nell 2016 Takieddine, intervistato dai giornalisti di Mediapart, dichiarò di avere trasportato 5 milioni di euro per finanziare la campagna elettorale delle presidenziali dell'allora leader dei repubblicani Sarkozy.
Già nel 2011 Saif Gheddafi, il figlio dell’ex dittatore, aveva parlato dei finanziamenti e denunciato che “Sarkozy deve restituire i soldi che ha accettato dalla Libia per finanziare la sua campagna elettorale. Abbiamo le prove”. Sarkozy aveva risposto che si trattava di una vendetta per il suo ruolo di primo piano nell'aggessione alla Libia che scattava il 19 marzo del 2011, al termine del vertice a Parigi di quella coalizione imperialista formata da Onu, Ue, Usa e Paesi arabi che puntava a far fuori Gheddafi. E sotto le bombe dell'operazione “Odissey Dawn” Sarkozy, oltre a fare le scarpe al concorrente imperialismo italiano e prendere il suo posto come primo riferimento della Libia, pensava forse di poter seppellire anche le prove dei finanziamenti libici, dei soldi portati in Francia da intermediari libici,
La guerra del 2011 non metterà fine ai rapporti di Sarkozy con funzionari libici della dittatura, quali l'ex capo-gabinetto di Gheddafi, Bechir Saleh, arrestato dal nuovo governo libico e fatto fuggire in Tunisia dove sarà protetto dall’ambasciatore francese.
28 marzo 2018