A Napoli
Protestano gli studenti contro l'alternaza scuola-lavoro
E il Fai chiede il 7 in condotta
Continua senza sosta la lotta degli studenti contro la famigerata alternanza scuola-lavoro. A questo giro a ribellarsi contro questa forma di schiavitù legalizzata sono stati gli studenti del liceo Vittorio Emanulele II di Napoli, coinvolti dalla scuola nel progetto del FAI (Fondo Ambiente Italiano) che li ha visti coinvolti come guide per turistiche nel Museo di mineralogia della Federico II, domenica 25 marzo.
I ragazzi coinvolti che già rientravano il sabato da un viaggio di studio e che avrebbero voluto passare almeno la domenica insieme alle proprie famiglie si sono visti invece obbligati a partecipare come “volontari” alle “Giornate FAI di Primavera” programmate all'interno delle 200 ore dell'alternanza scuola-lavoro, ovviamente non retribuite né rimborsate. Questo sopruso ha fatto scattare la protesta degli studenti che costretti a presenziare alla giornata di domenica lo hanno fatto a modo loro, presentandosi sì, per svolgere il compito, ma con una misé
di loro creazione: “Alternanza scuola-sfruttamento. Questo non è formativo”. L'originale protesta ha attirato l'attenzione dei turisti presenti al museo che in molti casi hanno dato il proprio sostegno e solidarietà all'iniziativa. Dev'essere stato proprio questo legame di solidarietà che si è venuto a creare tra studenti e turisti a mandare su tutte le furie la responsabile FAI che ha minacciato gli studenti di non farli ammettere all'esame e ha chiamato insegnanti e genitori sul posto dove ne è seguita una forte discussione tra insegnanti, genitori e responsabile FAI da una parte, studenti e turisti, dall'altra a far valere le proprie ragioni. Ma questo non è stato sufficiente per l'arrogante dirigente FAI, tanto che il lunedì seguente si è presentata al liceo pretendendo che la dirigente scolastica ricorresse a misure forti contro le studentesse e gli studenti ribelli, inclusa l'applicazione del 7 in condotta a tutta la classe. Una misura che a quanto pare verrà applicata dalla dirigenza e che probabilmente condannerà gli studenti alla bocciatura e alla ripetizione dell'anno scolastico.
Da parte loro, gli studenti non intendono chinare la testa di fronte alla repressione, ma al contrario rilanciano la protesta denunciando la vergognosa ingerenza dei privati all'interno della loro scuola, una presenza che non solo cura gli interessi economici privati sfruttando gli studenti come schiavi, ma anche dettando la linea repressiva quando questi si ribellamo a questo sfruttamento.
Vengono così alla luce i risultati nefasti della “Buona scuola” voluta dall'ex premier il nuovo duce Renzi che ha consegnato l'intero comparto dell'istruzione pubblica nelle fameliche grinfie degli sfruttatori pubblici e privati, con i presidi manager nelle vesti di facenti funzioni degli interessi dei capitalisti e degli sfruttatori.
Il PMLI esprime la sua totale solidarietà alle studentesse e agli studenti colpiti dalla repressione, giudica legittima, coraggiosa e sacrosanta la loro protesta contro lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro di cui rivendica l'abolizione, e invita le masse studentesche del Liceo Vittorio Emanuele II a proseguire sulla strada della protesta con tutte le forme di lotta che riterranno necessarie, inclusa l'occupazione del liceo, per far desistere la dirigenza scolastica dal mettere in atto le misure repressive invocate dal FAI.
4 aprile 2018