Continua la mobilitazione del movimento No Muos/No Sigonella in Sicilia
Presidio davanti alla base Usa di Sigonella
Presente il PMLI con bandiere e cartelli. I compagni intervistati da Rai3 regionale e La7
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Contro il criminale attacco degli imperialisti americani, francesi e inglesi alla Siria sotto la guida del guerrafondaio Trump, il Comitato No Muos/No Sigonella ha indetto sabato 21 aprile, un nuovo presidio davanti alla base militare di Sigonella per chiedere la smilitarizzazione della Sicilia, la Naval Air Station (NAS) degli Usa.
Quella che si sta giocando in Siria è un'operazione di vitale importanza per gli imperialisti, “per colonizzare il Medio Oriente e per spartirsi il bottino; in questa operazione è compresa anche l'Italia che partecipa, adottando un falso neutralismo, che nasconde vigliaccamente e ignobilmente il suo schieramento con la politica guerrafondaia americana, mettendo a disposizione il proprio territorio: vedi Aviano nel Friuli da dove sono decollati gli F-16 Usa, diretti nel mediterraneo; Sigonella “capitale” dei Droni, il porto nucleare di Augusta in provincia di Siracusa, il Muos e il NRTF di Niscemi, provincia di Caltanissetta, centrale nella gestione delle informazioni militari. Tutti strumenti di guerra imperialisti. L'Italia si conferma la portaerei degli Usa” al centro del Mediterraneo. È con questo documento che il Comitato ha chiamato alla lotta i partiti democratici, le associazioni, i progressisti per la pace e contro le guerre imperialiste.
Al presidio erano presenti circa 500 manifestanti che hanno risposto da tutta la Sicilia, tanti i giovani con uno striscione “La Sicilia non è laboratorio di guerra”, lanciando slogan come “La Sicilia è più bella senza Muos e Sigonella”, “Fuori la Nato dall'Italia”, “Fuori l'Italia dalla Nato”, “Americani a casa”. Oltre al presidio si è svolto anche un breve corteo verso l'ingresso della base militare dove i manifestanti hanno trovato uno schieramento di poliziotti in assetto antisommossa con dei furgoni blindati che impedivano loro di avvicinarsi. C'è stato anche un contatto con i poliziotti respinto senza andare oltre. Tante le bandiere con la falce e martello, quelle della pace, del Muos e del sindacato Usb.
Il PMLI era presente con i compagni della Cellula “Stalin” della provincia di Catania, con un forte spirito di fronte unito antimperialista. Le bandiere e i cartelli del Partito “Cancellare il Muos–Smantellare le antenne” e “Smilitarizzare la Sicilia” “Opponiamoci al capitalismo e al suo governo”, ripresi da Rai3 Sicilia e da La7, sono andati in onda la sera: tutte e due le testate giornalistiche hanno intervistato il compagno Sesto Schembri che alla domanda “Come pensate di mandare via gli americani dalla Sicilia con queste proteste di una minoranza?”, ha risposto “Queste strutture, Muos e Sigonella, sono strumenti di guerra nei confronti di altri popoli che vengono invasi e bombardati dagli imperialisti Usa, francesi, inglesi, sionisti e israeliani. Tutto questo avviene per motivi economici, per rapinare a quei popoli le materie prime, petrolio, gas, le loro economie locali... noi rappresentiamo la volontà del popolo siciliano che vuole vivere in pace. Dobbiamo uscire dalla Nato e costruire un fronte unito per la pace e l'autodeterminazione dei popoli”.
I compagni hanno diffuso il volantino sul 25 Aprile e quello col documento del CC del PMLI su Marx che hanno favorito dialoghi e confronti in un clima di fronte unito.
Ci sembra giusto terminare questo articolo con la sintesi del Partito “È un fatto comunque che ancora una volta si è verificato che le potenze imperialiste, dagli Usa alla Russia, dalla Cina ai paesi imperialisti minori, fanno e disfanno come vogliono in base ai loro esclusivi interessi economici, politici, commerciali, militari e diplomatici, non curandosi della legalità internazionale e dell'Onu. I loro popoli quindi non possono e non devono fare alcun affidamento su di essi e opporsi attivamente, anche sollevandosi in armi quando occorre, alle loro decisioni, specie se entrano in guerre di dominio”
25 aprile 2018