Dal PLI al PD
Marcucci, uomo di Renzi, tra affari e politica
Tra i petali del famigerato “giglio magico” renziano, il capogruppo del PD al Senato, Andrea Marcucci, occupa senza dubbio un posto di grande rilievo.
Classe 1965, di Barga (Lucca), imprenditore, con forti interessi nel campo farmaceutico e turistico, ex liberale e voltagabbana, Marcucci inizia la sua ascesa politica tra le file del PLI di Reanto Altissimo.
Coi liberali viene eletto per la prima volta alla Camera nel 1992 grazie a una faraonica campagna elettorale da oltre mezzo miliardo di lire dell'epoca. Nel 2006, cambia casacca e si candida al Senato nelle liste della Margherita: non viene eletto ma è nominato sottosegretario ai Beni culturali del governo Prodi.
Renziano della prima ora
Nel 2008, finita l'esperienza governativa, cambia ancora casacca, viene eletto senatore con il PD e diventa un fervido sostenitore della “rottamazione” renziana.
Nel 2012 comincia il suo sodalizio con il nuovo duce di Rignano. A Lucca fonda i primi circoli toscani a sostegno della candidatura di Renzi alle primarie del “centro-sinistra”.
Rieletto nel 2013, è nominato presidente della commissione Cultura del Senato e diventa punto di riferimento a Palazzo Madama della cricca renziana per la scalata a Palazzo Chigi.
Non a caso nel libercolo “Oltre la rottamazione” il nuovo duce Renzi ricostruendo le vicende che nel 2013 lo portarono a Palazzo Chigi racconta: “Quel giorno chiamo Letta e insieme mangiamo un panino nell’ufficio di un senatore amico in via Veneto, senza che nessuno ne sapesse niente. Abbiamo parlato un’oretta e ci siamo detti che chi avesse ricevuto l’incarico avrebbe avuto il sostegno dell’altro”.
Il “senatore amico” è proprio Marcucci, mentre l’ufficio in cui Renzi ha incontrato fra gli altri tutti i massimi esponenti della sua cricca: Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Francesco Bonifazi, Graziano Delrio e lo stesso Marcucci, è in realtà la sede di una delle società della famiglia Marcucci.
Il 4 marzo scorso, nonostante la sonora trombatura subita nel collegio uninominale della sua città, Marcucci viene “ripescato” nel collegio plurinominale e Renzi lo impone alla carica di capogruppo PD a Palazzo Madama.
L'impero dei Marcucci
Oltre a sedere in parlamento, il capo dei senatori PD occupa importanti “poltrone” societarie riconducibili alla galassia familiare: è consigliere delegato di Sestant investimenti srl e di Sestant internazionale spa, le due holding finanziarie a presidio degli asset di famiglia in Italia e all’estero. Tra questi c’è il controllo di Kedrion spa, il colosso del gruppo farmaceutico fondato dal padre Guelfo (defunto nel 2015), di cui Marcucci è consigliere e prima ancora dirigente. “Ho avuto una bellissima esperienza aziendale - ha raccontato - che mi ha visto ricoprire il ruolo di amministratore delegato della nostra azienda farmaceutica di famiglia fino al 2006, per circa dieci anni”. Si tratta di un'azienda fondata nel 2001 e specializzata in produzione e distribuzione di prodotti medicinali derivati da plasma umano. L’amministratore delegato è oggi Paolo Marcucci (1963), fratello maggiore di Andrea: la società ha 2.317 dipendenti (poco meno della metà in Italia), un fatturato da 659 milioni e utili per 11,75 milioni (bilancio 2016).
La Kedrion nasce nel 1990 quando il padre Guelfo acquisì la Sclavo (Siena) da Enimont per cento miliardi di lire e ancor prima rilevò Aima Plasmaderivati (Rieti) e Farma Biagini (Pisa).
A tutto ciò vanno sommati i cinque incarichi societari all’estero, sempre in ambito farmaceutico, vale a dire: amministratore delegato di Haemopharm (New Jersey), consigliere di Kedplasma Usa (Delaware), presidente del consiglio di sorveglianza di Kedplasma Germania (sede di Monaco), consigliere di Kedrion Melville (Delaware) e di Somerset laboratories (New Jersey).
Grazie a ciò Marcucci nel 2017 vantava un imponibile di 323mila euro, mentre è del 2014 il “picco” di 606.939 euro. Nella scorsa legislatura l’imponibile complessivo cumulato è stato di poco superiore ai due milioni di euro.
Il “padrone dell'Universo”
Altri importanti incarichi societari Marcucci li detiene nei consigli di amministrazione di Shaner Italia, società del gruppo degli hotel Marriott, proprietaria del Ciocco, un resort immerso nella campagna toscana, e Universo Real Estate.
Recentemente proprio in qualità di “padrone dell'Universo”, come ama definirsi, in riferimento al fatto di essere comproprietario dell'omonimo e lussuoso hotel situato in piazza del Giglio, 60 camere in pieno centro a Lucca, Marcucci è finito al centro di un'aspra polemica politica tutta interna al Comune di Lucca fra le opposizioni e la maggioranza che sostiene il neopodestà Alessandro Tambellini, anche lui del PD.
Il contenzioso riguarda le sospette irregolarità inerenti il progetto di ristrutturazione dell'hotel che ha sede in un edificio cinquecentesco. Sospetti che nelle settimane scorse si sono ulteriormente infittiti in seguito all'improvviso abbandono della direzione dei lavori da parte dello studio Archea di Firenze, il quale dopo aver curato per alcuni mesi il progetto di ristrutturazione, a cantiere ancora aperto, ha lasciato la direzione lavori chiedendo l’annullamento in autotutela di quanto presentato.
La vicenda ha suscitato non poco clamore in tutta la Lucchesia in quanto Andrea Marcucci rappresenta il prototipo del renzismo fra la nutrita schiera di padroni che militano e/o sostengono il PD e che molto spesso sono in conflitto di interessi fra la funzione pubblica che ricoprono e gli interessi privati.
Il Berlusconi toscano
Nella storia imprenditoriale dei Marcucci c’è anche un importante capitolo comunicazione e media che ha fatto di Guelfo Marcucci un antesignano delle tv private, settore in cui prevalse presto un altro imprenditore: Silvio Berlusconi. Nel 1975 la famiglia fondò Elefante, diffusa attraverso ripetitori in zone appenniniche. Nel 1984 arrivò Videomusic, la prima emittente televisiva europea a carattere musicale creata dalla figlia primogenita Maria Lina e in seguito (1988) l’acquisizione attraverso Beta Television di Super Channel, stazione televisiva paneuropea via satellite e cavo di cui i Marcucci acquistarono la quota di maggioranza da Richard Branson. Videomusic fu ceduta nel 1995 a Vittorio Cecchi Gori che ne fece un pezzo del suo terzo polo televisivo insieme a Telemontecarlo (ex gruppo Ferruzzi), Super Channel passò nel 1993 al gruppo statunitense Nbc per 60 milioni di dollari. Alla famiglia Marcucci rimane oggi il controllo di NoiTv srl, nata nel 1989 e proprietaria dei marchi NoiTv e Rete Versilia News. Nel 2001 Maria Lina Marcucci, “da sempre cittadina del mondo” come si legge in un suo curriculum, in passato considerata vicina a Walter Veltroni, primo segretario del PD e già direttore dell’“Unità”, divenne presidente di Nuova iniziativa editoriale (Nie), il gruppo di imprenditori che rilevò la storica testata e la riportò in edicola con la direzione affidata a Furio Colombo dopo che il “quotidiano fondato da Antonio Gramsci” aveva cessato le pubblicazioni nell’estate dell’anno prima. Nel 2008 Nie cedette L’“Unità” all’imprenditore di Sanluri Renato Soru, presidente della Regione Sardegna fino a dicembre di quell’anno.
Maria Lina Marcucci (classe 1954), è fra l'altro presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio e del Robert F. Kennedy Foundation of Europe, fondazione no profit che si occupa di diritti umani, nel cui cda siede Kerry Kennedy, figlia del senatore americano ucciso nel 1968. E anche lei come il fratello senatore ha avuto un’esperienza politica: tra il 1995 e il 1998 è stata vicepresidente della Regione Toscana sotto la giunta di Vannino Chiti (Ds).
6 giugno 2018