Contro l'apertura della sede di Casapound
Scandicci antifascista in piazza
L'ANPI in testa al corteo composto da tanti giovani e giovanissimi. Presenti i partiti dal PD al PMLI. Un esempio di fronte unito antifascista. Il corteo sosta a lungo nei pressi della sede di Casapound super blindata dalle “forze dell'ordine” lanciando con forza slogan antifascisti per la chiusura del covo. Controradio trasmette in diretta l'intera manifestazione. Importante servizio del Tg3 Toscana
Allargare il fronte unito per ottenere la chiusura della sede
Redazione di Firenze
Forse in cinquecento o di più, di tutte le età, famiglie intere con bambini, molti giovani e giovanissimi, anziani in carrozzella e con le stampelle, hanno risposto all’Appello del Comitato Antifascista di Scandicci per la manifestazione contro l’apertura della sede di Casapound nel quartiere di San Giusto.
È stato un corteo combattivo, colorato e rumoroso al quale hanno aderito: ANPI, ARCI, CGIL Scandicci, USB, COBAS, Presidio Libera di Scandicci, Rete Studenti Medi, Firenze Antifascista, Associazione vita indipendente, PD, SI, Art. 1–Mdp, Potere al Popolo, PCI e il Comitato provinciale di Firenze del PMLI. L’appuntamento per la manifestazione è stato rilanciato anche dal Cantiere sociale Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio. Presenti rappresentanti della FIOM, tra i quali il Segretario provinciale Daniele Calosi e Mauro Fuso della Segreteria regionale della CGIL, e di altre categorie, nonché Papa Diaw della comunità senegalese.
Un fronte unito antifascista così largo probabilmente non si era mai visto localmente neanche a Firenze, ed è la forza e il merito del grande lavoro di unità che sta svolgendo il Comitato Antifascista di Scandicci promosso dall’ANPI e formato da residenti, associazioni e partiti con il chiaro obiettivo di chiudere il covo dei fascisti. Un lavoro faticoso ma portato avanti con determinazione, fatto di tanti piccoli contributi, tra chi raccoglie le firme, attacca e diffonde i volantini, si occupa dei social, cura i rapporti con la stampa, vedi tra l’altro l’intervista di Novaradio ad uno dei rappresentanti del Comitato, che ha portato al successo del corteo.
Un successo di unità e volontà che ha dato un bello smacco ai “fascistelli del terzo millennio” e anche alla Questura che pochi giorni prima attraverso il funzionario Lucio Pifferi (lo stesso che aveva fatto arrestare i giovani che il 25 Aprile a Firenze volevano raggiungere Piazza Santa Croce), aveva chiesto al Comitato di rimandare il corteo perché in difficoltà a garantire la sicurezza e l’ordine essendo già impegnati per la partita di calcio storico a Firenze. Una richiesta irricevibile che solo la fermezza e determinazione del Comitato ha fatto decadere.
Concentramento in Piazza Cavour a San Giusto per sfilare nel quartiere con l’intento non solo di riprendersi le strade, ma anche di sensibilizzare gli abitanti su chi sono realmente questi fascisti in “camicia bianca”. Nonostante la richiesta del Comitato, la Questura ha negato il passaggio da Via Elio Chianesi, proprio dove si trova il covo fascista, un fatto in ogni caso grave, perché questa via è diventata terreno di caccia dei fascisti e delle loro iniziative.
Il corteo è stato aperto dalle tante sezioni dell’ANPI, in testa quella di Scandicci guidata dal presidente Renato Romei e poi quelle di Campi Bisenzio, Oltrarno, Barberino del Mugello, Castiglion d’Orcia, Borgo S. Lorenzo, Bagno a Ripoli, Mercatale Val di Pesa e Brozzi. Tante le bandiere rosse e quelle degli aderenti, oltre agli striscioni “Le strade sono della gente e non di chi odia, Chiudere i covi di Casapound, Fuori i fascisti dai nostri quartieri”. Presenti la figlia di Elio Chianesi, Ida e la nipote, l’ex gappista amico di Chianesi, Moreno Cipriani, che nonostante sia in carrozzina e con l’ossigeno ha voluto comunque essere presente.
Importante la musica suonata dalla banda “Fiati Sprecati” che per tutto il corteo ha riproposto Bella Ciao, cantata con forza dai manifestanti insieme a Fischia il vento e Bandiera Rossa. Molti dei partecipanti hanno indossato dei “corpetti” realizzati dal Comitato con su scritto gli slogan che sono stati lanciati nel corteo: “Scandicci è antifascista / San Giusto è antifascista; Siamo tutti antifascisti; Casapound / ve lo gridiamo / la vostra sede / non la vogliamo; Ieri / oggi / e anche domani / gloria eterna ai partigiani; I fascisti e chi li protegge / non vanno tollerati / ma messi fuori legge; Elio Chianesi / ce lo ha insegnato / il fascismo va cancellato; Via Casapound / vieni giù / manifesta anche tu; Elio Chianesi e i partigiani / sono il nostro esempio / per l’oggi e il domani”.
Il corteo si è fermato proprio all’entrata di Via Chianesi, presidiata dai carabinieri in tenuta antisommossa. Sono stati deposti dei fiori sotto il cartello di intitolazione della strada (molti manifestanti li avevano portati spontaneamente), così come in via Aligi Barducci (Potente) e Lanciotto Ballerini, tutti partigiani Medaglia d’Oro al Valore militare. All’angolo di via Chianesi i manifestanti, si sono soffermati a lungo, contestando in modo corale e in maniera determinata i fascisti di Casapound, gridando il loro disprezzo, cantando Bandiera Rossa, Fischia il vento e urlando: “Fascisti carogne tornate nelle fogne / Scandicci un vi vuole / un vi vuole nessuno”.
I fascisti, in tutto una decina, con tanto di sede aperta per una loro iniziativa “pubblica”, sono stati lasciati liberi di uscire dal loro covo da parte delle “forze dell’ordine” del fascioleghista Salvini, provocatoriamente si sono schierati sventolando le loro bandiere. Da sottolineare che anche a Scandicci tra Casapound e Lega, guidata da Leonardo Battistini, c’è un nero sodalizio per portare avanti una politica che fomenta l’odio xenofobo e razzista.
Al corteo si è vista l’ampia partecipazione degli abitanti di San Giusto e Scandicci. È stata anche l’occasione per il Comitato di proseguire la raccolta firme della petizione indirizzata alla prefettura di Firenze e al sindaco di Scandicci, che ha raggiunto già oltre quota 1.500, per richiedere in base alle leggi vigenti la chiusura del covo fascista.
Una Delegazione del PMLI ha partecipato con bandiere, fazzoletti e spille del Partito e si è mossa unitariamente all’interno del corteo. Il compagno Enrico Chiavacci è stato intervistato da Controradio che faceva la diretta, ribadendo l’importanza del fronte unito. Il compagno Dario Granito è stato intervistato da Rai Tg3, affermando che l’apertura di una sede fascista è un insulto a Scandicci storicamente antifascista, purtroppo la redazione ha poi tagliato il riferimento del compagno a piazzale Loreto, emblema della lotta dei partigiani contro i fascisti e alle barricate antifasciste del 1921 a Scandicci. Tra i compagni del nostro Partito e il Comitato antifascista di Scandicci c’è stata una grande collaborazione nel giusto spirito di fronte unito. Il Comitato provinciale di Firenze del PMLI è stato ufficialmente ringraziato per iscritto da parte dell’ANPI di Scandicci per l’adesione al corteo.
La manifestazione si è conclusa in Piazza di Signano dove si sono susseguiti alcuni interventi come quello di Vania Bagni vice presidente provinciale ANPI, il vice sindaco di Scandicci Andrea Giorgi, una rappresentante dei ragazzi del Comitato antifascista di Scandicci e un rappresentante di Firenze Antifascista.
I manifestanti si sono poi diretti verso il Circolo Arci che ha il merito, non solo di essere attivamente antifascista, ma anche di aver dato una sede al Comitato. Durante il percorso i fascisti, sempre schierati all’ingresso di via Chianesi in fila con il petto gonfio in stile fascista e sempre protetti dalle “forze dell’ordine”, riprendevano provocatoriamente immagini con i telefonini. Si sono beccati slogan e espressioni di indignazione dai manifestanti.
Successivamente, i fascisti si sono scatenati sui social, soprattutto sulle loro pagine Facebook di Firenze e Scandicci per attaccare gli antifascisti, con l’intento di creare divisione e con parole minacciose pubblicando foto e particolari, soprattutto verso esponenti dell’amministrazione comunale, ma anche contro il giornalista di Controradio Jimmy Tranquillo che ha condotto la trasmissione in diretta. Su questo il Comitato Antifasscista è intervenuto con un comunicato inviato anche alla Federazione Nazionale della Stampa e all’Associazione articolo 21: “Il Comitato antifascista di Scandicci, di cui fanno parte partiti, sindacati, associazioni della città di Scandicci impegnati in una battaglia di democrazia per chiedere la chiusura della sede dell’organizzazione neofascista Casapound, esprime tutta la sua solidarietà al giornalista di Controradio Jimmy Tranquillo fatto oggetto di ‘schedatura’ intimidatoria da parte dell’organizzazione neofascista Casapound, ieri nel corso della manifestazione, democratica e partecipata, svoltasi a Scandicci. Le intimidazioni non fermeranno la libera stampa, né tantomeno il nostro impegno affinché la Costituzione (Disposizione XII) e le Leggi Mancino e Scelba vengano applicate e la sede neofascista chiusa”. Il PMLI si unisce nell’esprimere solidarietà. Al Circolo, al termine della manifestazione, è stata organizzata una riuscitissima e partecipata apericena con cibo portato e offerto dagli attivisti del Comitato, che ancora una volta ha visto l’unità e la collaborazione delle varie generazioni, concludendo la giornata in un clima festoso, di socializzazione e di scambio d’impressioni. Il giusto metodo per riappropriarsi degli spazi e soprattutto della pratica e politica proletarie e popolari. Il Comitato vuole assolutamente continuare questa battaglia con altre iniziative e noi marxisti-leninisti saremo al suo fianco e a sua disposizione sostenendo con forza il fronte unito più largo possibile.
Il Comitato Antifascista aveva anche organizzato il 5 giugno presso la scuola media del quartiere un’interessante iniziativa in collaborazione con l’ANPI dal titolo “La galassia nera”, attraverso la quale sono stati resi pubblici i legami con l’associazionismo e il modo di operare non solo di Casapound ma delle organizzazioni di destra in generale. Questa è un’altra forma d’iniziativa importante nell’ambito della cultura antifascista e dell’informazione.
13 giugno 2018