Giuste le critiche di Macron all'Italia di Salvini-Di Maio, indipendentemente dalle incoerenze della Francia sull'immigrazione
Salvini parla in Senato e detta la linea contro i migranti. L'Ue si sgretola sull'immigrazione
Macron e Conte uniti contro i migranti. Salvini e Toninelli chiudono i porti alle navi dell'Ong
Aprire ai migranti tutte le frontiere europee
Mentre la nave Acquarius con a bordo 630 migranti raccolti in mare era costretta, a causa del blocco dei porti italiani ordinato dal governo fascista e razzista Lega-M5S, ad intraprendere il lungo e faticoso viaggio di 1.500 chilometri per raggiungere il porto di Valencia, il governo spagnolo e il presidente francese Emmanuel Macron decidevano di prendere posizione per criticare l'atto banditesco deciso dal ministro dell'interno e sottoscritto vergognosamente a posteriori dal ministro delle Infrastrutture Toninelli e dal presidente del Consiglio Conte.
La ministra della Giustizia del governo di Madrid, Dolores Delgado, avvertiva l'Italia che avrebbe potuto essere chiamata a rispondere di "responsabilità penali internazionali per la violazione dei trattati sui diritti umani". Ancor più duro l'intervento francese, prima con un'intervista del portavoce di En Marche, il partito di Macron, che ha definito "vomitevole" il respingimento dell'Acquarius ordinato da Salvini, e subito dopo con una dichiarazione dello stesso presidente francese, che stigmatizzava "il cinismo e l'irresponsabilità" della decisione del governo Italiano.
Parole gravi che hanno scatenato l'ira del caporione leghista, dei suoi reggicoda pentastellati e di Palazzo Chigi, nonché di FdI, di Forza Italia e dei giornali della destra, tutti compattamente schierati con Salvini e col governo nell'attizzare sapientemente un'ondata di sdegno nazionalista e patriottardo contro la Francia. Un'ondata che ha trascinato in una certa misura anche i grandi mezzi di informazione "indipendenti" e perfino l'"opposizione" parlamentare, quantomeno a sostegno della tesi che Francia e Spagna non potevano dare lezioni di umanità all'Italia, dal momento che la prima respinge senza tanti complimenti i migranti a Ventimiglia e a Bardonecchia, e la seconda in passato aveva perfino sparato ai migranti.
Facendo sapere di essere "fortemente irritato", Palazzo Chigi diramava un comunicato che sottolineando di non aver ricevuto dalla Francia un gesto di solidarietà analogo a quello della Spagna, rinfacciava al governo di Parigi di avere "più volte adottato politiche ben più rigide e ciniche in materia di accoglienza". E il ministro degli Esteri Moavero convocava l'ambasciatore francese per protestare ufficialmente e chiedere un atto riparatorio dal suo governo: in pratica si chiedevano le scuse ufficiali di Macron, in mancanza delle quali il vertice tra il premier italiano e il presidente francese previsto per il 15 giugno a Parigi, per discutere di immigrazione e di altri problemi in vista del vertice europeo di fine giugno, minacciava di essere annullato.
Trump e i paesi di Visegrad solidali col governo italiano
Anche i governi razzisti e xenofobi dell'Est europeo del gruppo di Visegrad intervenivano a sostegno della politica di chiusura dei porti del loro amico Salvini, con il dittatore fascista ungherese Orban e il premier slovacco Pellegrini in prima fila ad esultare con un "finalmente!"; e quello austriaco Kurz, che vorrebbe negare il welfare a chi non parla tedesco e istituire dei lager per tutti i migranti in un paese extra Ue, tipo l'Albania, a dichiarare che "dobbiamo decidere noi chi arriva in Europa, non gli scafisti". In questi giorni si sta realizzando anzi un "asse dei volenterosi" tra Salvini, Kurz e il ministro dell'Interno tedesco e leader della Csu bavarese, Horst Seehofer, un falco in rotta con la Merkel perché vuole il respingimento ai confini della Germania dei migranti già registrati altrove. I tre si vedranno presto a Berlino per decidere una linea comune per la "difesa delle frontiere" della Ue.
Perfino Trump è intervenuto per dare il suo appoggio entusiastico a Conte (che aveva invitato l'ambasciatore americano per un colloquio a Palazzo Chigi per mandare un messaggio a Macron), sottolineando che la politica italiana di respingimento dei migranti è la stessa che lui sta attuando negli Usa: "È fantastico, molto fermo sull'immigrazione, come me tra l'altro. Sembra che essere fermi sull'immigrazione oggi paghi", ha detto il dittatore fascista americano come suo viatico personale a Conte per il vertice con Macron.
Evidentemente, al di là dell'incoerenza della Francia sul problema dell'immigrazione, le critiche di Macron all'Italia di Salvini e Di Maio erano giuste e hanno colpito nel segno. Di fatto esse attaccano il governo Lega-M5S da sinistra, e questo dà la misura di quanto nero, fascista, razzista e xenofobo esso sia, proprio perché provengono da un leader della destra liberale e non certo sospettabile di essere "buonista" e di manica larga coi migranti. Il PD e LeU non hanno capito invece qual è la contraddizione principale in questa vicenda, e hanno finito per accodarsi al vento nazionalista che ha travolto tutto, intimiditi dall'ondata di consenso razzista che la politica di Salvini, ormai diventato di fatto il leader di tutta la destra italiana, dai fascisti di Casapound fino a quel che resta del partito di Berlusconi, sta abilmente attizzando nel Paese trascinandosi dietro anche l'intero M5S.
Secondo un sondaggio Demos riportato su La Repubblica
, infatti, la linea razzista e nazionalista di Salvini del blocco dei porti e dell'Italia che "è tornata a farsi ascoltare in Europa" ha un consenso plebiscitario, che è intorno al 75% nell'elettorato della Lega e del 66% in quello del M5S, più o meno simile in quelli di FdI e FI, e perfino in quello del PD arriverebbe al 17%. Sta di fatto che il PD e LeU hanno rinunciato a sparare a zero sul governo su questo mostruoso atto che viola ogni regola umanitaria e del diritto internazionale, più preoccupati evidentemente di non perdere altri consensi che di fare una battaglia a viso aperto contro il fascismo che avanza.
Conte e Macron ricuciono per ora lo strappo
Macron ha registrato invece con lucida preoccupazione questo salto di qualità a destra dell'Italia impresso dal governo Lega-M5S e dal suo vero premier, Salvini, che rischia di spaccare l'Europa rafforzando il gruppo di Visegrad e indebolendo l'asse franco-tedesco, e pur perseguendo anch'egli una politica non meno restrittiva e di contenimento dei flussi migratori, vuole tuttavia attuarla unitariamente a livello europeo, sventando le fughe in avanti nazionaliste e xenofobe dei paesi di Visegrad e l'asse che si sta saldando tra questi e l'Italia, tanto più che ha in casa la Le Pen che fa parte anche lei di questo asse. Per questo ha tenuto duro sul punto rifiutandosi di porgere le scuse pretese dal governo italiano e limitandosi solo a un aggiustamento dei toni, con una telefonata a Conte in cui, secondo quanto riportato nel comunicato di Palazzo Chigi, "ha sottolineato di non aver pronunciato alcuna espressione volta ad offendere l’Italia e il popolo italiano”.
Tanto è bastato comunque a Conte, probabilmente sollecitato anche da Mattarella, per ricucire con Macron e confermare il vertice di Parigi. Nel corso del quale i due hanno poi trovato un'intesa di massima, da sostenere insieme al vertice europeo del 28-29 giugno, sul principio che il problema dei flussi migratori va affrontato a livello europeo e non dei singoli Stati. E hanno trovato anche una "perfetta intesa" (così l'ha definita Conte) su tre punti, che sono la modifica del trattato di Dublino per non far pesare i flussi dei migranti solo sui paesi di primo arrivo, il rafforzamento delle frontiere esterne investendo di più sulla missione militare Frontex nel Mediterraneo e la "cooperazione con i paesi di provenienza e di transito dei migranti" per fermare i flussi all'origine: vale a dire la creazione di "hotspot", ovvero campi di concentramento, nei paesi subsahariani per trattenere i migranti, selezionare i soli aventi diritto di asilo e rimpatriare tutti gli altri.
"Sulle migrazioni economiche - ha sottolineato infatti Macron in conferenza stampa con il pieno assenso di Conte - non ci sono le stesse ragioni dell’asilo. In questi casi dobbiamo consentire il rimpatrio. Non possiamo avere la stessa politica nei confronti di chi ha diritto all’asilo e di chi non ha questo diritto". Ma sulla questione dell'Acquarius e del blocco dei porti alle Ong non è arretrato di un passo, ribadendo che “quando una nave arriva nelle vostre acque, bisogna prendersene carico. L’Italia è svantaggiata dal punto di vista geografico, ma non può scavalcare i trattati internazionali. Ma bisogna decidere insieme le regole per gestire questo problema in modo cooperativo".
Anche se poi ha convenuto con Conte che i casi come quello dell'Acquarius vanno risolti sul suolo libico impedendo la partenza dei barconi. "Ma non si può giocare sulle emozioni dei cittadini”, ha aggiunto con puntiglio riferendosi evidentemente a Salvini. Quel convitato di pietra che Macron ha evocato anche quando ha dovuto ricordare a Conte che "sono i capi di governo che prendono le decisioni. È quel che dicono le nostre Costituzioni", ben sapendo che di fatto è il vicepremier e ministro dell'Interno che detta l'agenda al premier italiano, e non viceversa.
Conte incontra la Merkel in difficoltà
Più o meno alle stesse conclusioni - cercare una soluzione unitaria sui flussi al vertice europeo, rafforzare Frontex e creare "hotspot" nei paesi di partenza e transito dei migranti - è arrivato anche il successivo vertice del 18 giugno tra Conte e la Merkel a Berlino. La cancelliera aveva tutto l'interesse ad un'intesa con il premier italiano, vista la spada di Damocle piazzata sulla testa del suo governo da Seehofer, che le ha dato tempo solo fino al vertice europeo di fine mese per trovare una soluzione europea, dopodiché partiranno i respingimenti unilaterali alla frontiera dei richiedenti asilo minacciati dal ministro dell'Interno tedesco. Che potrebbe addirittura staccare la spina al governo di coalizione e farlo cadere. Per questo la Merkel si è ben guardata dal criticare l'operato del governo italiano come ha fatto Macron, ha espresso "comprensione" per la situazione dell'Italia "lasciata da sola" a sopportare il peso dei flussi dal Sud del Mediterraneo e ha fatto anche qualche vaga promessa di sostegno alla richiesta di Conte di allentare i vincoli europei per consentire l'avvio del reddito di cittadinanza. Una "riforma" di cui i Cinquestelle hanno un disperato bisogno per invertire il crollo nei sondaggi provocato dall'attivismo frenetico di Salvini e dall'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, che li hanno portati proprio in questi giorni ad essere sorpassati dalla Lega.
L'intervento di Salvini in Senato
Il 13 giugno, nel momento di massima crisi con Macron, si è svolta in Senato l'audizione di Salvini chiamato a riferire sul caso Acquarius. Accolto come il duce da un'ovazione in piedi dei suoi, a cui si sono accodati dopo un iniziale imbarazzo anche i Cinquestelle, il caporione fascioleghista ha sparato a zero contro le accuse del presidente francese, accampando (proprio lui!) "la nostra storia di solidarietà, generosità e volontariato" che "non merita di essere apostrofata con alcuni termini usati nelle ultime ore da parte di qualche esponente del Governo francese, che spero e penso dia le scuse ufficiali nel più breve tempo possibile".
Si è per l'ennesima volta ammantato dei panni del "padre di famiglia" per sostenere che aveva offerto alla Acquarius di far sbarcare le donne incinte e i bambini senza ricevere risposta, per dimostrare che "evidentemente l'emergenza non era così emergenziale": una menzogna sfacciata, perché invece dalla nave avevano chiesto che i bambini non fossero separati dai genitori, e lui glielo ha negato. Ed è arrivato a dire con sarcasmo che in quel momento la nave stava "navigando serenamente" verso la Spagna scortata da due navi della nostra marina militare, ben sapendo le difficoltà di quella che ha definito "crociera", col mare grosso e i migranti sfiancati da diversi giorni di permanenza all'addiaccio.
Si è poi vantato che "l'Italia è il secondo Paese per accoglienza in tutta Europa: quindi, di questo stiamo parlando!", bluffando anche qui in maniera sporca in quanto, in rapporto alla popolazione, l'Italia è solo all'ottavo posto dopo Germania, Grecia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Austria e Svezia; e anche Macron ha fatto osservare a Conte che se l'Italia protesta perché nei primi quattro mesi del 2018 ha avuto 18.000 richieste d'asilo, la Francia ne ha 26.000.
Tutte queste falsità per permettergli di fare una serie di sparate plateali contro il "business dei migranti"; su lui che "avendo due figli" è "stufo dei bambini che muoiono nel Mar Mediterraneo perché qualcuno si illude che in Italia e in Europa ci siano case e lavoro per tutti"; sul suo obiettivo che è "salvare vite, far sì che questi bimbi possano crescere nella migliore maniera possibile, senza scappare dai loro villaggi e dalle loro città per mettersi su gommoni, che ormai i delinquenti del business del traffico di esseri umani fanno partire già sgonfi, perché tanto c'è qualcuno che va a recuperare questi disgraziati", e così via. Il tutto sempre accompagnato da un tifo da stadio non solo dai banchi della maggioranza, ma anche di FdI e FI, a dimostrazione che questo è il governo Lega-M5S ma anche il governo del "centro-destra". E il suo capo indiscusso è Salvini, che può contare su due maggioranze convergenti e, al caso, intercambiabili.
In ogni caso è lui che detta la linea contro i migranti, e lo dimostra lanciando un proclama al giorno contro di essi minacciandoli che per loro "la pacchia è stra-finita"; contro le navi delle Ong (i "vicescafisti") che li raccolgono, e che d'ora in avanti sono avvertite che "questi signori dovranno cercarsi altri porti"; contro gli altri paesi del Mediterraneo, come la Spagna "così generosa" di Sanchez, invitata a "prendersene altri 66 mila"; e ora anche contro i Rom, con la minaccia di stampo nazista di effettuare la loro schedatura in massa: "I Rom italiani, purtroppo, ce li dobbiamo tenere", ha precisato.
A cosa punta la linea di Salvini
La linea fascista e razzista di Salvini si sta delineando sempre più chiaramente, e non è quella della modifica del trattato di Dublino e della più equa ripartizione dei migranti tra tutti i paesi della Ue. Anche perché questo lo metterebbe in contrasto con i suoi amici fascisti e razzisti del gruppo di Visegrad. La sua linea è quella di espellere il più velocemente possibile i 500 mila migranti "irregolari" già presenti in Italia, e di respingere i migranti in arrivo e lasciarli affogare in mare chiudendo i porti alle navi delle Ong e ritirando la guardia costiera più vicina alle nostre coste. E su questa linea della "fortezza Europa" non solo Orban e tutto il gruppo di Visegrad, ma anche il premier austriaco e il suo collega tedesco lo appoggiano entusiasticamente. Allo stesso tempo Salvini intende continuare nella strada già tracciata da Minniti ("che ha fatto un buon lavoro", gli ha riconosciuto in Senato) di pagare le bande criminali libiche che controllano il traffico dei migranti, mettendo tutto in conto alla Ue, cosa per la quale ha annunciato che si recherà a breve in visita a Tripoli.
Ma per quanto infame e pericolosa la sua è una linea che sicuramente può pagare a livello propagandistico ed elettorale, ma di non facile attuabilità pratica. Non si può impedire infatti a chiunque naviga in mare di salvare dei naufraghi, perché è un preciso dovere stabilito dal diritto internazionale. Lo stesso vale per la chiusura dei porti, e non ci saranno sempre altri Stati a offrire approdi per togliere le castagne dal fuoco al governo nero Lega-M5S, che a quel punto dovrebbe assumersi la responsabilità di violare anche le più elementari regole del diritto umanitario.
In ogni caso chi fugge da guerre imperialiste, fame e persecuzioni, ed è disposto a rischiare la vita durante il viaggio e perfino affrontando la morte in mare, non si farà fermare da nessuna barriera. Le migrazioni continueranno lo stesso per altre vie e con altri mezzi, e le barriere e i blocchi serviranno solo ad aumentare il numero di morti. L'unica soluzione, se si vuole davvero ridurre il numero dei morti e stroncare il traffico di esseri umani è quella di aprire tutte le frontiere europee ai migranti.
20 giugno 2018