Bergoglio omofobo
Il papa attacca le famiglie gay e l'aborto come pratica nazista
“Oggi, fa male dirlo, si parla di famiglie 'diversificate', diversi tipi di famiglia... Ma la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola.” Con queste parole papa Bergoglio il 16 giugno ha aizzato il Forum delle associazioni familiari, il raggruppamento cattolico, conservatore e omofobo, fra i promotori del Family day e diretto da Gigi De Paolo, già assessore di Alemanno alla famiglia.
Il pontefice insomma non poteva scegliere un auditorio più adatto per fare questa dichiarazione che lo allinea perfettamente al neonato governo Salvini-Di Maio, che tramite il ministro della Famiglia Fontana, già all'indomani della sua formazione, ha detto che le famiglie arcobaleno (cioè omogenitoriali) “non esistono”. Evidentemente, dopo le sue aperture largamente di apparenza ma sostanzialmente molto limitate ai diritti delle persone omosessuali (il famoso e fin troppo frainteso “chi sono io per giudicare un gay”), Bergoglio ha voluto rimettere i puntini sulle i, confermare la linea patriarcale, eteronormativa e familista del Vaticano e zittire le voci più progressiste all'interno della sua stessa Chiesa. Approfittando del clima di regresso sociale imbastito dal governo, con il quale si trova evidentemente in sintonia.
Ma l'inquilino di San Pietro non si è fermato qui e ne ha avuto pure per l'aborto, che ha definito “omicidio dei bambini”, un genocidio di “innocenti”, “un'atrocità” paragonabile persino al nazismo: “Nel secolo scorso tutto il mondo era scandalizzato per quello che facevano i nazisti per curare la purezza della razza. Oggi facciamo lo stesso, ma con guanti bianchi”. Musica per le orecchie dei vari Giovanardi, Adinolfi, Miriano, Fontana, obiettori di coscienza e compagnia maschilista e anti-abortista, che sanno di poter continuare a contare su uno sponsor d'eccezione.
Sarà una coincidenza che le parole del papa cadano proprio in questo momento, con i rigurgiti omofobi del governo e la ripresa delle discussioni sul diritto all'aborto? Naturalmente no, anzi è chiarissimo che il Vaticano ha voluto proprio sottolineare da che parte sta. Bergoglio non lo può ancora dire apertamente perché ci sono dei punti su cui divergono, soprattutto la questione migranti, ma non è escluso che veda in Salvini l'uomo forte a cui affidare la restaurazione anche istituzionale della concezione cattolica della famiglia e dei diritti civili. Con buona pace di chi lo accreditava, stoltamente, come “leader della sinistra”.
4 luglio 2018