Importante appello di Denis Branzanti alla 14ª Riunione dei marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna
Finalizzare ogni sforzo al radicamento e allo sviluppo del PMLI nelle proprie città e regione
Care compagne e cari compagni,
benvenuti alla 14ª Riunione dei militanti e dei simpatizzanti dell’Emilia-Romagna del PMLI, che anche quest’anno si tiene presso la Casa del Popolo di Torre Pedrera, a Rimini, dove ha sede la locale Cellula “Stalin” del Partito guidata dal compagno Tino, alias Battista Bruni, al quale si deve tutto il merito del mantenimento della sede e della possibilità di svolgervi anche queste periodiche riunioni.
Non possiamo che lodare ancora una volta la tenacia e la fermezza del compagno Tino, il quale recentemente è stato colpito da un grave lutto familiare ma dopo pochi giorni era encomiabilmente presente, tenendo alta la bandiera del PMLI, alla locale manifestazione del 1° Maggio, un esempio per tutti di attaccamento e dedizione alla causa del Partito e del socialismo.
Vi leggo ora il messaggio inviato dalla Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI:
“Caro compagno Denis, a te e a tutti i partecipanti, compagne e compagni, alla importante odierna riunione interna l’augurio che sia l’occasione per imprimere nuovo slancio all’attività politica di radicamento del nostro amato Partito in Emilia-Romagna. Saluti marxisti-leninisti. Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo. Coi Maestri e il PMLI vinceremo!”.
Come ogni anno in occasione di questo incontro ci ritroviamo per fare il punto della situazione, fare un bilancio critico e autocritico del lavoro svolto, valutare se è stato fatto il possibile per radicare e sviluppare il PMLI nelle nostre città e Regione, cosa si può e si deve migliorare se vogliamo che le masse seguano e diano la loro fiducia e sostegno all’unico Partito che nel nostro Paese lavora alacremente e coerentemente da oltre 41 anni per abbattere il capitalismo e fare l’Italia unita rossa e socialista.
Un compito gravoso, una lotta titanica se si pensa alle nostre attuali forze, ma anche necessaria e indispensabile se vogliamo far fare dei passi in avanti alla lotta di classe nel nostro Paese.
L’esperienza storica della lotta di classe per il socialismo ci dimostra chiaramente che nulla è impossibile, che nessuna conquista è troppo grande o troppo lontana per essere raggiunta, nessuna montagna è troppo alta per essere scalata, se continueremo ad armarci delle 5 fiducie: nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi e proseguiremo con calma ma anche con determinazione, sicuramente ognuno di noi potrà dare importanti contributi alla causa del socialismo e del Partito.
Ma dobbiamo fare tutti gli sforzi necessari per chiarire alle masse la vera natura sfruttatrice e oppressiva del sistema capitalistico, che esso è irriformabile ed è soltanto una perdita di tempo e di energie il cercare di migliorarlo e va combattuto con tutte le forze e i mezzi necessari, dobbiamo chiarire alle masse la vera natura fascista e razzista del governo nero Salvini-Di Maio che sta portando avanti una campagna senza precedenti contro i migranti soffiando sul fuoco del razzismo per tentare di sviare il malcontento delle masse per la situazione economica che non trova reali miglioramenti dopo anni e anni di crisi economica, dalla sua vera causa che è il capitalismo stesso che provoca inevitabilmente povertà, emarginazione, guerre imperialiste, migrazioni di massa.
Dobbiamo altresì chiarire alle masse che il PMLI è l’unico partito che nel nostro Paese si batte per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro.
Per quanto difficile esso possa risultare per via in particolare dei pochi mezzi e forze che disponiamo, oltre che per l’anticomunismo sparso a piene mani da anni tanto dalla destra quanto dalla “sinistra” della borghesia non possiamo prescindere da questo.
Radicamento e sviluppo del PMLI
Ogni nostro sforzo deve essere finalizzato al radicamento e allo sviluppo del PMLI, ognuno nella propria città e Regione, come a mettere insieme tanti tasselli di un puzzle rosso che una volta completato ci mostrerà finalmente l’Italia unita rossa e socialista!
Comprendete quindi bene, care compagne e compagni, quanto sia importante affrontare le questioni principali che riguardano il lavoro politico nella nostra Regione, farlo apertamente e dicendoci le cose come stanno, solo così potremo trovare le soluzioni concrete e conseguenti per far sì che il nostro impegno nel lavoro politico sia più efficace e porti a risultati concreti.
Dobbiamo analizzare e affrontare i nostri punti deboli che a dir la verità sono già stati evidenziati anche nelle precedenti riunioni ma sui quali ancora non siamo riusciti a intervenire in maniera adeguata per darvi una svolta.
Su tutti, sicuramente, c’è il lavoro di radicamento, che non è certo un ambito secondario del lavoro politico che al momento si può rimandare oppure che vi si possa impiegare anche una piccola parte delle nostre forze, al contrario esso è fondamentale affinché il Partito metta radici nel territorio, si diffonda e cresca.
E ancora una volta dobbiamo rilevare come vi sia una grave carenza di tutte le istanze della Regione, a partire da quella regionale che si autocritica in tal senso.
Manca di fatto e quasi completamente lo studio della situazione locale, l’attacco alle giunte locali, l’analisi delle loro politiche, la critica dei loro provvedimenti, l’elaborazione di rivendicazioni atte a migliorare le condizioni delle masse delle nostre città, mancano documenti a riguardo, articoli, comunicati stampa, mancano le diffusioni e i momenti di contatto con le masse.
È impensabile che queste si avvicinino a noi se noi non ci occupiamo dei loro problemi immediati, dal lavoro all’istruzione, dalla sanità all’ambiente, alla riqualificazione delle periferie e cosi via, se non appoggiamo le loro rivendicazioni, proponendo parole d’ordine e metodi di lotta atti a risolverli, bombardando senza soluzione di continuità le giunte comunali e regionali mettendo a nudo le loro malefatte con comunicati stampa e articoli per “Il Bolscevico”, se non diamo loro risposte, indicazioni, soluzioni, se non le sproniamo a battersi contro le giunte locali che sono l’emanazione a loro più vicina del sistema capitalistico e contro le quali rivolgere i primi e più potenti colpi.
Certamente non possiamo occuparci di tutto e nelle misura che necessiterebbe, ma se non comprendiamo, e poi agiamo di conseguenza, che questo lavoro è indispensabile per radicare e sviluppare il Partito e che dobbiamo impegnarci a fondo per cercare di intervenire puntualmente almeno sulle questioni principali e immediate il Partito non farà passi in avanti e rimarrà più o meno nella situazione attuale.
Non basta avere ragione, non basta avere i Maestri, essere eredi e continuatori della storia del socialismo, non basta avere una linea politica, organizzativa, rivendicativa corrette per conquistare automaticamente il consenso e il sostegno delle masse, esse devono vederci tra di loro, devono sapere che noi ne facciamo parte, la parte politicamente più avanzata e combattiva alla quale vale la pena dare tutta la propria forza e fiducia.
Se non stiamo tra le masse delle nostre città, quartiere, provincia, regione, luogo di lavoro e di studio, e non ci occupiamo dei loro problemi, non riusciremo mai a colmare questa grossa lacuna.
Anche il lavoro giornalistico ne risente, infatti se non conosciamo bene la situazione locale e non interveniamo su di essa, di conseguenza non avremo neanche di che scrivere.
Non che non venga fatto lavoro giornalistico, ma questo è troppo concentrato sulla pur necessaria e doverosa cronaca dell’attività del Partito in occasione di manifestazioni e iniziative varie e manca appunto quasi completamente dell’analisi delle situazioni locali, dell’operato delle giunte, dell’intervento sui problemi locali delle masse.
Anche in questo caso possiamo e dobbiamo fare di più prendendo esempio dalle istanze delle altre città e regioni che vediamo invece intervenire puntualmente su “Il Bolscevico”.
Dobbiamo acquisire un sano spirito di emulazione verso le istanze più avanti delle nostre, non per primeggiare all’interno del Partito ma per dare contributi sempre maggiori e qualificati alla lotta del Partito.
Quasi nulli sono anche il lavoro sindacale e quello studentesco, che risentono inevitabilmente della composizione del Partito nella nostra regione che purtroppo al momento vede un’assenza di studenti e una presenza limitata di lavoratori. Questo non deve però costituire un alibi per non fare nulla a riguardo, perché possiamo comunque occuparci dei problemi dei lavoratori e degli studenti delle nostre città, delle vertenze in corso, denunciare lo sfruttamento padronale, le carenze nelle scuole di ogni ordine e grado e la prepotenza dei presidi-manager, le misure governative e l’accondiscendenza delle amministrazioni locali che spesso di facciata si schierano in particolare con i lavoratori e le loro famiglie e poi nulla fanno nella pratica.
Al riguardo una buona occasione è la campagna Congressuale della Cgil che ci vede appoggiare il documento de “Ilsindacatounaltracosa”, un appoggio critico come ben spiegato a più riprese su “Il Bolscevico” ma che non ci deve impedire di sostenerlo contro la maggioranza della Camusso che ha sposato completamente una linea concertativa deleteria e perdente sotto ogni punto di vista.
Bene ha fatto quindi l’Organizzazione di Ravenna a partecipare ed intervenire ad un’assemblea congressuale di base per criticare l’operato della Cgil e l’auspicio è che anche altri facciano lo stesso preparandosi a dovere per costituire dei punti riferimento per il dissenso all’interno della Cgil portando avanti la nostra proposta sindacale del Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati.
Queste sono le carenze principali nel nostro lavoro politico, cose di non poco conto e sulle quali occorre assolutamente cambiare marcia.
Ma nulla è irreparabile, dobbiamo solo decidere di farlo, il Partito è anche nelle nostre mani, è quindi anche nostra responsabilità farlo crescere.
Detto di ciò che non va e che dobbiamo migliorare, è corretto però sottolineare anche ciò che va, che dobbiamo mantenere e possibilmente migliorare ulteriormente.
A partire dal lavoro di propaganda, sul quale tutti i compagni fanno sicuramente il possibile, considerate le forze, infatti il Partito non manca di partecipare e in maniera qualificata alle principali manifestazioni che si svolgono in ambito locale, su tutte quelle del 25 Aprile e del 1° Maggio, alle quali i marxisti-leninisti tengono alte le bandiere e i cartelli del PMLI, e diffondendo i documenti del Partito e finanche Il Bolscevico stampato per l’occasione.
Ma vi sono state anche altre occasioni come la partecipazione alle manifestazioni svoltesi nel dicembre scorso a Forlì contro l’aggressione da parte degli squadristi di Forza Nuova ad alcuni antifascisti in pieno centro, alla commemorazione dell’eccidio di Marzabotto il 1° ottobre, alla manifestazioni antifasciste a Ravenna e a Modena entrambe organizzate dall’Anpi in risposta alla provocatoria adunata di Forza Nuova, annunciata e poi ritirata, in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma, a quelle antifasciste tenutesi a Ravenna in dicembre ed altre ancora.
Ciò che dobbiamo fare è dare continuità alla nostra presenza in piazza perché come ha ben spiegato il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI: “La piazza è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università. Frequentiamola il più possibile per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse”.
Anche in occasione della campagna astensionista per le elezioni politiche del 4 marzo, che hanno visto prevalere i ducetti Salvini e di Maio, è stato fatto un discreto lavoro di propaganda della posizione astensionista del PMLI, infatti in tutte le città dove siamo presenti sono state effettuate delle diffusioni del relativo documento del Comitato centrale, mentre a Rimini e Ravenna si sono tenuti anche dei rossi banchini.
Il cordone ombelicale che ci lega ai grandi Maestri del proletariato internazionale
E ancora in occasione del Centenario della Grande rivoluzione socialista d’Ottobre sono state effettuate diffusioni a Modena e Rimini, a Ravenna è stato affisso il relativo manifesto in un circolo, mentre il 1° novembre il PMLI.Emilia-Romagna ha rilasciato un’intervista alla trasmissione de La 7 “Tagadà” recandosi appositamente a Cavriago al busto di Lenin, intervista poi completamente censurata nel servizio mandato in onda.
In quell’occasione però i marxisti-leninisti non hanno mancato di rendere omaggio a Lenin collocando un mazzo di fiori e un messaggio ai piedi del busto di Lenin.
Molto importante anche la diffusione dello scorso 15 aprile a Modena alla proiezione di un film su Marx in occasione del Bicentenario della sua nascita.
Avvenimento questo che tutto il Partito si è impegnato a fondo per celebrare nel migliore dei modi, con proiezioni del video realizzato dalla Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI, diffusioni, documenti, gadget, ecc, tra le iniziative messe in campo non poteva mancare la manifestazione che annualmente il PMLI.Emilia-Romagna organizza a Riccione, davanti al busto di Marx collocato nel giardino della biblioteca comunale, che di solito si tiene a marzo in occasione della morte ma che non poteva che essere posticipata per questo importante Anniversario e che ha visto la partecipazione di militanti e simpatizzanti del PMLI giunti da Rimini, Ravenna, Forlì, Modena e Salsolmaggiore Terme che si sono stretti al busto tenendo alte le bandiere dei Maestri e del Partito ed esponendo il cartello riportante il bellissimo manifesto celebrativo appositamente realizzato.
In quella occasione è stato pronunciato un importante discorso celebrativo che ha rimarcato i principali meriti storici di Marx e l'importanza determinante dei suoi studi e della sua opera, assieme a quelli di Engels, per dar dare al proletariato la propria ideologia, cultura, organizzazione politica per poter condurre la lotta di classe contro la borghesia per abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo prima e il comunismo poi.
In precedenza, domenica 21 gennaio, si è svolta invece la consueta manifestazione in piazza Lenin a Cavriago in occasione dell’Anniversario della morte del grande Maestro del proletariato internazionale Lenin e che anche quest’anno ha visto la partecipazione di compagne e i compagni giunti oltre che da varie province della Regione, anche dalla Lombardia, dal Piemonte e dalla Toscana.
Rispetto ai 2 anni precedenti in questa occasione il Pci di Reggio Emilia non ha co-promosso la manifestazione a causa delle dimissioni avanzate dal compagno Alessandro Fontanesi (comunque presente) da ogni incarico nel suo partito in dissenso con l'ennesima e ancora una volta fallimentare ammucchiata elettorale che questa volta ha preso il nome fuorviante di “Potere al popolo”, ma erano comunque presenti militanti del Pci reggiano, oltre ad una delegazione del Pci dell'Alto Verbano (Varese) guidata dal compagno Luca Zambonin che ha anche svolto un intervento, portando poi il saluto del Segretario provinciale del Pci di Varese Cosimo Cerardi, dopo che il compagno Angelo Urgo, Segretario del Comitato lombardo del PMLI aveva aperto l’iniziativa.
La parola è stata data anche a un rappresentante dell’Associazione Culturale Antonio Gramsci di Scandiano (Reggio Emilia) della quale ha portato i saluti apprezzando l'iniziativa per Lenin, a dimostrazione di quanto questa manifestazione, storicamente lanciata dal PMLI e poi sempre più allargata ad altre forze politiche e sostenitori di Lenin, stia assumendo sempre più prestigio diventando un punto di riferimento per chi si definisce comunista e leninista, e che genera un’importante ricaduta mediatica che anche in questa occasione non è mancata.
L'intervento conclusivo è spettato come al solito al PMLI con un discorso sul tema “Cosa ci ha insegnato Lenin per combattere il capitalismo, fare la rivoluzione socialista e conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato”.
Il PMLI.Emilia-Romagna ha quindi ancora una volta dato vita a una potente manifestazione marxista-leninista, carica di coscienza di classe proletaria rivoluzionaria, che ha dato forza e fiato al leninismo, al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, al PMLI, alla linea astensionista marxista-leninista in vista delle elezioni politiche.
A margine di essa alcuni compagni del Comitato lombardo del PMLI e compagni del Pci si sono recati alla Castelfrigo di Castenuovo di Modena per esprimere solidarietà ai lavoratori, prevalentemente migranti, in lotta da mesi contro il licenziamenti di 127 operai soci-lavoratori delle cooperative appaltatrici.
Le manifestazioni a Cavriago costituiscono un’importante esperienza di lavoro di fronte unito, in particolare per l’alleanza che di volta in volta si stabilisce con chi si unisce al PMLI nel celebrare Lenin, riconoscendo il ruolo centrale e primario del nostro Partito, ruolo che si è conquistato sul campo sia per essere l’ideatore di queste manifestazioni sin dall’inizio sia per la qualità politica dei suoi interventi, che per quella organizzativa.
Per ultimo, in tema di celebrazioni dei Maestri, l’Anniversario della nascita di Stalin che anche quest’anno si è svolto presso la sede della Cellula “Stalin” di Forlì, alla quale hanno partecipato le istanze di Forlì, Rimini e Ravenna del PMLI.
Purtroppo quella è stata l’ultima iniziativa svolta nella sede di Forlì, o almeno in quella sede, perché poco dopo ci è stato comunicato che la Cellula avrebbe dovuto lasciare libero lo spazio utilizzato a causa di un cambio di gestione del circolo in seguito al quale la dirigenza Pd non avrebbe accettato la permanenza dei marxisti-leninisti.
È già successo più volte, nella sua ultraventennale storia, che la Cellula forlivese del PMLI abbia dovuto rinunciare allo spazio che a fatica di volta in volta si era riuscita a conquistare, ma anche stavolta siamo sicuri sarà solo una condizione momentanea e che presto il PMLI tornerà ad avere anche a Forlì una sua base rossa.
Correggere i nostri punti deboli
Come si evince da questa analisi, seppur generale, ci sono ambiti nei quali, impegnandoci e applicando la linea del Partito, abbiamo fatto un buon lavoro politico ottenendo dei buoni risultati, e ci sono ambiti invece nei quali il nostro lavoro è insufficiente, parziale e incostante, e sui quali dobbiamo impegnarci per fare di più e meglio.
Lo dobbiamo fare perché la conquista di nuove forze al PMLI e alla causa del socialismo è indispensabile affinché il Partito possa adempiere ai propri compiti rivoluzionari.
Le attuali forze per quanto importanti esse siano, non bastano.
Nel suo discorso alla 6ª Sessione plenaria del 5° Comitato centrale del PMLI del 14 gennaio scorso, il compagno Giovanni Scuderi ha evidenziato che “Il nostro Partito sta attraversando un passaggio assai delicato della sua storia. Dobbiamo prenderne coscienza, adeguare ad esso il nostro spirito e atteggiamento, discutere a fondo la questione e prendere le misure necessarie per superare questo passaggio e per proseguire con maggiore consapevolezza, chiarezza e coerenza la nostra Lunga marcia politica e organizzativa sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista.
Il motivo fondamentale di questa nuova situazione del Partito è costituito dal fatto che, come detto, non siamo riusciti ancora a risolvere i tre vecchi problemi: quello economico, quello dell’allargamento del gruppo di lavoro al Centro, quello del radicamento locale.
Il problema economico purtroppo non è possibile risolverlo alla radice perché non siamo in grado di intraprendere, indirettamente, una qualsiasi attività imprenditoriale o commerciale e perché non possiamo fare delle campagne di sottoscrizione pubbliche per motivi fiscali…. Il problema del radicamento locale sarebbe risolvibile con relativa facilità. In realtà non è così perché non si applica o si applica parzialmente, in maniera meccanica, senza uno studio, un programma e una strategia, la linea politica, organizzativa, di massa e di fronte unito del Partito. A oggi infatti non ci risulta che le Istanze intermedie e di base del Partito abbiano messo in pratica l’indicazione concreta di “sedersi attorno a un tavolo e discutere i tre elementi che compongono la parola d’ordine ‘Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi” e per ciascuno di essi stabilire cosa fare, tenendo presente la situazione concreta in cui si opera, le forze che disponiamo e il principio più “qualità e meno quantità”.
Ciò segnala una grave contraddizione tra l’accettazione della linea e delle indicazioni concrete del Partito e la loro non applicazione. Bisogna quindi che le Istanze intermedie e di base si siedano attorno a un tavolo e facciano quanto sopra indicato.”
E questo riguarda, come già analizzato precedentemente, anche tutte le istanze della nostra Regione, nessuno di noi infatti ha analizzato la propria situazione locale e programmato un lavoro politico finalizzato all’intervento sulle problematiche locali e sulla critica delle amministrazioni, e che comprenda tra l’altro anche la partecipazione ai movimenti di massa sindacali e studenteschi, che hanno la precedenza, ma anche sociali, femminili, ambientalisti e così via, che sono i luoghi dove si orientano le masse in un senso o in un altro, dove avviene lo scontro delle idee e delle proposte, dove possiamo trovare consensi e alleati per spostare i movimenti il più avanti possibile politicamente, pur rispettando la loro natura, scopi e obiettivi.
Ma per migliorare il proprio lavoro politico occorre innanzitutto migliorare la propria militanza, la qualità delle Istanze intermedie e di base del Partito, e questo è possibile solo se eleviamo la nostra cultura politica studiando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao in base alle necessità e ai compiti personali e della propria istanza, se abbiamo una corretta concezione del Partito, se ne conosciamo a fondo la linea generale e di settore e la mettiamo in pratica a livello individuale e di istanza, se rispettiamo il centralismo democratico, se pratichiamo la critica e l’autocritica, se diamo continuità al lavoro politico personale e di istanza, se facciamo una corretta vita interna di Partito, se osserviamo anche le più piccole indicazioni del Partito, se studiamo la realtà in cui operiamo, infine, e non per ultimo, se mettiamo gli interessi del Partito, della causa e del proletariato al di sopra dei propri interessi personali.
D’altra parte sempre nel suo Rapporto il compagno Scuderi afferma poi che “In questi due ultimi anni il nostro Partito si è indebolito numericamente ma sui piani ideologico, politico, propagandistico e giornalistico è diventato molto più forte, autorevole, agguerrito e combattivo, confermando che la sua testa è quella di un Gigante Rosso”.
La qualità dei documenti del Partito e degli articoli pubblicati su “Il Bolscevico” che proseguono fedelmente nel solco del marxismo-leninismo-pensiero di Mao ne danno ampia prova, ma questo non basta per lasciarsi “trasportare dalla corrente” sperando che per riflesso le masse volgano a noi il proprio sguardo e fiducia, se non dimostreremo loro che il PMLI è l’unico Partito al quale stanno veramente a cuore le loro condizioni di vita, di lavoro e di studio, e che è l’unico Partito al quale vale la pena dare fiducia e tutta la propria forza affinché le cose cambino realmente nel nostro Paese.
Perché nei suoi 157 anni dall’Unità d’Italia il capitalismo non è ancora riuscito a risolvere i due principali problemi economici e sociali del Paese: le disuguaglianze sociali e il divario tra il Sud e il Nord. E non li potrà mai risolvere pienamente perché per sua natura pensa principalmente ad arricchire i capitalisti, gli azionisti, i banchieri, i manager, i vertici della magistratura, delle Forze armate e delle “forze dell’ordine”, gli alti burocrati dello Stato e a sviluppare le zone dove l’economia, la finanza, l’industria, l’agricoltura e i servizi sono più forti e concentrati, mentre genera e alimenta miseria, disoccupazione, precariato, sfruttamento, oppressione e subalternità delle masse alla classe dominante borghese, divisione in classi, disuguaglianze sociali, di sesso e territoriali, ingiustizie sociali, mafie e corruzione, razzismo.
Ma il capitalismo italiano non produce solo disuguaglianze sociali e territoriali ma anche guerre e fascismo, infatti attualmente l’Italia è presente militarmente in 24 Stati di tre continenti (Europa, Asia e Africa) con 35 missioni che impiegano circa 6.500 militari che costano oltre mille miliardi l’anno.
E questo indipendentemente da che sia un governo della destra o della “sinistra” borghesi a curarne gli interessi e gli affari.
Il capitalismo va spazzato via perché non potrà mai cambiare natura, linea politica e rapporto con le masse, pena la sua autodistruzione.
Certo ci vorrà del tempo per accumulare le forze e le alleanze necessarie per liberarcene e, come abbiamo detto prima, queste forze arriveranno se ci occupiamo quotidianamente dei problemi materiali immediati delle masse, se riusciamo a convincerle della giustezza della nostra proposta strategica del socialismo, se pratichiamo una corretta e larga politica di fronte unito che ruoti attorno alla nostra piattaforma rivendicativa a partire dai diritti sociali: lavoro, casa, salute, pensione, istruzione.
La nostra missione storica
Solo tenendo fermo il nostro atteggiamento di classe anticapitalista, antigovernativo, antistituzionale e astensionista elettorale, la cui giustezza è stata confermata anche alle recenti elezioni politiche nonché da quelle più recenti amministrative, è possibile far maturare la coscienza e la mobilitazione rivoluzionarie delle masse proletarie e popolari e delle nuove generazioni e accumulare le forze rivoluzionarie sociali, politiche e culturali necessarie per abbattere il capitalismo e il potere della borghesia e conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato, facendo comprendere ad un numero sempre più grande di elementi avanzati, combattivi e coscienti, specialmente le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti, le intellettuali e gli intellettuali l'importanza e la necessità storica della militanza marxista-leninista affinché si uniscano a noi senza più indugio sotto le rosse bandiere dei Maestri, del socialismo e del PMLI.
La conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato è la nostra missione storica perché siamo pienamente coscienti che la classe operaia nel capitalismo avrà sempre un ruolo subalterno alla borghesia.
Il problema è che il proletariato italiano non ha ancora la coscienza rivoluzionaria per sviluppare adeguatamente la lotta di classe perché è stato rigettato in uno stadio pre-marxista come classe in sé non come una classe per sé, per responsabilità dei revisionisti che l’hanno decomunistizzato, deideologizzato, depotenziato e corrotto col riformismo, l’elettoralismo, il parlamentarismo, il costituzionalismo, il governismo e il pacifismo dei quali si deve liberare.
Persino il governo Salvini-Di Maio rischia di non essere compreso per quello che è in realtà, e cioè un mostro fascista, razzista e xenofobo che si sta già palesando con il criminale respingimento delle navi delle Ong che salvano i migranti in mare, con l’annunciata caccia ai Rom, i regali alla grande borghesia con la flat tax, le misure fuorvianti quali il “reddito di cittadinanza” in cambio di lavoro gratuito per le amministrazioni locali e il falso sostegno ai “riders”, fino alla riconferma delle alleanze imperialiste solo con un diverso bilanciamento rispetto alle forze in campo, a favore della Russia imperialista, alla quale la Lega di Salvini sembra legata a doppio filo.
Non solo i marxisti-leninisti, i fautori del socialismo e gli anticapitalisti, ovunque organizzati, i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, ma anche gli antifascisti consapevoli e informati hanno il dovere storico di unirsi per sbarrare la strada ai fascisti del XXI secolo e buttar giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio.
Consapevoli però che migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse è importante, e su questo fronte il PMLI sarà sempre in prima linea, come in passato, ma il vero cambiamento dell’Italia può avvenire solo se si cambia tutto, non solo il governo, cioè se si passa dal capitalismo al socialismo, dalla dittatura della borghesia alla dittatura del proletariato, dalla sovrastruttura istituzionale, giuridica, culturale e morale borghese a quella proletaria.
Il PMLI rilancia quindi ancora una volta l’appello alle proletarie e proletari, lavoratrici e lavoratori, masse popolari femminili e giovanili, a unirsi sotto le grandi bandiere rosse di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, del socialismo e del PMLI, e marciare con forza e fiducia sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Noi marxisti-leninisti dell’Emilia-Romagna dobbiamo farci portatori di questo appello e trasmetterlo alle masse della nostra Regione, affinché il PMLI pianti radici profonde in tutte le città, nei quartieri, soprattutto nelle fabbriche, nelle scuole. Un obiettivo che, per quanto possa sembrare difficile da raggiungere, deve rimanere al centro della nostra azione politica, ogni attività che svolgiamo deve essere infatti condotta nell’ottica di dare al Partito un corpo da Gigante Rosso e se ognuno farà la sua parte sicuramente ci riusciremo, indipendentemente dal tempo e dagli sforzi che saranno necessari.
Come ha affermato il grande Maestro del proletariato internazionale Mao, che come ogni anno il PMLI commemorerà nel mese di settembre a Firenze, “Il sistema socialista finirà col sostituirsi al sistema capitalista; è una legge obiettiva, indipendente dalla volontà dell'uomo. Per quanto i reazionari si sforzino di fermare la ruota della storia, prima o poi la rivoluzione scoppierà e sarà inevitabilmente vittoriosa”.
Care compagne e cari compagni,
abbiamo fatto tanta strada, ma ancora tanta ne dobbiamo fare, abbiamo fatto tanto lavoro ma ancora tanto ne dobbiamo fare e migliorare, la strada è ancora in salita e irta di ostacoli, ma vivendo coerentemente da marxisti-leninisti ogni momento della nostra vita a livello personale e politico, coi Maestri e il PMLI, uniti, concentrati sui nostri compiti rivoluzionari, migliorandoci, risolvendo i problemi ancora aperti, e aiutandoci l’un l’altro senz’altro vinceremo!
Avanti con forza e fiducia sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Viva la quattordicesima riunione dei marxisti-leninisti dell’Emilia-Romagna!
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
11 luglio 2018