In occasione della quarta giornata internazionale dedicata all’abbattimento delle barriere
Il Disability Pride in piazza a Roma per chiedere diritti, lavoro e servizi sociali
In centinaia accompagnati da familiari o amici per avere le stesse opportunità di vita, di lavoro e di svago
“Disabilità, integrazione e tutela” le parole d’ordine del Disability Pride la manifestazione che si è svolta il 15 luglio a Roma in occasione della quarta giornata internazionale dedicata all’abbattimento delle barriere che ostacolano la libertà delle persone con disabilità. A Roma per la prima volta ma in contemporanea con Brighton (Gran Bretagna) e New York per rivendicare e mettere all'attenzione dei governi i diritti di tutti: paraplegici, tetraplegici, non vedenti, non udenti e tutti coloro che abbiano sofferto, anche solo temporaneamente, menomazioni fisiche, neurologiche e sensoriali.
Un corteo musicale e colorato è partito da piazza Venezia, ha attraversato le vie del centro fino a piazza del Popolo, per lanciare un messaggio importante: “rivendicare con orgoglio il diritto di avere le stesse opportunità dei normodotati”, come ha spiegato Carmelo Comisi, presidente e ideatore del Disability Pride.
Una denuncia inascoltata in tutto il mondo e in particolare in Italia da tutti i governi borghesi che si sono succeduti negli anni e, oltre alla sordità politica verso ogni diritto riconosciuto e tutelato a livello mondiale come la convenzioni ONU sui diritti delle persone con disabilità, ad oggi neppure quello nero di Salvini-Di Maio, ha stabilito un euro per l'assistenza, le cure, il supporto familiare, gli ausili e le pensioni per ogni disabile ma anzi procede nella politica antipopolare e antifamilista di ridurre e tagliare ogni tipo di finanziamento e servizio socio-sanitario dalle leggi di bilancio, costringendo i disabili a vivere nell'emarginazione con pensioni minime insufficienti alle loro necessità.
Dario Dongo del direttivo del Disability Pride Onlus afferma: “La società italiana deve mettersi al livello della civiltà. E la civiltà è quella affermata nella Convenzione Onu per i diritti dei disabili 12 anni fa”, praticamente inattuata. Mentre Bruno Calvani, presidente dell'Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), denuncia: “L' Italia è fra gli ultimo paesi europei per risorse e servizi, a favore di persone disabili si spendono 438 euro pro capite all'anno, meno della media europea (531) e lontano dagli inglesi (754)”. Tra le regioni maggiormente ostili alle esigenze dei disabili attualmente figurano Sicilia, Lazio, Puglia, Toscana e Campania.
Di fatto poco o niente è cambiato nel nostro Paese, affermano le associazioni promotrici: “le barriere architettoniche e senso-percettive sono ancora diffuse nelle nostre città; l’assistenza per avere una vita autonoma è spesso carente se non in alcuni casi inesistente; la percentuale delle persone con disabilità impiegate nel mondo del lavoro è esigua e minimo è anche il numero di quelle coinvolte negli apparati politico-amministrativi”. Una realtà che tocchiamo con mano se pensiamo alla dilagante disoccupazione e alla totale mancanza di rispetto delle norme per l'assunzione dalle cosiddette liste protette.
Le richieste del Disability Pride non si fermano all'abbattimento delle barriere architettoniche, “ma vuole infatti richiamare l’attenzione sul diritto a una vita indipendente, il diritto al lavoro, il diritto a una amministrazione più vicina e meno indifferente ai bisogni di chi vive – temporaneamente o in via definitiva – una limitazione psichica o fisica. Bisogni quasi sempre colmati dai familiari dei disabili, costretti a rinunciare alle proprie attività per prendersi cura di un congiunto altrimenti abbandonato a se stesso, e nella migliore delle ipotesi destinato a vivere in un ospizio”.
La manifestazione, organizzata da Disability Pride Onlus in collaborazione con la Fondazione ANMIL, la Fondazione Sosteniamoli subito e Luca Coscioni e da numerosissime associazioni di categoria e patrocinata dal Parlamento Europeo, dall’ANCI e dall’Ambasciata Britannica, Cgil, Codacons, Lilt e Cnr, si è conclusa con gli interventi e l'esibizione di numerosi artisti e cantanti dandosi un nuovo appuntamento per il 24 febbraio 2019.
18 luglio 2018