Contro l'ordinanza del neopodesta Pogliese sulla “sicurezza urbana”
Mobilitazione antifascista e di popolo a Catania
Partecipate assemblee in piazza. Il PMLI denuncia il passato e il presente fascista del nuovo sindaco e attacca apertamente il capitalismo come fonte della povertà. Diffusi i volantini contro il governo nero Salvini-Di Maio e “Per chi vuole conoscere la storia e la linea del PMLI”
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
La Catania antifascista dice No all'ordinanza n. 89 del 4 luglio 2018 del neopodestà fascista Salvo Pogliese, che sanziona pesantemente la condizione delle persone senza casa, senza reddito, in povertà assoluta. Pogliese a 16 giorni dalla sua elezione ha deciso di occuparsi della “sicurezza urbana”, giacché per loro natura i fascisti hanno la vocazione di prendersela sempre con i più deboli; nel caso di Catania i senza tetto. Per i fascisti in difesa dei padroni e del sistema capitalistico, vedi il suo amico camerata Salvini, che nel discorso di insediamento, il problema per l'Italia sono gli immigrati.
Quale colpa hanno i senza tetto, di dormire per strada e sotto i portici e se non accettano saranno multati dai 50 ai 300 euro secondo l'ordinanza n. 89 “Degrado del territorio e pregiudizio del decoro”.
In un comunicato stampa l'ANPI denuncia che disagio sociale e povertà estrema non rappresentano un illecito ma sono il riflesso ed espressione di gravi e intollerabili squilibri sociali in una città del tutto carente di servizi sociali, in cui mancano persino i bagni pubblici e un dormitorio comunale. Indecorosa è una comunità che finge di non vedere o si dimostra infastidita dalla piaga dell'indigenza... non è problema di ordine pubblico”.
Dopo la pubblicazione di questa ordinanza di stampo fascista è partita la mobilitazione degli antifascisti con assemblee di strada. La prima il 9 luglio in via crociferi. Decine le associazioni che hanno aderito. Diverse centinaia i partecipanti, tanti gli interventi di denuncia dove si chiede il ritiro dell'ordinanza e provvedimenti per i senza tetto, a partire dal dargli una casa requisendo le case sfitte ai proprietari di grandi patrimoni immobiliari. A Catania sta nascendo un comitato “una casa per tutti”.
La seconda assemblea in via Etnea (il 14 luglio) nel tratto tra Piazza Università e Piazza Duomo. Gli organizzatori avevano chiesto Piazza Duomo per l'assemblea ma gli è stato negata. In questa occasione è stato fatto il punto sulla proposta del neopodestà di mettere a disposizione dei senza tetto le case sequestrate alla mafia, proposta che non risolve il problema poiché i senza tetto sono migliaia, compresi gli sfruttati. Ci vuole una soluzione radicale, con edifici pubblici vuoti e da trasformare in appartamenti da abitare. Dopo decine di interventi che hanno toccato vari argomenti, anche con toni accesi, a significare quanto sia evidente la contraddizione con il capitalismo che crea milioni di poveri soprattutto quando si tocca con mano. La mobilitazione continua.
Il PMLI ha partecipato alla mobilitazione con simpatizzanti e amici dando un contributo alla lotta contro l'ordinanza fascista e al dibattito pubblico. I compagni Sesto Schembri e Fabrizio hanno preso la parola, criticando il neopodestà Pogliese e la sua storia di fascista ed ex militante del Fronte della Gioventù, organizzazione di stampo fascista, e denunciando che per Pogliese chi “bivacca” per le strade, chiunque non ha una casa, i barboni, chi beve una birra al di fuori di un locale pubblico, viene multato. Il regime neofascista vuole nascondere ai turisti i suoi crimini sociali che sono la povertà, la disoccupazione diffusa a Catania. I compagni della Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI hanno denunciato, nel documento elettorale astensionista del 10 giugno scorso, il disagio sociale del popolo catanese, invitando a non votare i partiti e i candidati sindaco al servizio del regime capitalista e neofascista perché nessuno dei candidati metteva in discussione il sistema capitalista marcio. Chiunque fosse stato eletto avrebbe comunque dovuto amministrare le istituzioni borghesi, come l'ex sindaco borghese Bianco che ha lasciato la città di Catania nel disastro sociale nonostante i quattro mandati, non c'è un capitalismo buono e uno cattivo, il capitalismo deve fare profitto, la nostra povertà e la sua ricchezza non c'è mediazione. I nostri compagni parlando ai partecipanti all'assemblea hanno ribadito che la città di Catania non è fascista, più del 50% dell'elettorato si è astenuto e Pogliese è stato eletto dal 26% del corpo elettorale. I compagni hanno invitato a fare un fronte unito per lottare contro le istituzioni borghesi, per il lavoro, la casa e il libero bivacco. Hanno ricordato la Catania con tradizioni di lotte sociali e politiche, lo sciopero indetto dalla Cgil l'8 luglio 1960 contro il governo fascista Tambrioni, quando scesero in piazza migliaia di lavoratori e giovani e dove è stato ucciso l'operaio Salvatore Novembre, gli anni '60 delle lotte dei lavoratori per contratti e aumenti salariali, un Sessantotto nel quale operava uno dei movimenti studenteschi più combattivi d'Italia.
I compagni hanno distribuito diverse decine di copie del volantino col Documento del CC del PMLI contro il governo nero Salvini-Di Maio, e un altro dal titolo “Per chi vuole conoscere la storia e la linea del PMLI” in cui si invita chi è interessato a conoscere la linea del PMLI, scritti e discorsi del Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi. I volantini sono stati accettati con interesse.
Riflettendo su tutti quelli che hanno preso la parola, c'è da dire che nonostante i toni accesi di molti interventi, nessuno ha toccato direttamente il sistema capitalistico, come se la povertà fosse un fatto naturale. Solo i nostri compagni hanno criticato il capitalismo come vera unica causa della povertà. Solo alla fine è poi intervenuto Luca Cangemi del PCI, che ha inneggiato alla lotta di classe e ideologica, ma anche in questo caso senza accusare apertamente il capitalismo. Un compagno gli si è così rivolto andandogli incontro: bene, il primo passo l'hai fatto, incominciate però a farvi l'autocritica visto che vi riconoscete ancora in Gramsci, Togliatti, Berlinguer, proprio quei revisionisti che hanno lasciato solo macerie.
I marxisti-leninisti nella prima assemblea indossavano le spille dei Maestri e del PMLI, nella seconda invece hanno portato la bandiera del Partito. Solo “cataniapubblicawebtv” ha citato la partecipazione del PMLI
18 luglio 2018