Per gli scontri al corteo del 1° Maggio 2017
Blitz poliziesco contro il centro sociale Askatasuna
Notificate 15 misure cautelari
Il CSA chiama alla mobilitazione
Con la gravissima accusa di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, all’alba di venerdì 13 luglio la polizia del fascio-leghista Salvini ha fatto irruzione nel Centro Sociale Askatasuna di Torino, in corso Regina Margherita, per notificare quindici misure cautelari (9 arresti domiciliari e 6 obblighi di firma in Questura) nei confronti di altrettanti attivisti dei centri sociali, studenti universitari, protagonisti delle lotte contro gli sfratti e notav, che il 1° Maggio 2017 tentarono di forzare il blocco poliziesco per partecipare al comizio conclusivo dei sindacati in Piazza San Carlo ma furono brutalmente caricati dalle “forze dell'ordine”.
Nel corso del blitz è stato perquisito anche lo Spazio popolare Neruda.
Le cariche furono scatenate dalla polizia dell'allora ministro Minniti (PD) per “bonificare” la piazza e impedire soprattutto allo spezzone sociale del corteo di contestare i sindacati confederali e il PD.
In un comunicato stampa diffuso attraverso i social network, Askatasuna denuncia fra l'altro che: “Una Procura travolta dagli scandali sostiene un’operazione politica contro chi in questi anni ha rappresentato l’unica voce di dissenso nella nostra città, la Questura piagnucola dopo che ogni primo maggio cerca lo scontro con i manifestanti invisi e Salvini si toglie qualche sassolino dalla scarpa contro chi in questi anni ha contestato ogni sua apparizione pubblica mentre la sinistra cittadina chiedeva di restare a casa per non dargli visibilità... Ne abbiamo viste tante ma mai ciò che è scritto nell'ordinanza va al di là di ogni immaginazione per il carattere esplicitamente politico usato per giustificare gli arresti. Leggiamo nelle carte del Pm Rinaudo che come elemento a carico dei nostri compagni c'è l'aver voluto 'rimarcare la loro estraneità alla manifestazione e ai valori da essa espressi' formando uno spezzone separato da quello dei sindacati. Rivendichiamo con forza che sono le burocrazie sindacali e il PD ad essere estranei alla festa dei lavoratori e ai suoi valori. Ci chiediamo, come è possibile che nel nostro paese uno spezzone composto da lavoratori precari, studenti e famiglie sotto sfratto venga caricato a freddo per impedire di esprimere il proprio dissenso contro quelli che in questi anni hanno venduto i diritti dei giovani e dei lavoratori a colpi di Fornero, Jobs Act e alternanza scuola-lavoro? In quale Stato che ha l’arroganza di dirsi democratico è la Questura che decide chi può entrare in piazza e chi no? Ci fa sorridere poi vedere il procuratore Spataro e il capo procuratore Saluzzo, che ieri fantasticavano di barconi di profughi ai murazzi e fermezza contro i reati d’odio razziale, avvallare un’operazione repressiva contro l’unico spezzone in cui si contavano lavoratori e famiglie immigrate che avevano deciso di partecipare al corteo.
Se queste sono le accuse le rivendichiamo a testa alta. Quel giorno il nostro solo obiettivo era entrare in piazza per far sentire un voce contraria ed evitare che la manifestazione del Primo maggio fosse l’esclusiva di organizzazioni che più nulla hanno a che vedere con la difesa dei diritti dei lavoratori. Se il reato contestato è non abbassare la testa davanti alle prepotenze e l’arroganza delle istituzioni siamo colpevoli. Ci sembra che in questi anni di crisi se ne stanno accorgendo in tanti. I criminali sono coloro che erano seduti nei palazzi del potere a smantellare i diritti dei lavoratori e rubare i soldi tutti, non certo chi è stato in prima linea negli scioperi, nei picchetti anti-sfratto e nel combattere uno stato forte coi deboli e debole coi forti.
Chiediamo ai militanti di base delle organizzazioni sindacali di avere un sussulto di dignità davanti all’ennesima operazione che vuole distruggere anche la sola possibilità di esprimere una voce contraria alle politiche di anti-popolari degli ultimi anni. Chiediamo a tutti coloro che sono preoccupati dall’evidente deriva autoritaria che sta prendendo questo paese di prendere posizione contro questa ennesima operazione contro militanti che si sono spesi generosamente in questi anni a fianco di studenti, lavoratori e vittime della crisi”.
18 luglio 2018