Per il crac del Credito Fiorentino
Verdini condannato a 6 anni e 10 mesi
Il 3 luglio la Corte d'Appello di Firenze ha condannato a sei anni e dieci mesi l'ex senatore Denis Verdini per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino.
L'ex senatore berlusconiano, coordinatore regionale di Forza Italia e nazionale del Pdl, garante del famigerato patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi, poi stampella del governo Renzi con Ala, ed ex presidente della banca di Campi Bisenzio dal 1990 al 2010, era stato condannato in primo grado a nove anni.
La pena quindi è stata ridotta di ben due anni e due mesi rispetto ai nove inflitti al processo primo grado nel marzo 2017.
Insieme a Verdini sono stati condannati anche i boss delle costruzioni Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei a 5 anni e 10 mesi ciascuno, con un aggravio di pena di tre mesi rispetto al primo grado.
Sempre per il fallimento dell'ex Ccf sono condannati a 3 anni e 4 mesi Monica Manescalchi e Leonardo Rossi. Inoltre la corte ha accolto patteggiamenti per l'ex dg della banca Pietro Italo Biagini a 3 anni e 10 mesi (in primo grado erano 6 anni per bancarotta fraudolenta), con interdizione temporanea dai pubblici uffici (in primo grado era perpetua), e per numerosi membri del cda e revisori dei conti, tutti a 1 anno e 8 mesi a parte Fabrizio Nucci (1 anno e 9 mesi). Per la truffa al fondo per l'editoria la corte di appello ha condannato, tra gli altri, anche l'ex a.d. e ex deputato di Ala Massimo Parisi a 1 anno, 5 mesi e 15 giorni, l'ex presidente della Ste Girolamo Strozzi Majorca a 8 mesi e 15 giorni, il manager Pierluigi Picerno a 9 mesi e 15 giorni.
Ora toccherà alla Cassazione, che probabilmente si pronuncerà entro dicembre confermare la condanna. Se sarà così, Verdini dovrà andare in carcere e da lì affrontare gli altri cinque processi in cui è imputato e già rinviato a giudizio negli ultimi anni.
Sul suo groppone gravano inoltre una condanna a diciotto mesi per finanziamento illecito; una condanna a due anni con pena sospesa per concorso in corruzione nell’appalto per la scuola Marescialli di Firenze; il rinvio a giudizio per l’acquisto di una palazzina a Roma in via della Stamperia e infine il processo per un giro di fatture false.
18 luglio 2018