Crociata di Salvini e Fontana contro i diritti delle coppie gay
La crociata reazionaria del governo non si ferma e tocca di nuovo al ministro della Famiglia Fontana suonare la carica. Dopo aver affermato che le famiglie omogenitoriali “non esistono”, che è stata una delle prime dichiarazioni del neonato governo Conte e quindi un eloquente biglietto da visita, ora il fido esecutore del programma “Dio patria famiglia” di Salvini si scaglia contro i figli delle coppie gay. Così si è espresso la settimana scorsa alla Commissione Affari sociali della Camera, dove ha negato “l'iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere”.
Se non fosse abbastanza chiaro, lo stesso ducetto Salvini è intervenuto per rincarare la dose: “Fino a quando io sarò ministro gameti in vendita e utero in affitto non esisteranno come pratica, sono reati”.
Facciamo prima un po' di ordine. Per gestazione per altri (Gpa), anche nota come maternità surrogata e chiamata spregiativamente “utero in affitto” per farla sembrare una pratica disumana, si intende la possibilità per una donna di partorire un figlio per conto di altri. In Italia è vietata, ma è già largamente praticata di fatto e, in certi Paesi, anche legalmente, dalle coppie eterosessuali. Che la campagna contro la Gpa sia faziosa, strumentale e omofoba lo dimostra il fatto che anche i suoi più acerrimi (e cattolicissimi) nemici non citano praticamente mai le coppie etero che la usano. Inoltre, si stima che i bambini con due padri o due madri pienamente riconosciuti in Italia siano sui 300, con diverse migliaia in attesa. Non tutti sono stati concepiti con Gpa: numerosi sono stati adottati legalmente all'estero.
Si capisce perciò che l'intento di Salvini e Fontana è negare completamente il diritto alle coppie lesbiche e gay di avere figli, tenendo illegale non solo la Gpa ma anche l'adozione. Ciò risponde pienamente all'impostazione familista, patriarcale ed eteronormativa del governo, che vuole ribadire un solo modello di famiglia mentre rilancia la caccia alle streghe contro le persone Lgbt, proprio come Mussolini. È importante perciò la presa di posizione di “Famiglia cristiana” che ha respinto, Vangelo alla mano, le azioni di Salvini.
Se le proteste del PD sono ridicole, visto che è anche colpa della sua debolezza nel legiferare sulle unioni civili se alle coppie gay è negato il riconoscimento dei figli, le parole di Fontana hanno aperto degli scricchiolii nella maggioranza. Appendino, sindaca di Torino, ha ribadito l'orgoglio di essere “la prima città italiana a consentire alle coppie omogenitoriali di veder riconosciuto il diritto ai loro figli di avere entrambi i genitori”. Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità, ha chiesto al ministro di “fermare la propaganda” per “evitare che il nostro Paese torni 10 anni indietro”.
Ma allora, e ci rivolgiamo soprattutto alla base antifascista del Movimento 5 Stelle, ci si renda conto che Di Maio e la destra del Movimento lo hanno messo alla mercè della Lega e delle sue orde fasciste, razziste e omofobe. Non c'è più da aspettare, è ora di rompere ogni indugio e passare fermamente all'opposizione.
La posizione del PMLI
Nonostante la confusione generata a sinistra da certi filosofi da salotto aristocratico e persino da presunti “comunisti”, secondo i quali la Gpa sarebbe un'aberrazione del capitalismo perché porterebbe alla mercificazione del corpo femminile, i marxisti-leninisti italiani hanno le idee chiare sul tema. Come si legge nel documento “I diritti e le battaglie LGBT, il matrimonio e la 'maternità surrogata'” del 21.03.2016, esso “è un diritto che va riconosciuto sia alle coppie eterosessuali sterili che a quelle omosessuali, cioè a chi è biologicamente impossibilitato a generare figli, purché basata sulla libera scelta da parte delle donne e mai a scopo di lucro. Come nel caso dell'aborto e della fecondazione assistita, le donne devono avere il diritto di decidere da sole, accettando o meno di prestarsi alla gestazione per altri. Si nega tale diritto non per difendere le donne e la loro dignità, ma perché si vuole continuare a tenere la nascita, come la morte, vincolate al “mistero” e alle leggi divine e impedire che vengano poste sotto il controllo degli esseri umani. Devono peraltro essere facilitate le procedure per l'adozione, che va legalizzata anche per le coppie gay. Ovviamente, sotto il capitalismo, dove vige la legge della giungla del libero mercato, solo i più ricchi possono permettersi questa pratica ed esiste il pericolo che le donne proletarie e oppresse siano barbaramente costrette a “vendere” il proprio corpo. A ben vedere ciò vale anche per molti altri diritti, a partire dalla stessa adozione, per via delle differenze di classe che esistono nella società. (…)
Si tratta di lottare per eliminare sia le condizioni economiche e sociali che possono portare allo sfruttamento delle donne povere, sia quelle che impediscono alle coppie etero e gay appartenenti alle classi oppresse di poter ricorrere alla surrogata. Siamo di fronte ad un'ulteriore prova che senza diritti sociali non ci possono essere diritti civili autentici per tutti. Ecco perché la battaglia per il matrimonio, l'adozione e la “maternità surrogata” anche per le coppie omosessuali è parte integrante e non in contraddizione con la lotta più generale per l'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità.”
31 luglio 2018