Mentre si svolgeva l’incontro in prefettura tra il ducetto fascioleghista e il dittatore fascista ungherese
15mila in piazza a Milano contro Salvini e Orban
Qualificata presenza del PMLI che ha diffuso il Documento del CC contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio
Presidente delle Acli Rossini: “Da qui è partita la Resistenza e da qui si può costruire una nuova Resistenza"
Redazione di Milano
"Da qui è partita la Resistenza e da qui si può costruire una nuova Resistenza", questa frase ha dato il senso della manifestazione di Milano "Europa senza muri" del 28 agosto che ha detto chiaro e tondo il suo "no" al fascismo e al razzismo del ducetto fascioleghista Salvini e del dittatore ungherese Orbán (mentre si svolgeva il loro incontro presso la prefettura in Corso Monforte). Frase pronunciata dal presidente delle Acli Roberto Rossini che ha parlato dal palco di una Piazza San Babila gremita da quasi 15mila manifestanti, davvero tanti nella Milano agostana del 2018, chiamati in piazza dagli organizzatori della protesta: Sentinelli, Cgil, Anpi, Acli, Action Aid e Comunità di Sant'Egidio. Presenti anche le bandiere dei partiti (PMLI, PRC, PaP, LeU e PD).
I primi a sfilare sono gli studenti e i giovani organizzati dal centro sociale “Cantiere” che si riuniscono sotto il consolato ungherese in via Fieno al grido di "Siamo tutti antirazzisti e clandestini" e "Nessuno è illegale", tappezzando la cancellata esterna con cartelli e striscioni tipo: “I vostri confini uccidono, Salvini e Orbán complici di razzismo e paura”. La cancellata e i muri esterni del consolato sono stati ricoperti di impronte di mani rosse e all’ingresso è stata versata della vernice dello stesso colore. Quando gli studenti arrivano in piazza S. Babila blindata (gli accessi alla prefettura sono bloccati dalle camionette della polizia e da agenti in tenuta antisommossa), sul palco stanno già parlando gli organizzatori. Il primo applauso va alla squadra di calcio dilettantistico “Sant’Ambroeus” formata da rifugiati che lì a pochi metri ha inscenato un allenamento simbolico. "Giochiamo contro il razzismo" spiega uno dei giocatori. Dietro di lui ci sono tantissimi richiedenti asilo che indossano una maglietta gialla con la scritta "Love, Trumps, Hate" (l'amore vince sull'odio, con un gioco di parole che allude al fascista Trump): distribuiscono volantini per spiegare che "asilo politico e accoglienza sono diritti inviolabili di ogni persona" e ballano a suon di tromba insieme ai ragazzi dei collettivi studenteschi.
Prolungati applausi arrivano quando prende la parola un rappresentante della comunità senegalese: "Quello di Salvini e Orbán è un vero e proprio attacco ai diritti dell'uomo mentre noi vogliamo un'Italia dove nessuno sia più perseguitato per il colore della pelle". Applausi anche per Riccardo Gatti, il comandante della nave di Open Arms bloccata a Pozzallo: "Nessuno dice più quanta gente stia morendo in mare, vogliono distruggere l'umanità, e vista questa piazza credo che non ce la faranno".
Intervengono anche, a nome del PD e di LeU, l’assessore al Welfare della giunta comunale milanese di Giuseppe Sala, Pierfrancesco Majorino, e la ex presidente della Camera Laura Boldrini, che hanno sparso illusioni per il futuro, l’uno sulle politiche di accoglienza del Comune di Milano, e l’altra sulla riformabilità della UE imperialista, al fine di darle un “volto umano” in vista delle elezioni europee del prossimo maggio.
“Siamo quel che accogliamo”, dice uno striscione retto da un ragazzo africano. Si leggono anche slogan dedicati al ministro dell’Interno: “Salvini sei sulla linea rossa (della metropolitana, ndr). Tra quattro fermate c’è piazzale Loreto”, a perenne monito.
Militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI hanno partecipato alla manifestazione antifascista con la rossa bandiera del Partito e indossando nel corpetto la riproduzione del manifesto del PMLI “Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio”. Stesso titolo per il Documento del Comitato centrale del PMLI, letteralmente andato a ruba, letto con interesse e stimolo di discussione coi nostri compagni.
La manifestazione si è conclusa al canto di “Bella Ciao” e un corteo ha percorso Corso Venezia sino a Piazza Oberdan, alla cui testa sono sfilati i richiedenti asilo che portavano un significativo cartello con la scritta “Salvini ministro dell’Inferno”.
5 settembre 2018