Dopo cinque giorni di presidio al porto di Catania
Grande manifestazione degli antirazzisti siciliani per la liberazione degli ostaggi di Salvini sulla nave Diciotti
Un'iniziativa storica. Presenti vari partiti tra cui il PMLI, la Cgil, Usb, movimenti, centri sociali, associazioni, frati, suore e scout. Polizia e carabinieri caricano il corteo
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Dopo giorni che gli antirazzisti catanesi presidiavano il Molo Levante, Varco 4 del Porto di Catania chiedendo la liberazione dei 171 migranti fuggiti dalla miseria, dalla guerra e dai lager libici (dove hanno subito ogni sorta di violenze e privazioni) e dopo essere stati salvati in mare erano tenuti da giorni in ostaggio dal governo italiano e dal ministro razzista e fascista Salvini sulla nave della Guardia costiera Diciotti la Rete antirazzista catanese ha lanciato per il 25 agosto un appello agli antifascisti e antirazzisti per una manifestazione-presidio al Porto. All'appello “Catania città aperta all'accoglienza! Facciamoli scendere! Apriamo i porti! Dimissioni del ministro Salvini!” rispondono in migliaia, con delegazioni provenienti da tutta la Sicilia e anche a livello nazionale. Nessuno degli organizzatori aveva previsto questa partecipazione di popolo.
I manifestanti ascoltano da un palco improvvisato gli interventi degli organizzatori che denunciano questo sequestro come un atto criminale, e accusano la prefettura e la polizia di avere militarizzato il porto. Matteo Ianniti della Rete Antirazzista precisa “non siamo radical chic, siamo disoccupati, studenti, pensionati, persone in povertà... siamo umani e diciamo prima gli esseri umani. Questa manifestazione è la risposta dell'Italia antifascista. Lottiamo per mandare a casa questo ministro fascista”, conclude tra gli applausi e al coro “Dimissioni di Salvini”. Seguono gli interventi dei rappresentanti di varie associazioni che fanno parte della rete “Restiamo umani” che da martedì 21 agosto è in presidio permanente al Porto. A prendere la parola Aliou Mbame mediatore culturale senegalese di “MSF” che ricorda come questa lotta non è un fatto locale ma globale: “Dobbiamo combattere i dittatori che sono in Africa” dice, fa chiarezza sul fatto che i migranti prigionieri sulla nave italiana vengono da una zona che sarebbe pure ricca e potrebbe far vivere bene la popolazione. Se sono costretti a fuggire, spiega è perché il loro paese è sfruttato dalle multinazionali che qui in occidente predicano il rispetto dei diritti dell'uomo e la democrazia e in Africa si comportano da schiavisti, e fa un appello a far conoscere meglio la situazione africana al popolo italiano che è male informato e conclude dicendo: “noi africani siamo ancora sfruttati e la colonizzazione non è finita”.
Alfo di Stefano della Rete Antirazzista catanese parla di Riace (Reggio Calabria) dove il sindaco Mimmo Lucano ha dato la disponibilità ad accogliere 40 migranti della Diciotti. “Questa esperienza dimostra che se le istituzioni vogliono, possono integrare parte dei migranti nel tessuto sociale italiano con gli stessi diritti dei lavoratori italiani).
Gli interventi si concludono con Davide Carnemolla della Rete Welcoming Europe: “Qui oggi si fa la storia del governo fascista e di quella di chi lotta per contrastarlo e resistere. Su quella nave si gioca il destino di tutti noi”. Alcuni giovani dei Centri sociali hanno contestato alcuni rappresentanti del PD: “la vostra bandiera qui non la vogliamo, si ricordano che questa politica razzista che respinge i migranti è iniziata con Minniti, il PD non rappresenta lo spirito di questa manifestazione”.
Hanno aderito al presidio alcuni sindacati. Pagliaro, della CGIL Sicilia ha detto: “sulla dignità della persona, sulla libertà e si diritti umani non si può tornare indietro. I migranti non sono carne da macello da usare contro l'Europa”. Per la USB è una vittoria della “Catania meticcia e antirazzista”.
Le migranti e i migranti sequestrati sulla Diciotti, sono poi stati liberati mentre Salvini è ufficialmente indagato dalla Procura della Repubblica di Agrigento per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale.
Gli organizzatori dopo gli interventi avevano chiesto alla polizia di potersi avvicinare alla nave per portare la solidarietà ai migranti assicurando che non avrebbero oltrepassato la zona rossa. Al rifiuto dell'autorizzazione gli organizzatori hanno optato per un corteo all'interno del Porto in direzione del Polo Ponente di fronte alla nave Diciotti che si è rivelato un successo. In migliaia, stimati 3 mila manifestanti, con alla testa uno striscione “Stop the attack on refugees” (Basta attacchi ai rifugiati), hanno sfilato gridando slogan come “Siamo tutti antifascisti”, “Catania città meticcia e solidale nessuno può al mondo essere illegale”, “Freedom, urria, libertà per noi e per loro”.
Il corteo dopo aver attraversato gran parte dell'area portuale ha salutato i migranti sulla nave che, anche se distanti, hanno risposto con entusiasmo alla solidarietà.
Nel tornare nella zona del presidio antistante la zona rossa, il corteo ha dovuto fronteggiare polizia e carabinieri in assetto antisommossa che hanno effettuato diverse cariche ferendo due ragazzi alla testa. Il presidio è andato avanti tutta la notte fino alla liberazione dei migranti che è avvenuta alle 5 del mattino di domenica 26 agosto.
Il PMLI ha dato il suo contributo alla liberazione dei migranti partecipando al presidio permanente organizzato dalla Rete antirazzista catanese appena sono venuti a conoscenza dell'attracco della Diciotti. I compagni della Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI hanno distribuito centinaia di volantini del Documento del Comitato centrale contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, unico volantino che circolava, che è stato accettato e richiesto dai manifestanti, soprattutto sabato 25 durante il corteo. Apprezzata la bandiera del Partito e il manifesto coi due ducetti, fotografato e ripreso da tantissimi.
Quella del 25 è stata dunque una giornata storica per il movimento antifascista e antirazzista, protagonista di una partecipata e combattiva iniziativa di fronte unito spontaneo nato dal basso, dalle associazioni laiche e religiose, ai partiti con le bandiere rosse e la falce e martello. Presenti anche frati, suore e scout. Un movimento che deve andare oltre, fino all'abbattimento del nero governo fascista e razzista Salvini-Di Maio.
In questi cinque giorni abbiamo visto con chi abbiamo a che fare, ecco perché il PMLI fa appello agli antifascisti, agli antirazzisti, agli anticapitalisti e ai fautori del socialismo: “È un dovere storico di unirsi per sbarrare la strada ai fascisti del XXI secolo. Uniamoci (come il 25 agosto ci ha suggerito) per buttare giù il governo nero Salvini-Di Maio. Poi ognuno per la sua strada. Chi cercherà di ammorbidire gli effetti del capitalismo (disoccupazione, precarietà, povertà, spese militari in aumento per guerre imperialiste, neocolonialismo, rapina delle materie prime dei paesi africani e medio orientali in povertà, ecc.) e chi come il PMLI lotterà per abbattere il capitalismo e il potere della borghesia e conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato. L'unico modo possibile per cambiare realmente e radicalmente l'Italia”.
5 settembre 2018