Tragedia evitabile nel Pollino
Morti 10 escursionisti

 
Una piena improvvisa e devastante del torrente Raganello ha provocato morte e disperazione nel pomeriggio dello scorso 20 agosto nel parco naturale del Pollino, in provincia di Cosenza, dove 10 persone sono morte annegate a causa dell'improvvisa piena del corso d'acqua.
Scattato l'allarme sul luogo del disastro sono arrivati uomini e mezzi della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e del Soccorso Alpino del Pollino, i quali hanno aiutato una parte degli escursionisti, sorpresi dalla piena del torrente il cui livello è salito nell'arco di un quarto d'ora raggiungendo due metri e mezzo di altezza, a mettersi in salvo, ma alla fine la tempestività dei soccorsi non ha impedito il pesantissimo bilancio di vite umane.
Una tragedia, questa, che poteva e doveva essere evitata: è di questo avviso il presidente dell'Ordine dei Geologi della Calabria Alfonso Aliperta il quale ha dichiarato all'Adnkronos: “sarebbe bastato avere un sistema di monitoraggio a monte che funzionasse da semaforo rosso per i turisti, impedendo loro di accedere” .
Purtroppo però un simile sistema di monitoraggio è assente in un'area che negli anni è diventata, per la sua bellezza paesaggistica, un'attrazione turistica, nonostante sia piena di pericoli.
In questi giorni - ricordava il geologo poche ore dopo la tragedia - c'era allerta gialla, la giornata insomma non era indicata per questo tipo di escursioni ma c'erano comunque persone nelle gole del Raganello che sono valli profonde con tratti molto stretti e fianchi di roccia calcarea” .
La procura della Repubblica di Castrovillari, che evidentemente ipotizza gravi responsabilità in relazione all'accaduto, ha nel frattempo aperto un'indagine contro ignoti per omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione di atti d’ufficio, disponendo la chiusura dell'accesso alle Gole del Raganello, mettendo sotto sequestro probatorio l'intera area e procedendo all'acquisizione di documentazione nelle sedi degli enti preposti alla sicurezza del parco naturale.
Anche il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha dichiarato alla stampa, al termine di un sopralluogo nella zona del disastro nei giorni immediatamente successivi, che “esiste una scala sulla base della quale scatta la comunicazione e se i tecnici, sulla base degli algoritmi e delle carte meteo, evidenziano un rischio di caduta di pioggia di un certo livello, noi ne dobbiamo prendere atto fosse una, dieci, cento volte” .

19 settembre 2018