Si sviluppa la penetrazione del socialimperialismo cinese in Africa
Pechino sperimenta le proprie tecnologie di “riconoscimento facciale” in Zimbabwe
Il piano Made in China 2025 dei vertici socialimperialisti di Pechino ha l'obiettivo di trasformare rapidamente il sistema industriale concentrandolo sui prodotti di alta qualità tecnologica, dalla robotica all'intelligenza artificiale (Ai); intanto le società cinesi impegnate nella cosiddetta industria 4.0 nel corso del 2018 hanno raccolto quasi la metà dei finanziamenti mondiali destinati alla ricerca nel settore e hanno superato le concorrenti dell'imperialismo americano. A queste esigenze delle multinazionali imperialiste cinesi rispondono anche una serie di accordi economici coltivati dal governo del presidente Xi Jinping con i paesi africani, coinvolti attraverso il Forum di Cooperazione Africa-Cina (FOCAC) e agganciati a un ramo parallelo della nuova Via della Seta tra Cina e Europa. Pechino offre la costruzione e la gestione di infrastrutture, di basi, in cambio di materie prime o mercati di sbocco; financo di dati biometrici della popolazione africana usati per perfezionare i suoi già avanzati sistemi di sorveglianza di massa come nel caso dello Zimbabwe.
La società cinese CloudWalk Technology, con sede a Guangzhou, attiva nelle tecnologie avanzate dell'intelligenza artificiale con applicazioni nella sorveglianza di massa, ha firmato nel marzo scorso un accordo di collaborazione coi rappresentanti del paese africano “per iniziare un programma di riconoscimento facciale su larga scala in tutto il paese - affermavano i dirigenti aziendali - che vedrà la tecnologia utilizzata principalmente per la sicurezza e l’applicazione della legge e sarà probabilmente estesa ad altri programmi pubblici”. “Il governo dello Zimbabwe – precisavano i dirigenti della società - non è venuto a Guangzhou solo per la tecnologia di identificazione facciale o di intelligenza artificiale ma ha avuto un pacchetto che comprende un piano completo per infrastrutture, tecnologia e biologia”.
Il sistema dell'uso del “riconoscimento facciale” quale documento di identità e per ogni tipo di operazione dagli acquisti privati ai servizi con le amministrazioni pubbliche è già stato applicato dal regime di Pechino per il controllo di massa degli uiguri, l’etnia turcofona di religione islamica della regione autonoma del Xinjiang. L'accordo col governo dello Zimbabwe permette al socialimperialismo cinese di fare un altro passo della sua penetrazione in Africa e nel contempo la CloudWalk Technology ha la possibilità di sviluppare le proprie tecnologie di “riconoscimento facciale”, sperimentandole con l'acquisizione di nuovi dati che identificano più chiaramente altre etnie, con un vantaggio indubbio sui concorrenti americani e europei.
26 settembre 2018