Al Forum economico a Vladivostok
Putin e Xi stringono l'alleanza tra Russia e Cina
Maxi intese commerciali

 
“Al momento, le relazioni Cina-Russia sono al loro meglio nella storia: il sostegno reciproco per le principali iniziative e strategie di sviluppo, così come i due capi di stato che partecipano ad eventi significativi tenuti insieme, sono importanti manifestazioni delle relazioni bilaterali di alto livello”, sottolineava l'ambasciatore cinese in Russia Li Hui in una intervista rilanciata dall'agenzia cinese Xinhua alla vigilia del quarto Forum economico orientale in programma l'11 e 12 settembre nella città portuale russa di Vladivostok, sull'Oceano Pacifico. È il primo degli incontri periodici annuali ideati dal presidente russo Vladimir Putin a cui ha partecipato il presidente cinese Xi Jinping e al termine del loro incontro bilaterale hanno sottolineato che i legami Cina-Russia si sono sviluppati con maggiore forza quest'anno e sono entrati in un nuovo periodo di sviluppo, più rapido e a un livello più alto.
Il Forum nato sotto le vesti di una assise dal carattere puramente economico per lo sviluppo delle relazioni della regione continua a svolgere questa funzione ma è evidente che lo sviluppo delle relazioni economiche è il preludio di un rafforzamento di quelle politiche, soprattutto ora che la lotta fra i principali paesi imperialisti per i dominio del mondo è entrata in una nuova fase che vede gli Usa di Donald Trump all'attacco per riconquistare il vecchio indiscusso primato e i suoi principali concorrenti allearsi per fargli le scarpe.
Non per nulla l'ambasciatore Li ha presentato l'incontro tra Putin e Xi a Vladivostok come “una pietra miliare nella storia delle relazioni Cina-Russia nella nuova era e inietterà una nuova forza e un potere duraturo nello sviluppo del partenariato strategico globale tra Cina e Russia”. A partire dagli affari, certo, dato che nei primi sette mesi del 2018 gli scambi commerciali bilaterali tra Cina e Russia sono aumentati del 25,8% su base annua, fino a un valore di oltre 58 miliardi di dollari con l'obiettivo comune di arrivare fino a 100 miliardi di dollari l'anno; alla faccia di Trump, delle sue sanzioni alla Russia e della guerra dei dazi alla Cina.
Una foto scattata a una delle iniziative comuni del Forum ritrae assieme i leader dei paesi imperialisti presenti, oltre al padrone di casa Putin e al cinese Xi ci sono il primo ministro giapponese Shinzo Abe, il primo ministro sudcoreano Lee Nak e il presidente della Mongolia Khaltmaa Battulga. I paesi del Nordest asiatico, all'appello manca la Corea del Nord forse non per molto tempo ancora, rappresentano il 23% della popolazione mondiale mentre il loro prodotto interno lordo rappresenta il 19% dell'economia globale, un peso non da poco ha sottolineato Xi.
Il Forum ha prodotto maxi intese commerciali, come la joint venture dal valore di due miliardi di dollari tra il colosso cinese dell'e-commerce Alibaba e il gigante informatico russo Mail.ru, ma soprattutto ha sviluppato o cementato intese politiche della Russia rispettivamente con Giappone e Cina.
Durante il Forum, Putin ha annunciato che entro l'anno sarà firmato, a distanza di oltre 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, l'accordo di pace con il Giappone, finora bloccato dalle rivendicazioni di Tokyo sulle isole Curili. “Firmiamo un trattato di pace entro la fine dell’anno, senza precondizioni. E poi, sulla base del trattato di pace, già da amici, continuano a risolvere tutte le controversie. Mi sembra che sarà così più facile per noi risolvere tutti i problemi a cui non siamo in grado di far fronte per 70 anni”, annunciava Putin mentre il primo ministro giapponese Shinzo Abe si dichiarava “disponibile a trasferirsi domani stesso a Mosca per firmare l’accordo”. E per definire gli accordi economici per sfruttare assieme le risorse delle isole Curili. Ricordiamo che Abe è il principale alleato imperialista di Trump nella politica di contenimento della concorrente Cina.
Piatto forte del Forum è stato indubbiamente il vertice a latere dell'11 settembre tra Xi Jinping e Vladimir Putin che, come evidenziava la Xinhua, hanno espresso” la loro ferma determinazione a promuovere i legami bilaterali e salvaguardare la pace e la stabilità nel mondo”, ossia gli interessi imperialisti comuni di Pechino e Mosca, camuffati da difesa dei loro “diritti di sicurezza e sviluppo” e definiti dal presidente cinese “un esempio di relazioni bilaterali e regionali”. Una strettissima alleanza per coordinare gli interventi nelle strutture multilaterali internazionali come l'Onu, l'Organizzazione di cooperazione di Shanghai (Sco) e i BRICS, e per opporsi “all'unilateralismo e al protezionismo commerciale”, leggi la politica di Trump.
Mentre l'11 settembre dalla tribuna di Vladivostok Putin dichiarava che i due paesi devono sviluppare la cooperazione economica nell'ambito degli accordi del Forum economico orientale promosso dalla Russia come nell'iniziativa della nuova Via della Seta promossa dalla Cina, in settori quali investimenti, energia, aerospaziale, finanza ed e-commerce, partiva nella Siberia orientale e nell'Estremo Oriente russo il Vostok- 2018 (Oriente-2018), la più grossa esercitazione militare russa dai tempi della Guerra fredda, che vedeva la partecipazione per la prima volta di unità cinesi e mongole. A consolidare l'intesa anche militare tra gli imperialisti di Mosca e Pechino.
 
 
 

26 settembre 2018