1,5 milioni di lavoratori in nero
Lo scorso 25 agosto la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato un proprio studio relativo al lavoro sommerso nel 2017, e i risultati, che hanno preso in considerazione anche statistiche ufficiali elaborate dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro, sono risultati drammatici.
Dallo studio emerge che lo scorso anno almeno 1,5 milioni di lavoratori hanno esercitato la loro attività subordinata completamente in nero all'interno di 5,7 milioni di aziende attive sul territorio italiano.
Nel corso 2017, rende noto la Fondazione, sono state 160.347 le imprese controllate dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, di cui quelle risultate irregolari per almeno un rapporto di lavoro sono state 103.498, ovvero il 64,54%, con un aumento dell'1,53% rispetto al 2016.
Le irregolarità accertate riguardavano sia varie forme di elusione previdenziale, assicurativa e fiscale di lavoratori regolarmente assunti (con insufficiente assoggettamento a Inps, Inail e Irpef della retribuzione corrisposta al lavoratore, il quale veniva fatto lavorare in nero per una certa percentuale di ore complessive), sia il fraudolento inquadramento di lavoro effettivamente a tempo pieno in lavoro part-time, sia, infine, situazioni di lavoro completamente sommerso, ossia di lavoratori completamente in nero.
Quest'ultima situazione è particolarmente allarmante, perché nel 2017 sono stati 48.073 i lavoratori, scoperti dai controlli, che risultavano completamente sconosciuti all’Agenzia delle Entrate, all’Inps e all’Inail, per un totale di circa un lavoratore completamente in nero per ogni 3 aziende ispezionate.
Nell'ambito del lavoro nero, poi, vi è la situazione ancora più grave del caporalato, e a tal proposito nel 2017 i controlli hanno portato alla denuncia penale nei confronti di 94 tra datori di lavoro e caporali, dei quali 31 sono stati arrestati, oltre che all'individuazione di 387 lavoratori vittime del caporalato, ma lo stesso Ispettorato del Lavoro stima che tali numeri siano del tutto esigui rispetto alla gravità del fenomeno, che soprattutto in agricoltura costituisce quasi la regola in alcune province italiane, come quelle di Latina, di Caserta e di Foggia.
Sulla base di queste informazioni lo studio ha stimato che nel nostro Paese i lavoratori in nero, sul totale delle aziende attive, sono stati nel 2017 non meno di 1 milione e 538 mila, un dato che è tra i più alti (se non addirittura il più alto) tra i Paesi dell'Unione Europea).
Con una tale mole di lavoratori in nero, si stima che l’importo sottratto alle casse dello Stato (tra Irpef, Inps e Inail) è di circa 20 miliardi di euro annui.
Alcune recenti riforme poi, come la depenalizzazione del reato di intermediazione fraudolenta di manodopera disposta con il Jobs Act renziano, aggravano la realtà del lavoro sommerso, come non hanno mancato di sottolineare i Consulenti del lavoro nel loro studio.
3 ottobre 2018