Il governo Salvini-Di Maio in continuità con la politica imperialista del precedente esecutivo Gentiloni
Conte dà via libera al contingente militare italiano in Niger
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, gonfia il petto ma M5S e Lega dall'opposizione erano contrari
Lo scorso 21 settembre con un entusiastico post facebook il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, annunciava “ce l’abbiamo fatta: dopo 8 mesi di impasse abbiamo sbloccato la missione in Niger per il controllo dei flussi migratori!”. Ciò che non era riuscito al governo Gentiloni, anche per la fine legislatura, è stato messo in atto dal governo M5S-Lega, le due formazioni che solo otto mesi fa, nel gennaio scorso non avevano approvato la missione; il Movimento 5 Stelle aveva votato contro, la Lega si era astenuta.
“L’Italia entrerà in pieno supporto del governo nigerino e assisterà le autorità’ locali attraverso delle unità di addestratori, uomini e donne delle Forze armate con alte specialità e professionalità, articolati in ‘Mobile training teams' che formeranno le forze nigerine al fine di rafforzare il controllo sul territorio”, precisava la Trenta, “Nello specifico, l’obiettivo sarà arginare, insieme, la tratta di esseri umani e il traffico di migranti che attraversano il Paese, per poi dirigersi verso la Libia e in definitiva imbarcarsi verso le nostre coste”. Bloccare i flussi migratori lontano dalle “nostre coste” era la missione impossibile progettata dall'allora governo guidato da Paolo Gentiloni e dal ministro dell'Interno Marco Minniti, adesso rilanciata e presa in carico con convinzione dalla M5S Elisabetta Trenta.
Il provvedimento dal titolo “Autorizzazione e proroga delle missioni internazionali per l’anno 2018” era stato approvato dalla Camera il 17 gennaio scorso e prevedeva l'invio di un centinaio di istruttori militari entro giugno e a seguire il completamento del contingente composto a regime da 470 uomini, 130 mezzi terrestri e due aerei.
I militari italiani si sarebbero aggiunti ai numerosi contingenti stranieri presenti nel paese, primo dei quali quello francese che con l’Operazione Barkhane combatte il terrorismo e difende gli interessi delle sue società nelle strategiche miniere di uranio. Il contingente italiano evitava di mettersi sotto comando francese e i primi 42 militari guidati dal generale Antonio Maggi alloggiavano nella base Usa nell’aeroporto della capitale Niamey, sotto l'ala protettrice dell'imperialismo americano, e lì restavano in attesa del via libera definitivo del governo nigerino. Che era bloccato anche dalle proteste popolari nei mesi di febbraio e marzo contro la presenza militare straniera nel paese, con slogan come “Eserciti francesi, americani e tedeschi, andate via!”.
Secondo quanto riportato nelle cronache filogovernative de il Fatto Quotidiano
, decisivo per l’uscita dallo stallo potrebbe essere stato l’incontro, avvenuto a giugno, tra il premier Conte e il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou. Che sia merito o meno del fantoccio dei due ducetti Salvini-Di Maio, o piuttosto della potente sponsorizzazione dell'imperialismo americano registrata nell'incontro di fine luglio a Washington tra Conte e Trump, il ministro Trenta esultava per il “grandissimo risultato di questo governo dopo mesi e mesi di immobilismo”.
Insomma anche in questo caso lo sbandierato “governo del cambiamento” non ha cambiato niente, M5S e Lega hanno cambiato posizione per prendere il testimone dal governo Gentiloni e continuare a sventolare il tricolore imperialista.
3 ottobre 2018