Al M5S piace il militarismo
Il sottosegretario alla Difesa Tofalo indossa la tuta mimetica per provare un mitra
All'inizio di ottobre il sottosegretario cinque stelle Angelo Tofalo, si è recato a Palazzo Esercito, sede dello Stato Maggiore della Difesa, per una riunione nella quale ha approfondito alcuni specifici aspetti tecnici dell'operazione “Strade Sicure”, provvedimento di militarizzazione delle città avviato dal governo Berlusconi nel 2008 e ora rilanciato con enfasi dal nero governo. Nel video pubblicato su facebook nel quale il sottosegretario ricostruisce la sua giornata, è lo stesso Tofalo che, oltre al tessere le lodi alle forze dell’ordine sui positivi risultati raggiunti, sostiene d’esser stato colpito dall’equipaggiamento delle pattuglie, affermando che “…potrebbe sembrare banale, ma posso assicurarvi che non lo è ed è per questa ragione che ho chiesto di poter indossare quello che i nostri militari portano addosso nei turni di servizio, per acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza”
. Il video poi riprende il sottosegretario alla difesa mentre maneggia un mitra e spiega le varie tipologie di equipaggiamento da vero esperto militarista quale in effetti è.
Non contento di aver mandato in “brodo di giuggiole” i guerrafondai più incalliti e militaristi amanti delle armi che si sono compiaciuti per l’esibizione del pentastellato, in un’intervista apparsa sul “Corriere della Sera”, Tofalo ha ribadito che calarsi nei panni di un militare è stato “molto utile,” e che proverà addirittura a fare un turno in strada, stavolta probabilmente per provare l’ebbrezza della missione vera e propria; d’altra parte perché limitarsi a indossare una mimetica imbracciando un mitra se poi sei di fronte ai graduati dell’esercito e non a “ripristinare la sicurezza” in strada? Angelo Tofalo, è considerato un “esperto di intelligence” poichè è stato membro del Copasir nella precedente legislatura, e ha conseguito un master in materia presso la Link Campus University e dove vengono formati molti quadri dirigenti pentastellati, la stessa dove insegna l’attuale ministra della difesa Elisabetta Trenta; ciò non rappresenta un caso isolato ma l’ennesimo episodio (dopo la nomina dell’ex-Sisde Mortellaro in Commissione d’inchiesta sul crollo del ponte Morandi promossa da Toninelli, tanto per dirne una) che conferma la disinvoltura con la quale gli esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle si muovono negli ambienti oscuri dei servizi segreti.
Proprio nella veste di membro del Copasir, il 2 febbraio 2017 Tofalo si presentò spontaneamente come testimone dal pm di Napoli, Catello Maresca, nel tentativo di far chiarezza sui suoi rapporti con una controversa coppia di coniugi napoletani, Anna Maria Fontana e Mario Di Leva, arrestati un paio di giorni prima con l'accusa di aver trafficato armi con Libia e Iran. Nel novembre 2016 Tofalo era andato a Istanbul per intervistare uno dei leader che si muovono sul complesso scacchiere libico, Khalifa Ghwell, ex premier islamista del dissolto governo di salvezza nazionale, oppositore dell'esecutivo riconosciuto dall'Onu. Ad accompagnarlo all'incontro era stata proprio Anna Maria Fontana, in quel momento già indagata per aver ricevuto una perquisizione alcuni mesi prima.
Tali simpatie militariste caratterizzano la carriera istituzionale di Tofalo, costellata di altri episodi che tingono di nero con lui anche i vertici del Movimento: nel novembre del 2014, rivolto alla presidente della Camera Laura Boldrini, urlò “Boia chi molla, presidente Boldrini, boia chi molla, e noi non molleremo fino alla fine”
. Qualche ora dopo, scomodò addirittura Eleonora de Fonseca Pimentel, che coniò il motto nel 1799 alle barricate della repubblica partenopea, nel malriuscito tentativo di nascondere invece il vero riferimento, l’unico possibile, e cioè il motto fascista lanciato dal senatore missino e sindacalista Cisnal, Ciccio Franco nel 1970, che poi è diventato a tutti gli effetti uno degli slogan della destra fascista, adottato dal Fronte della Gioventù al Fuan e ora dai neofascisti di Casaggì, CasaPound e Forza Nuova che lo rilanciano appena se ne presenta l’occasione.
Ecco dunque altri elementi che mostrano in maniera sempre più chiara la natura filo fascista del gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle. Se ne facciano una ragione i suoi elettori che lo guardano da sinistra e, soprattutto, agiscano di conseguenza scegliendo di non legittimare più questa nera creatura.
10 ottobre 2018