Washington lo considera una sfida diretta agli Usa
Nasce il corridoio sino-pakistano della via della seta
La Cina stanzierà 46 miliardi di dollari per collegare il porto di Gwadar con Kashgar
“Vogliamo lavorare al successo del Corridoio economico sino-pakistano. Manderemo anche dei team in Cina per imparare come si allevia la povertà e si distribuiscono due pasti al giorno ai poveri”, era fra i primi messaggi tweet inviati subito dopo la vittoria nelle elezioni politiche del luglio scorso da Imran Khan, l'ex campione mondiale di cricket nel ‘92 e leader del Movimento per la giustizia (Pti), il nuovo premier anche lui alla guida di “un governo del cambiamento”. Che intanto però conferma il legame tra Karaci e Pechino e non solo con il rispetto dell'impegno a costruire un pezzo importante della nuova Via della Seta; la Cina capitalista di Xi diventerebbe persino un modello da seguire per combattere la povertà. Conferma un legame fra i due paesi sempre più strategico per il socialimperialismo cinese nella contesa col rivale imperialismo americano, considerato da Washington come una sfida diretta al loro controllo egemonico sulle rotte oceaniche, sulle vie dei rifornimenti energetici.
Gli Usa lavorano per consolidare l'asse con l'altra potenza regionale rivale del Pakistan, l'India che inizia a avere ambizioni mondiali. Nel suo intervento alla 73ª Assemblea generale dell'Onu lo scorso 25 settembre, il capofila imperialista americano Donald Trump aveva messo al primo posto nella lista dei paesi “amici” l'India di Modi, definita come modello di “una società libera di un miliardo di persone che riesce a sollevare milioni di persone dalla povertà”.
Tre settimane prima, il 5 settembre, il segretario di Stato americano Mike Pompeo in visita a Islamabad era stato ricevuto in aeroporto solo per il tempo necessario per salutare il nuovo premier. A Islamabad il 9 settembre il Consigliere di Stato e del Ministro degli Esteri cinese Wang Yi era ricevuto con tutti gli onori dal presidente Arif Alvi e dal premier. Alvi, insediato da appena una settimana, aveva scelto significativamente Wang quale primo ospite straniero. E di cosa avevano parlato?: Cina e Pakistan sono impegnati a promuovere congiuntamente la costruzione del Corridoio economico e lo sviluppo delle relazioni bilaterali, sottolineava l'agenzia cinese Xinhua. Il premier pakistano Imran Khan ha fatto anche di più, ha invitato prima di tutti l’Arabia Saudita, uno dei maggiori finanziatori del paese e il secondo nella lista dei paesi amici degli Usa nella lista di Trump all'Onu, a partecipare al progetto tra Pechino e Islamabad.
Mentre Washington ha bloccato l'erogazione di 300 milioni di dollari di contributi alle forze armate pakistane, Pechino ha deciso di stanziare 46 miliardi di dollari per la costruzione del Corridoio sino-pakistano, il maggiore investimento straniero nella storia del Pakistan, e dare il via a un progetto di valore ancora superiore che prevede la costruzione di autostrade, ferrovie, porti, terminal petroliferi. Il progetto prevede che entro una decina di anni sia pienamente operativo il collegamento di più di 3 mila chilometri tra il porto pachistano di Gwadar, sull'Oceano Indiano, e la città cinese di Kashgar, nello Xinjiang. Merci cinesi in uscita e rifornimenti energetici in entrata non dovranno passare come ora dallo Stretto di Malacca per raggiungere i porti del Mar cinese meridionale riducendo di almeno due terzi i tempi del viaggio dalla Cina al Medio Oriente. La nuova Via della Seta del socialimperialismo cinese ha un percorso che continua a passare dalle basi che Pechino si è costruita nei porti di Thailandia, Birmania, Sri Lanka e Bangladesh e che gli servono per tenere legati a sé questi paesi; con il Corridoio attraverso Gwadar in Pakistan Pechino ha la possibilità di risparmiare e diversificare le sue vie di commercio ma anche di potersi sottrarre al controllo della marina Usa che potrebbe ostacolare se non chiudere la via marina. Trump perderà così un'arma di ricatto sulla principale concorrente imperialista.
10 ottobre 2018