Trump sanziona Cina e Russia per il loro accordo militare e finanziario
Colpiti i militari di Pechino per l'acquisto del sistema antimissile russo S-400
Al Forum economico orientale dell'11 settembre nella città portuale russa di Vladivostok, il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xi Jinping avevano appena celebrato il punto più alto dei legami Cina-Russia in contrapposizione al concorrente imperialismo americano, sigillato da esercitazioni militari congiunte. A tambur battente Washington rispondeva con un segnale politico più che sostanziale ma che rappresentava un nuovo passo in avanti nelle guerre commerciali, con sanzioni contro i militari cinesi per aver comprato armamenti russi.
L'amministrazione Trump il 21 settembre annunciava sanzioni contro il Dipartimento per lo sviluppo degli equipaggiamenti militari del Consiglio militare centrale cinese, che gestisce un volume di fatturato di decine di miliardi di dollari, e il suo responsabile Lee Shanfu per l’acquisto di caccia Su-35 nel 2017 e del sistema missilistico antiaereo S-400 nel 2018.
Si tratta di una ritorsione Usa per gli sviluppi delle relazioni tra Cina e Russia, sosteneva il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov che accusava l'amministrazione Trump di “concorrenza sleale e di isterismo“ mentre il suo vice, Sergey Ryabkov, ammoniva gli Usa che stanno “giocando col fuoco“ e creano una situazione che potrebbe diventare “pericolosa“ non rendendosi conto che “non è possibile piegare la Russia“. Pechino al momento si limitava a rispondere col portavoce del ministero degli esteri che definiva le sanzioni americane una “grave violazione del diritto internazionale“.
10 ottobre 2018