Eletto il parlamento del Kurdistan iracheno
Il 42,7 % dell'elettorato diserta le urne. KPD 43,6 %, PUK 20,3 %. Denunciati brogli
La schiacciante vittoria popolare per uno Stato indipendente curdo da Baghdad, nel Kurdistan iracheno, sancita dal referendum sull’indipendenza del 25 settembre 2017 voluto dal leader curdo Barzani era finita in un nulla di fatto per la resa dei dirigenti curdi di Erbil all'offensiva lancaita dal governo iracheno e appoggiata dalla Turchia. Le proteste di piazza contro il governo del presidente Barzani, con manifestanti uccisi e sedi dei due principali partiti, il Partito Democratico del Kurdistan (Kdp) e l'Unione Patriottica del Kurdistan (Puk), date alle fiamme con la richiesta delle dimissioni del governo portavano solo alla convocazione di nuove elezioni, a distanza di un anno.
Il voto del 30 settembre scorso non ha spostato più di tanto l'equilibrio tra le formazioni del Kurdistan iracheno, che pure dovrebbero quantomeno registrare che quasi due terzi del corpo elettorale ha disertato le urne e dato un colpo alla loro rappresentatività. Sui voti validi il Kdp del clan Barzani ha ottenuto il 43,6 % e 42 seggi su 111, quattro in più degli attuali; più del doppio del 20,3 % e 20 seggi del principale rivale, il Puk del clan Talebani. Tra accuse incrociate di brogli.
Lo scontro tra i due clan proseguiva in merito alla nomina del candidato curdo alla presidenza dell'Iraq. Che secondo gli accordi spetta al secondo partito curdo, nel caso il Puk; al primo spetta il governo della regione autonoma. Il Kdp ne nominava uno per conto proprio ma il suo candidato era battuto da quello presentatao dal Puk e votato daglli altri partiti iracheni. La coalizione Kdp-Puk al governo dal 2013 è arrivata probabilmente al limite della rottura, che non sarebbe una sciagura se portasse alla fine dell'attuale sistema clientelare di governo e alla sottomissione di Erbil all'imperialismo turco in particolare.
17 ottobre 2018