Vertice Putin-Modi a Nuova Delhi
L'India stipula accordi anche militari con Usa e Russia per tenere a bada la Cina
Tra Russia e India firmati contratti per circa 10 miliardi di dollari di cui 5 per l'acquisto del sistema missilistico di difesa aerea a lungo raggio S-400.
I leader di Russia e India d'accordo per combattere “il terrorismo internazionale”, cioè i movimenti islamici antimperialisti
Lo scorso 5 ottobre a Nuova Delhi il primo ministro indiano Narendra Modi ha ricevuto il presidente russo Vladimir Putin, al loro terzo incontro nel 2018, per un vertice che ha prodotto accordi commerciali, intese di cooperazione contratti di fiorniture militari russe all'India. Fra le altre Putin e Modi non hanno dimenticato di dichiarare l'impegno congiunto nella costruzione di un mondo multipolare e per combattere “il terrorismo internazionale”, cioè i movimenti islamici antimperialisti. Nella dichiarazione congiunta dei due leader si sottolinea che “in questo mondo in veloce cambiamento i nostri legami si sono rafforzati ad un ritmo accelerato. Nel tempo, le relazioni tra i nostri paesi hanno sviluppato sempre nuovi punti di forza”, per un rapporto che dal 2010 è stato congiuntamente definito “un partenariato strategico speciale e privilegiato”.
Quasi le stesse parole usate al termine dei colloqui alla fine dello scorso settembre tra il segretario alla Difesa americano, Jim Mattis, e il segretario di Stato, Mike Pompeo, con il ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj, e il ministro della Difesa, Nirmala Sitharaman. A Delhi Mattis dichiarava che “la mia visita è un chiaro indicatore del fatto che consideriamo l’India tra i nostri partner più strategici e direi anche emergenti”. Una intesa che arrivava persino a esprimere preoccupazione per l’attività di gruppi militanti islamici anti-occidentali in Pakistan. Ma soprattutto spingeva al lavoro comune per controbilanciare la crescente influenza del socialimperialismo cinese in Asia, in particolare in Pakistan, nel Sud-Est asiatico e nell’Oceano Indiano. La visita preparava il terreno per la firma il 13 ottobre di un accordo militare tra India e Stati Uniti, limitato ma ugualmente significativo, il COMCASA (Communication Compatibility and Security Arrangements), compatibilità e sicurezza delle comunicazioni militari, a lungo auspicato da Washington e che consentirebbe all'India di acquistare alcune attrezzature militari tecnologicamente avanzate come la versione armata dei droni Guardian. Negli ultimi anni l’India ha quintuplicato gli acquisti di armamenti dagli Usa, dagli aerei per il pattugliamento marittimo P-8 a quelli da trasporto C-17 e C-130, agli elicotteri d’attacco Apache.
L'intesa con Washington non ha però impedito all'India di portare a termine il contratto di acquisto di armi dalla Russia di Vladimir Putin, da lungo tempo annunciato. Financo il sistema missilistico antiaereo russo S-400, l'avanzato sistema di difesa terra-aria acquistato recentemente anche dalla Cina e che ha provocato la rappresaglia dell'imperialismo americano sotto forma di sanzioni contro il Dipartimento per lo sviluppo degli equipaggiamenti militari del Consiglio militare centrale cinese, l'acquirente dei missili russi. Difficile che la ritorsione di Washington scatti anche contro il governo di Delhi, in nome della nuova alleanza e della sua partecipazione a alcune delle guerre commerciali di Trump, quella delle sanzioni all'Iran.
L'acquisto degli S-400 è evidenziato nel documento del vertice Putin-Modi, il sistema missilistico sarà consegnato nel 2020 ma è solo una parte delle intese fra le parti. Perché, sottolineavano i due nel documento finale, “la cooperazione militare tra i due paesi è un importante pilastro del loro partenariato strategico”, che proseguirà sulla strada di “una maggiore interazione tra le forze armate dei due paesi”, già sperimentata nel corso delle esercitazioni militari congiunte nel 2017 e nel 2018. L’India acquista dalla Russia anche due fregate della classe Krivak, una delle quali sarà costruita nel porto di Goa e potrebbe aprire una fabbrica per la costruzione in casa, dietro concessione della licenza, dei fucili d’assalto AK-103. Gli accordi nel settore militare raggiungono il valore di 10 miliardi di dollari, per alimentare uno scambio che non va giù a Washington, ma altrettanto importanti sono i numerosi accordi di cooperazione nel settore spaziale, dei trasporti e del nucleare. Di queste intese fanno parte la collaborazione delle aziende russe nell'ammodernamento di 500 chilometri di ferrovie indiane e più in generale nella collaborazione per la costruzione delle infrastrutture del cosiddetto corridoio Nord-Sud, che da Munbai collegherebbe l'India con la Russia e l'Europa. L'intesa tra le ferrovie della Federazione Russa e quelle dell'India renderà più favorevole il trasporto merci su rotaia rispetto quello marittimo attraverso il Canale di Suez. Una facilitazione offerta da Putin all'alleato Modi, alternativa alla nuova Via della Seta cinese che passa dal Pakistan e dalla quale l'India è tagliata fuori.
L'India imperialista di Modi cerca di occupare il suo spazio egemonico nella regione con la politica dei due forni; da alleata con l'imperialismo americano in funzione anti-Cina, con lo stesso ruolo da alleata dell'imperialismo russo nell'ambito delle alleanze che le vedono coinvolte, dallo SCO, l'organizzazione per la cooperazione di Shanghai, alla RIC, il gruppo trilaterale di Russia, India e Cina che si incontra ogni anno dal 2002. La Russia di Putin è schiacciata in Europa dall'offensiva guidata dall'imperialismo americano, da Obama a Trump, tramite la Nato e i governi reazionari dei paesi una volta satelliti dei revisionisti di Mosca; ha rilanciato la sua iniziativa con l'intervento militare in Siria e le alleanze in Asia. L'India ha stretto accordi militari con l'Indonesia per l'uso di una base navale a due passi dallo stretto della Malacca e rafforzato le basi navali nelle sue isole nell'Oceano Indiano; con Australia, Giappone e Stati Uniti ha dato vita al così detto Quad, una informale alleanza geopolitica per contrastare l'espansionismo cinese nell'Indo-Pacifico.
Ogni potenza imperialista gioca in ultima analisi per conto proprio, nulla toglie che momentaneamente ci possano essere joint venture politico-militari.
17 ottobre 2018