Il sud della Sardegna sommerso dall'acqua
Spazzato via il ponte sulla statale 195 Cagliari-Capoterra
40 mila persone alluvionate
Dieci anni dopo la tragica alluvione che provocò 4 vittime e una valanga di terra e detriti alluvionali devastò buona parte del territorio capoterrese, la costa Sud occidentale della Sardegna tra Cagliari e Capoterra è di nuovo sommersa dall'acqua.
Il ponte sulla statale 195 è stato letteralmente spazzato via a seguito dell’esondazione del Rio Santa Lucia. Al suo posto ora c’è un’unica distesa d’acqua fangosa dalla palude al mare. Un tratto di strada, qualche chilometro prima, vicino al pontile della Rumianca, aveva già ceduto provocando una voragine che ha costretto la Polizia municipale a chiudere la statale all’altezza del ponte sulla Scafa. Questo probabilmente ha evitato danni peggiori, in un’arteria solitamente trafficatissima di pendolari e mezzi pesanti. Inaccessibile anche la strada per Pula.
Capoterra, importante centro dell'hinterland cagliaritano, 23 mila abitanti, è stato completamente allagato dopo l’esondazione con decine di abitanti bloccati in casa o costretti a salire sui tetti per mettersi in salvo.
Chiusi gli uffici della Regione Sardegna dislocati a Cagliari e tutte le strutture comunali e gli Istituti scolastici.
Si tratta della stessa perturbazione che ha investito il Mediterraneo occidentale e ha devastato l’isola di Maiorca alle Baleari, dove si contano almeno 10 morti e ci sono ancora diversi dispersi.
Il territorio di Capoterra devastato da un'edificazione selvaggia nonostante il ben noto rischio idrogeologico, ha già vissuto la tragica alluvione del 22 ottobre 2008 quando fu il Rio San Girolamo a esondare travolgendo case e auto, molte delle quali finirono in mare e 4 persone persero la vita.
Insomma è l'ennesima tragedia annunciata che questa volta, solo per puro caso, non ha provocato altri lutti.
Ma tanto è bastato al sindaco PD Francesco Dessì, il quale in dieci anni non ha mosso un dito per mettere in sicurezza il territorio e le infrastrutture, per dire che: “Per ora siamo riusciti a contenere i danni, soprattutto a evitare quelli alle persone – ha detto il sindaco Francesco Dessì, – ma siamo ancora isolati dal capoluogo, noi e tutte le altre cittadine della costa Sud occidentale dell’isola: 40 mila persone che vivono enormi disagi con strade che son quelle che sono, purtroppo. Si ripropone il problema delle infrastrutture viarie e della loro manutenzione”.
Il solito scaricabarile di responsabilità fra governo e istituzioni locali e nazionali che piangono lacrime di coccodrillo quando si verificano le tragedie ma poi non fanno niente per impedire il consumo di suolo, la speculazione edilizia e mettere in sicurezza il territorio.
Basti pensare che per la morte delle quattro vittime di Capoterra di dieci anni fa non c’è stato nessun colpevole: nel luglio 2017 il Tribunale di Cagliari ha assolto, perché il fatto non sussiste, tutti gli otto imputati, tra cui l’ex sindaco Giorgio Marongiu, accusato di non aver preso provvedimenti idonei dopo l’allerta meteo, Giovanni Calvisi, presidente della cooperativa Poggio dei Pini, Antonio Deplano, Gian Battista Novella e Sergio Virgilio Cocciu, rispettivamente direttore e funzionarii del Genio Civile, e gli ex capi compartimento regionali dell’Anas Giorgio Carboni e Bruno Brunelletti.
Intanto, per i prossimi giorni la Protezione civile regionale ha emesso un nuovo avviso per alto rischio idrogeologico nell'Iglesiente, Campidano e sul bacino Flumendosa-Flumineddu dove “sono previste forti precipitazioni con forti raffiche di vento e di grandinate”. Allerta arancione anche sulla Gallura, zona già colpita nel 2013 assieme al Nuorese da un alluvione che provocò 18 morti e migliaia di sfollati.
17 ottobre 2018