Contro l'adunata fascista di Casapound
Storica manifestazione antifascista a Trieste
Oltre 10 mila manifestanti in piazza
Espulsi dal corteo esponenti del PD
In risposta alla provocatoria adunata fascista organizzata da Casapound a Trieste, città medaglia d’oro al valor militare e alla Resistenza, per celebrare in chiave patriottarda il cosiddetto “centenario della vittoria italiana” nella prima guerra mondiale imperialista, il 3 novembre si è tenuta nel capoluogo friulano una storica e partecipata manifestazione antifascista e antirazzista organizzata dalla Rete Trieste Antifascista e Antirazzista a cui hanno aderito l'Anpi, Non una di meno, CGIL, USB e varie altre associazioni.
Mentre a Largo Riborgo, protetto da un cordone di poliziotti, si svolgeva il raduno nazionale di Casapound con alcune centinaia di neofascisti riuniti sotto uno striscione: “Italia: risorgi, combatti, vinci”, lo sventolio di bandiere tricolori e l'ostentazione di labari degli arditi e della X Mas; oltre 10 mila antifascisti, tra cui moltissimi sloveni e croati, sono sfilati in corteo dal centro del rione di San Giacomo dietro un grande striscione: "Liberiamoci dai fascismi" (tradotto anche in sloveno) e un cartello con la scritta a caratteri cubitali: "Funzione partigiana. Il fascismo non è un'opinione, è un crimine" appeso ai lati del furgone con gli altoparlanti in testa al corteo.
All'inizio del corteo antifascista una parte dei manifestanti ha clamorosamente contestato la presenza di alcuni esponenti del PD che volevano prendere parte alla manifestazione con bandiere e uno striscione. A suon di fischi e inviti: “Andate via, non siete i benvenuti” i dirigenti PD sono stati costretti a mettere via bandiere e striscione e lasciare il corteo.
Al grido di “Siamo tutti antifascisti” accompagnato dal canto di “Bella Ciao” e con l'obiettivo di “riappropriarci della città e fermare l’invasione di CasaPound” i manifestanti sono sfilati fino a Piazza Goldoni.
A chiudere la manifestazione, l'ex partigiana Lidia Menapace, che dal palco ha fra l'altro detto: "È una giornata straordinaria, siamo popolo, giovani, meno giovani, vecchi, siamo tutti d'accordo, uniti e unite, nelle nostre diversità nei valori dell'antifascimo… La pace è una cosa molto importante e i rischi in questo momento sono fortissimi".
Gravissima invece la decisione delle massime istituzioni locali: la prefetta Annaopaola Porzio, il sindaco Roberto Dipiazza eletto con lista civica sostenuta da Lega Nord, Fratelli D'italia - Alleanza Nazionale e Forza Italia, e della questora di Trieste Isabella Fusiello i quali, nonostante le reiterate richieste della Rete antifascista di vietare l'adunata di Casapound, invece di negare ogni agibilità pubblica ai fascisti hanno completamente blindato e militarizzato la città per permettere a Casapound di sfilare in corteo in pieno centro. Non solo; il neopodestà Dipiazza dopo aver concesso la piazza ai fascisti ha anche lanciato un “invito alla popolazione a rimanere in casa fino alle 20”.
“È molto grave quello che accade oggi per la storia di queste terre – ha commentato Fabio Vallon, presidente del comitato provinciale dell’Anpi – Casapound si definisce fascista e sappiamo bene che questo ha significato violenza, soprusi e morte. Dalle azioni squadriste, alla nazionalizzazione delle comunità slovene e croate con l’italianizzazione dei cognomi. Forse non tutti ricordano che le terre triestine furono regalate ai nazisti dai fascisti: dal ‘43 al ‘45 entrarono nell’Adriatische Küstenland (Zona d’operazioni del litorale Adriatico, ndr) che era di fatto parte del Terzo Reich. Che a Trieste esiste la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio in territorio italiano; che Trieste fu teatro di efferati eccidi nazi-fascisti a cominciarfe dal carcere di via del Coroneo, luogo di prigionia per diversi antifascisti, fino alla sede delle SS in piazza Oberdan. Da via Filzi, dove avvenne l’incendio del Narodni Dom fino a via Ghega, luogo di rappresaglia nazista; e poi, fino alla stazione, da cui partirono diversi convogli diretti verso i campi di sterminio dell’Europa Centrale.
Dunque Se c’è qualcuno che ha difeso l’italianità di Trieste non è certo la X Mas, ma sono i partigiani”.
Molto determinata anche la reazione delle masse popolari slovene e croate che hanno preso parte al corteo antifascista e hanno costretto le autorità ad annullare il concerto che Casapound voleva tenere al termine della manifestazione a Fiume.
“Siamo convinti che la calata di Casapound a Trieste necessiti di una risposta antifascista, antirazzista e femminista chiara – si legge fra l'altro nell'appello della Rete antifascista – antirazzista di Trieste - Il nostro impegno antifascista non si esaurirà con il 3 novembre, così come non è iniziato con questo appello: siamo convinti che l’antifascismo debba essere interpretato come una pratica quotidiana, da portare avanti nei luoghi di formazione, di lavoro e di socializzazione, in particolare lì dove premesse culturali e le azioni materiali alimentano il fascismo e il razzismo”.
È un fatto altamente positivo che per la prima volta nella storia del nostro Paese l'anniversario della conclusione della prima guerra mondiale non sia ipotecato ed egemonizzato dalla destra fascista, patriottarda e guerrafondaia ma veda la discesa in campo di un largo fronte unito antifascista e antirazzista, com'è avvenuto a Trieste.
Ora si tratta di rendere permanente questo appuntamento allargando il fronte unito anche ai temi dell'imperialismo e della lotta a ogni forma di nazionalismo patriottardo e di interventismo militare italiano all'estero spacciato in modo truffaldino quale invio di missioni umanitarie e di pace.
7 novembre 2018