Alleandosi con parte dei Talebani
L'imperialismo russo mette le mani sull'Afghanistan per arginare l'avanzata dello Stato islamico
L'imperialismo russo che ha per dieci anni occupato militarmente l'Afghanistan, dal 1979 fino al 1989, fino a essere cacciato dalla resistenza guidata dai Talebani, prova a rimettere piede nel paese occupato militarmente negli ultimi 17 anni dalla cordata imperialista guidata dagli Usa alleandosi con parte dei Talebani; l'avvicinamento col movimento di resistenza afghano è presentato da Mosca con la stessa motivazione che ha portato l'esercito di Putin all'intervento militare in Siria: arginare l'avanzata dello Stato islamico. Che a quanto pare non è stato liquidato come pretenderebbe l'imperialismo, tanto che è oggetto contemporaneamente degli odierni attacchi degli Usa e delle Forze democratiche siriane nella Siria nordorientale.
Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov apriva il 9 novembre a Mosca una conferenza alla quale oltre ai rappresentanti di 12 governi, tra cui Russia, Cina, India, Iran e Pakistan, era presente per la prima volta in maniera formale una delegazione dell’Ufficio politico dei Talebani rifugiato a Doha, in Qatar, guidata dal responsabile Mohammad Abbas Stanekzai, presente con tanto di delega ufficiale da parte della Rahbari Shura, l'assise che rappresenta la leadership politica del movimento. Presente, seppur come semplice osservatore, una delegazione dell’Alto consiglio di pace, l’organismo nominato dal regime fantoccio di Kabul con il compito avviare il negoziato con i Talebani. “Nessun negoziato, abbiamo solo parlato del ritiro delle truppe straniere”, sosteneva la delegazione talebana, “il vero negoziato sarà tra Kabul e i Talebani”, ripetevano i delegati governativi.
Non c'erano invece dubbi su cosa si aspettasse l'imperialismo russo dal vertice di Mosca, convocato per discutere del problema della guerra al terrorismo. “I nostri paesi stanno affrontando un’insorgenza internazionale e uno dei loro obiettivi è l’Afghanistan. Lo Stato islamico è l’avanguardia di questi gruppi e sta cercando di trasformare l’Afghanistan nella propria base per espandersi poi in Asia centrale e oltre. L’obiettivo di tutti questi paesi è di sostenere l’Afghanistan per sradicare questo pericolo”, e intanto arginare l’allargamento della zona sotto il controllo delle forze della “provincia del Khorasan”, la formazione locale dello Stato islamico, dichiarava il ministro Lavrov nel discorso di apertura dei lavori della conferenza di Mosca.
L'aggressione dell'imperialismo americano all'Afghanistan e l'occupazione, iniziate dall'amministrazione Bush e proseguite da quelle di Obama e Trump, non sono riuscite a creare una situazione stabile per il governo fantoccio di Kabul che controlla solo una parte del paese e non reggerebbe neanche un giorno se partissero i soldati della coalizione imperialista, Italia compresa, sotto i colpi della resistenza con la quale ha cercato senza successo nel recente passato di aprire trattative.
Se il tentativo dell'imperialismo russo avrà successo o meno lo vedremo, intanto il Cremlino, che ha riaperto il confronto a tutto campo con l'imperialismo americano, si infila nello spiraglio che si è aperto nel paese per le debolezze del rivale e presentandosi come paladino della guerra al cosiddetto terrorismo e in particolare allo Stato islamico.
21 novembre 2018