Corteo convocato a Roma da Non una di meno nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Sfilano in 200 mila contro la violenza maschile, di genere e razzista, contro il governo che la legittima
Donne, ma anche molti uomini, da tutta Italia. Una marea di ragazze. Dura denuncia del ddl Pillon e del decreto Salvini. Lancio di 106 palloncini per ricordare le vittime di femminicidio nel 2018. La delegazione nazionale del PMLI diretta da Caterina Scartoni invita a buttar giù il governo nero Salvini-Di Maio
Scuderi: “Le masse femminili sono una componente pensante, combattiva e di avanguardia fondamentale del movimento anticapitalista”
L’appuntamento del 24 novembre è stato colto in pieno dalle masse femminili che, rispondendo all’appello di Nonunadimeno nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, hanno invaso Roma con una manifestazione vitale, immensa e colorata, combattiva, animata da striscioni, cartelli, musica, performances. Da tutta Italia tante donne e tantissime ragazze straordinarie, affiancate da una significativa presenza di uomini: 200mila secondo le organizzatrici, una marea contro la violenza di genere in “stato di agitazione permanente” in difesa della legge 194 sull’aborto e contro il ddl Pillon e il decreto Salvini.
Molte giovani coppie con appresso figli piccolissimi tanto che in corteo c’era uno spazio pit-stop itinerante per genitori e bimbi, organizzato da MOM associazione culturale di Roma, ovvero un furgoncino giallo con cuscini e zona morbida dove si poteva riposare, allattare o cambiare un pannolino.
Nel corteo si è sentita forte la voce della componente anticapitalista, antifascista e antirazzista, che in molti casi aveva nel mirino il governo Salvini-Di Maio e la società borghese nel suo complesso. “Vogliamo dire al governo Salvini-Di Maio che non abbiamo mai avuto governi amici figuriamoci oggi che il governo è fatto di sessisti, razzisti e omofobi”, governo che nello specifico ha tagliato del 2,7% i finanziamenti ai centri antiviolenza, nonostante il grande lavoro: solo nel 2017 hanno risposto a 50 mila domande di aiuto.
Tantissimi gli slogan e le canzoncine: “siamo tutte antifasciste”, “no al decreto Salvini”, “siamo marea che non si fermerà vogliamo diritti e libertà”, “violenza sulle donne si può fermare, lotto marzo sciopero globale”, “la paura non ci appartiene con la nostra rabbia lottiamo tutte insieme”, “siamo contro ogni frontiera, per l’asilo e l’accoglienza vera”, “lo stupratore / il fascista non è malato ma figlio sano del patriarcato”. Tanti gli slogan sui cartelli e sugli striscioni sulla “libertà di scelta” sul tema dell’aborto e in difesa della 194. In diversi spezzoni risuonavano i canti di “Bella ciao” e “Se ben che siamo donne”. A metà corteo sono stati lanciati 106 palloncini fucsia, ognuno di loro portava scritto sopra il nome delle 106 vittime di femminicidio in Italia dall’inizio del 2018.
Presenti associazioni come Amnesty international e i comitati No Tav, e i centri sociali come Je so’ pazzo di Napoli e Askatasuna di Torino. C’era anche una delegazione di PAP che nel rispetto del discutibile volere delle organizzatrici di non portare simboli né bandiere avevano delle mascherine di color fucsia con scritto “Potere al popolo”.
Il PMLI ha partecipato con una Delegazione di compagne e compagni, brillantemente diretta da Caterina Scartoni, presenza di Partito ben caratterizzata dai corpetti rossi con il manifesto del Partito che rilanciava: “Contro la violenza sulle donne e di genere, sulle soggettività Lgbtqia+, sui corpi, i territori e gli animali; respingere il ddl Pillon su separazioni e affido, e il decreto fascista e razzista su sicurezza e migranti; per aborto libero, sicuro e gratuito, contro il capitalismo che genera il maschilismo, la famiglia borghese e patriarcale, il femminicidio, gli stupri, la violenza sulla donne e di genere, sulle soggettività Lgbtqia+, sui corpi, i territori e gli animali; sciogliere i gruppi neofascisti e neonazisti”. Manifesto riportato anche sui volantini e su un cartello, entrambi con sul retro il manifesto che invita a leggere e inviare articoli a “Il Bolscevico”. Una presenza che ha disturbato la parte più settaria delle organizzatrici femministe, che non avrebbero voluto alcun simbolo di partito nel corteo; con dialettica e fermezza le compagne hanno risposto all’intimazione di abbandonare il cartello, coprendo solo il lato su “Il Bolscevico” con locandine che riproducevano il manifesto contro la violenza sulle donne. I partiti erano stati invitati a non portare le loro bandiere e simboli; noi marxisti-leninisti, anche se consideriamo un grave errore non consentire ai partiti di esporre i propri simboli alle manifestazioni, avevamo rinunciato a portare la bandiera del Partito per spirito di unità e fronte unito con le organizzatrici.
Forte la presenza organizzata delle attiviste della “Casa delle donne”.
La stragrande maggioranza dei manifestanti hanno invece avuto un atteggiamento di grande apertura verso il PMLI: ben accolto il volantino distribuito in centinaia di copie, fotografati i corpetti e il cartello, tanti i momenti di unità, specialmente col canto di “Bella Ciao” sempre condiviso con gli spezzoni vicini alla delegazione del Partito, compresi quelli dell’ANPI, presente per la prima volta al corteo della Giornata contro la violenza sulle donne. Apprezzati e condivisi anche gli slogan del Partito contro il governo nero Salvini-Di Maio. E ancora: una donna latino-americana ha voluto farsi fotografare con la Delegazione, una donna mentre fotografava il manifesto e i corpetti ha sottolineato: “siete l’unica forza politica che smaschera il vero responsabile della violenza maschile sulle donne: il capitalismo”, una giovane dando il volantino del suo collettivo a una compagna ha esclamato: “finalmente qualcuno affine a noi”. Alle compagne e ai compagni è arrivato anche un messaggio della compagna Monica Martenghi, responsabile della Commissione donne del CC del PMLI, nel quale li ringraziava “per il servizio reso alle masse femminili e al PMLI”.
Il compagno Andrea Cammilli è stato intervistato da una giovane freelance che lavora anche per “la Repubblica”, ma i mass-media hanno ignorato del tutto la presenza del PMLI. Va detto che la manifestazione nel suo complesso non ha avuto grande risalto nei media, annegata in genere in servizi di vario tipo sulla violenza sulle donne.
Assente la CGIL, che, pur dichiarandosi contro la violenza di genere, fino a ora ha evitato di proclamare lo sciopero generale per l’8 Marzo come richiesto da Nonunadimeno dal 2017.
Il 24 novembre 2018 rimarrà una data storica per il movimento delle donne. “Le 200 mila persone che hanno sfilato con orgoglio e combattività”, come ha sottolineato il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, nell’importante, acuto e lungimirante messaggio di felicitazioni e indirizzato alla Delegazione del Partito: “hanno inferto un duro colpo al decreto Salvini e al ddl Pillon e al governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio che li ha prodotti. Esse inoltre confermano, e questo è un fatto estremamente importante e incoraggiante, che le masse femminili italiane sono una componente pensante, combattiva e di avanguardia fondamentale del movimento anticapitalista. Il merito del successo di questa storica manifestazione femminista anticapitalista, antirazzista, antifascista e antigovernativa va interamente all’importante e agguerrito movimento femminista Nonunadimeno nel quale dobbiamo continuare a lavorare indipendentemente dalle divergenze ideologiche e strategiche” (Il testo integrale è pubblicato a parte).
28 novembre 2018