Sfilano in 20 mila a Milano, italiani e migranti. Non c'era il PD
Marea antifascista e antirazzista contro la legge Salvini e i centri per i rimpatri
Tante associazioni cattoliche tra le duecento associazioni che hanno aderito. Ampia presenza di CGIL, Libera e Arci. Il PMLI denuncia il carattere fascista e razzista del governo Salvini-Di Maio e coinvolge i manifestanti nel lancio degli slogan
Redazione di Milano
Nell’ultimo anno e mezzo Milano ha più volte dimostrato una forte sensibilità antifascista e antirazzista sui temi connessi all’immigrazione e alla dilagante xenofobia istigata dal regime neofascista oggi governato dai ducetti Salvini e Di Maio. Oltre alla mobilitazione del 20 maggio 2017 vanno ricordati i cortei di massa dopo i fatti di Macerata, dopo l’omicidio di Soumaila Sacko, in opposizione all’incontro Salvini-Orbán di fine agosto, così come il corteo in occasione del decimo anniversario dell’assassinio razzista di Abba e la grande manifestazione “Intolleranza Zero” in Piazza Duomo.
Che anche la manifestazione contro la riapertura del lager di Via Corelli e il decreto Salvini non sarebbe stata una giornata da lasciar passare sotto silenzio lo si capiva già dai primi minuti successivi all’ora di concentramento, le 14.30 di sabato 1° dicembre. Il corteo appariva già partecipato e energico tanto che la testa era obbligata a spostarsi da Piazzale Piola progressivamente su viale Romagna.
La protesta era rivolta contro l'intervento del governo nero Salvini-Di Maio che riporta la storia del centro di via Corelli indietro di 5 anni. Nel 2013, infatti, fu deciso che la struttura diventasse da campo di concentramento degli immigrati senza permesso di soggiorno a centro per l'integrazione. La questione della destinazione e dello scopo del centro di via Corelli impegna i governi del regime neofascista da 20 anni, trasversalmente, della destra e della “sinistra” borghese. I CPT, i famigerati “centri di permanenza temporanea”, furono infatti istituiti nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano, voluta dal governo del DC Prodi e approvata in parlamento anche coi voti del PRC. Gli immigrati senza permesso di soggiorno o con documenti non validi vi venivano rinchiusi in stato di detenzione, identificati e, nel caso ce ne fossero i presupposti, espulsi dall'Italia. Successivamente i centri furono rinominati dai governi di “centro-destra” in CIE, “centri di identificazione ed espulsione”, senza di fatto cambiare nella sostanza.
Dopo innumerevoli e forti proteste di massa questi lager vennero chiusi nel 2013, e il centro di via Corelli divenne un centro per l'integrazione di assistenza ai migranti richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), con personale specializzato composto perlopiù da volontari. Il ministro fascio-leghista agli Interni, il ducetto Salvini, ha deciso ora di ripristinare l’originaria funzione concentrazionaria del centro di via Corelli sloggiandovi ogni iniziativa umanitaria.
Al corteo, che è terminato a pochi metri da via Corelli, hanno preso parte non solo i giovani dei centri sociali e la rete di “Mai più lager-No ai Cpr” ma anche, con le loro bandiere l’ANPI, l’ARCI, quasi tutti i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello tra i quali il PMLI, poi la CGIL - soprattutto FIOM e SPI - , e i Cobas. A prevalere erano le bandiere rosse mentre grande assente era il PD, sempre pronto a sventolare strumentalmente la bandiera dell’antifascismo, ma evidentemente incapace di mettere in discussione le sue scelte politiche antimigranti degli ultimi anni compresa quella di Minniti di aprire i CPR.
20mila i manifestanti e tanti i cartelli contro il ducetto Salvini, da “Mai più lager” a “Fermare Salvini”. Tanti anche gli striscioni, che recitavano: “Lega Salvini e lascialo legato” e “Lega ladrona. Salvini casta”.
Militanti e simpatizzanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI hanno partecipato alla manifestazione antifascista portando ben alto la rossa bandiera del Partito e un cartello con i manifesti del Partito contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, l’uno raffigurante il ducetto Salvini e il suo balilla Di Maio, l’altro riportante gli slogan “Con i migranti porti e frontiere aperti”, “Contro l’imperialismo che genera l’emigrazione”, “Cancellare il decreto su migranti e sicurezza e la legge Bossi-Fini”, “Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio”. La riproduzione degli stessi manifesti era nei “corpetti” dei nostri compagni che hanno diffuso centinaia di volantini riportanti il testo del messaggio di saluto della Cellula milanese del PMLI alla recente Commemorazione di Mao che sintetizza la linea del Partito sui migranti; nello stesso volantino l’invito a scaricare in formato PDF de “Il Bolscevico” n. 32, numero speciale sulla Commemorazione del grande Maestro col testo integrale del poderoso e magistrale discorso di Erne Guidi “Mao, l'imperialismo e la lotta per il socialismo”. Il volantino, letteralmente andato a ruba, è stato letto con interesse diventando anche stimolo di discussione per i manifestanti coi nostri compagni. Il cartello è stato superfotografato sia dai reporter che dai partecipanti perché era quello che più di tutti chiamava in causa in modo esplicito e inequivocabile l’attuale esecutivo e i suoi ducetti qualificandoli apertamente come fascisti e razzisti.
Durante il corteo i marxisti-leninisti hanno coinvolto i manifestanti col lancio di slogan come “Giù, giù, giù, governo Salvini-Di Maio, buttiamolo giù”, “I nazifascisti e chi li protegge, non vanno tollerati, ma messi fuorilegge”, “Lega razzista, partito neonazista”, “Lavoro, casa, diritto sociali, no ai lager e alle leggi razziali”, “Migranti e italiani, uniti nella lotta, sarà imbattibile la loro forza!”, “I migranti non sono clandestini, abrogare la legge Bossi-Fini”, “Decreto migranti, verbo di Salvini, va cancellato, come la Bossi-Fini”, “Via, via, via, fascismo e razzismo, spazziamoli via”, e cantato con largo seguito “Bella Ciao” e “Fischia il Vento”.
Altri significativi slogan gridati dai manifestanti: “Vogliamo un mondo di tutti i colori fascisti ed oppressori ne rimarranno fuori”, “Questo decreto è una vergogna, l'ha scritto un fascista uscito dalla fogna” e “Milano città della Resistenza, dev’essere città dell'accoglienza”.
Una marea rossa, un imponente corteo di italiani e migranti antirazzisti e antifascisti che hanno espresso una crescente insofferenza popolare verso il governo in carica.
Che tutti gli antifascisti, gli antirazzisti, i progressisti e democratici conseguenti si uniscano per fermare il razzismo e buttare giù tutti insieme il nero governo fascista Salvini-Di Maio. Poi ciascuno andrà per la sua strada. Noi marxisti-leninisti continueremo a lottare per abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo, l’unico sistema sociale in cui l'eguaglianza dei diritti economici, sociali, culturali e politici è concretamente e completamente garantita a tutti, senza alcuna discriminazione nazionale, religiosa o razziale.
5 dicembre 2018