Nell'assemblea del 1°dicembre a Roma
De Magistris lancia una nuova trappola elettoralistica per coprire a sinistra l'Ue imperialista e il capitalismo
Presenti rappresentanti di Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, l’Altra Europa per Tsipras, e la Rete delle Città in Comune; assente Potere al Popolo

Il 1° dicembre si è tenuta al Teatro Italia di Roma l'assemblea nazionale convocata da Luigi De Magistris per lanciare il suo progetto di costruzione di una sua lista elettorale da presentare alle europee del 2019, ma anche in previsione delle altre scadenze elettorali successive, comprese le Regionali della Campania nel 2020 e le eventuali elezioni politiche anticipate.
Vi hanno partecipato circa un migliaio di persone, provenienti da varie parti d'Italia ma soprattutto da Napoli, organizzate da DemA (Democrazia Autonomia), il movimento del sindaco di Napoli coordinato dal suo vicesindaco Enrico Panini. Erano presenti il segretario di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni; nonché rappresentanti di L'altra Europa per Tsipras e della Rete delle Città in Comune. Per gli spagnoli di Podemos erano presenti due dirigenti nazionali, mentre il suo segretario Pablo Iglesias ha fatto un intervento di saluto in collegamento video. Non ha partecipato ufficialmente, ma ha inviato solo un osservatore, Diem25, il movimento di Yannis Varoufakis, i cui rapporti con De Magistris di erano ultimamente raffreddati, proprio a causa della decisione di quest'ultimo di volersi presentare alle europee con una sua lista piuttosto che unirsi a quella dell'ex ministro delle Finanze del governo Tsipras.
Non ha invece voluto partecipare, annunciandolo pubblicamente con un documento assai polemico, Potere al Popolo (PaP), nonostante che in un primo tempo avesse accettato l'invito. Nel documento in questione si mette l'accento sul fatto che gli interventi, 23 di 5 minuti ciascuno, erano stati rigidamente programmati per escludere interventi "politici" e far parlare solo rappresentanti di "esperienze sociali", per cui PaP non avrebbe potuto parlare come realtà politica, ma solo attraverso singoli militanti impegnati in lotte specifiche, mentre i soli soggetti politici autorizzati a parlare erano De Magistris e il suo vice Panini.
Il documento elencava poi puntigliosamente i "Cinque punti per la discussione sull'Europa e sulle elezioni europee" che PaP avrebbe illustrato in assemblea se gli fosse stata data la possibilità di intervenire, contenenti anche una sottolineatura polemica nei confronti di De Magistris, definito "persona onesta e combattiva" e con una "storia di successi elettorali comunali che potrebbero diventare risultati utili alle elezioni europee", ma avvertendolo che "se farà solo il confezionatore del vestito nuovo della vecchia sinistra, fallirà come sono falliti i cambi d'abito precedenti".

Un nuovo contenitore elettorale della "sinistra radicale" e movimentista
E in effetti è vero che tutta la regia della manifestazione era stata preparata accuratamente per far risaltare soltanto la figura dell'ambizioso e narcisista sindaco partenopeo, relegando solo sullo sfondo i rappresentanti dei "soggetti politici" invitati: il manifesto di convocazione dell'assemblea riportava infatti solo la sua faccia e lo slogan "Per una nuova coalizione dei popoli". Lo slogan che campeggiava sul tabellone dietro il palco e riportato anche sul podio era "#oltre le disuguaglianze con Luigi De Magistris". I soli due interventi "politici" sono stati quello di apertura del segretario di DemA e il suo di chiusura. Tutti gli altri interventi sono stati invece di rappresentanti di categorie sociali, come insegnanti, studenti, giuristi come l'ex giudice costituzionale Paolo Maddalena e il giornalista Paolo Berizzi, minacciato dai gruppi neofascisti; di associazioni, come Giuseppe De Marzo di Libera e Cecilia Strada di Emergency; di amministratori e sindaci "di frontiera", come Mimmo Lucano; e di centri sociali e movimenti di lotta, come i No Terzo Valico, i Comitati terra dei fuochi, il centro sociale romano Baobab sgomberato dalla polizia di Salvini, la Casa internazionale delle donne che la sindaca Raggi vuole chiudere, e così via.
Ufficialmente lo scopo dell'assemblea, propagandato da De Magistris anche nelle interviste precedenti, era quello della costruzione di un "fronte popolare ampio e democratico", per contrastare "l'onda nera che avanza" in Europa e che in Italia ha le fattezze di un governo da lui definito il "più a destra della storia della Repubblica". Ma nella realtà e nella sostanza si è trattato di un banco di prova per la formazione di un nuovo contenitore elettorale per raccogliere sotto le sue bandiere ciò che resta della "sinistra radicale", insieme a centri sociali, movimenti di lotta, associazioni, sindaci e amministratori antigovernativi, e quant'altro si muove alla sinistra del PD e nel variegato campo dell'opposizione sociale, che sta crescendo, al governo nero Salvini-Di Maio. Non a caso ha inviato il suo vicesindaco Panini, con tanto di fascia tricolore in rappresentanza del Comune di Napoli, alla manifestazione di Torino dell'8 dicembre, inserendosi così nella spaccatura creatasi tra il movimento No Tav e il M5S.

Un disegno che punta a Palazzo Chigi
Per realizzare il suo disegno che punta a Palazzo Chigi De Magistris si autoproclama l'"anti-Salvini", ossia il "Salvini di sinistra" capace di opporre al narcisismo e al ducismo fascista e razzista del caporione della Lega, la forza uguale e contraria del suo narcisismo e ducismo "di sinistra": il "subcomandante" della sinistra capace di sconfiggere il "capitano" della destra. "L'inizio del nostro progetto politico è essere l'anti-Salvini: lui costruisce il consenso sul rancore, la violenza e l'odio, noi vogliamo costruire il consenso della gente sulla giustizia sociale, l'amore e la solidarietà", ha dichiarato il 2 dicembre in un'intervista all'ADN Kronos, una delle tante che si è guadagnato dai media con la sua iniziativa, prima e dopo l'assemblea.
Ma egli non pensa solo alla "sinistra radicale", peraltro ridotta ai minimi termini e con il marchio della sconfitta elettorale ormai impresso, né solo alla sinistra sociale, troppo frammentata e numericamente insufficiente per un simile traguardo. Il suo è un progetto molto più ampio, interclassista e trasversale, e mira a catturare anche una fetta consistente dell'elettorato del M5S, della "sinistra" borghese e perfino del "centro-destra".
"Non vogliamo essere un quarto polo", ha ribadito infatti sia nel suo intervento che in altre dichiarazioni, intendendo con questo di non voler ripetere le disastrose esperienze elettorali della "sinistra arcobaleno" e di "rivoluzione civile". Egli vuole imbarcare, ha detto nella suddetta intervista, "anche molti del centrosinistra e anche persone moderate che si riconoscono in schieramenti nel passato più di centrodestra, che non vogliono una deriva fascista o razzista o violenta come quella di Salvini". "Sono uomo di sinistra e ho fatto cose di sinistra - ha ribadito nel suo intervento all'assemblea - ma la Costituzione non è di sinistra, ha unito il popolo. Non avrei vinto a Napoli se fossi solo di estrema sinistra".

"Credo nel dialogo con Fico e Di Maio"
Per quanto riguarda il M5S egli punta a catturare i voti dei suoi elettori di sinistra, soprattutto del Sud, fortemente delusi dal governo con la Lega e destinati a confluire altrimenti nell'astensionismo. La sua tattica è quella di proporsi come il referente della base delusa del M5S per catturarne i voti, e allo stesso tempo dialogare con i suoi dirigenti, nell'ottica di offrire loro un'alternativa di sinistra all'alleanza con Salvini.
Nella citata intervista all'ADN Kronos, De Magistris, sottolineando di aver conosciuto bene Grillo dal 2009 al 2011 e di aver avuto con lui "un rapporto molto intenso", anche se poi interrotto completamente, ha detto che "ci sono le condizioni per far capire a tutte quelle persone che in buona fede hanno votato, anche giustamente, M5S - soprattutto al Sud - che l'abbraccio del contratto con Salvini è un tradimento, non è una prospettiva politica del cambiamento come tanti elettori cinque stelle hanno inteso''. E poi ha aggiunto: "Ho interlocuzioni cordiali e positive con tanti esponenti del M5S. Sono, certo, soprattutto contatti istituzionali, ma credo nel dialogo con Fico e con Di Maio e gli altri esponenti apicali di M5S, che però hanno fatto un grave errore politico, quello di far diventare maggioritario nel Paese chi era un'assoluta minoranza come Salvini, che governa in tante regioni con Berlusconi. Alla fine hanno fatto diventare premier politico Salvini...".
Quella che De magistris dà già per nata il 1° dicembre, e che il megalomane narcisista chiama una "coalizione civica nazionale ed europea" e "con vocazione governativa", con lui naturalmente a capo, è quindi solo una nuova trappola elettorale che egli sta costruendo per ingannare i sinceri anticapitalisti, antifascisti e antirazzisti, gli astensionisti e gli oppositori di questo governo Lega-M5S, fascista e razzista, al fine di carpire i loro voti per soddisfare le sue ambizioni politiche. E con ciò fornisce anche una copertura a sinistra alla UE imperialista e al capitalismo, riproponendo l'illusione che sia possibile "riformarli" da sinistra e renderli "meno inaccettabili" per i lavoratori e le masse popolari.
 

12 dicembre 2018