Persi 40mila posti di lavoro
La disoccupazione sale al 10,6%, quella giovanile al 32,5%.
Mentre all'inizio dell'anno si alternavano i segni più a quelli meno negli ultimi mesi i dati economici e occupazionali sono sempre più negativi. Quando il responso è favorevole il governo tenta di prendersene il merito (Di Maio: “sono i primi effetti del decreto dignità”), quando è sfavorevole “sono gli strascichi del Jobs Act”. A parte che questo non è stato certo abolito, ma addirittura in certe norme peggiorato, le modifiche apportate dal nuovo esecutivo a guida Lega-5 Stelle sono entrati in vigore solo dal primo novembre.
Ma al di là della propaganda politica i dati dell'Istat, Eurostat e altri istituti di statistica, rivelano un rallentamento generale a livello mondiale ed europeo dell'economia che da più parti viene già individuato come la fine della “ripresina” degli ultimi due anni e come avvisaglia di una nuova e pesante recessione. In questo quadro l'Italia conferma di essere un “vaso fragile” all'interno dell'Unione Europea (UE).
Anche quando il nostro Prodotto Interno Lordo (PIL) è cresciuto lo ha fatto sempre in misura minore rispetto agli altri Paesi, l'Italia è il fanalino di coda della UE. Lo confermano anche i dati dell'Istat sul numero di occupati e disoccupati usciti a fine novembre. Nel periodo agosto-ottobre 2018 l’occupazione risulta in calo rispetto al trimestre precedente (-0,2%, pari a -40 mila unità). La diminuzione interessa uomini e donne. Diminuiscono gli occupati tra i 15 e i 49 anni mentre aumentano gli ultracinquantenni. Nel trimestre crescono i dipendenti a termine (+62 mila) e calano sia i permanenti (-64 mila) sia gli indipendenti (-38 mila).
Per il secondo mese consecutivo cresce la stima delle persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +64 mila unità). L’aumento della disoccupazione si distribuisce su entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione sale al 10,6% (+0,2 punti percentuali su base mensile), quello giovanile aumenta ancora e si attesta al 32,5% (+0,1 punti). Una disoccupazione a due cifre ben al di sopra della media europea secondo i dati Eurostat di settembre: 8,1% nella zona euro, 6,7% nei 28 stati dell'Unione e lontanissima da Paesi coma Germania e Polonia (3,4%), Regno Unito (4%), sopravanzata solo da Spagna (14,9%) e Grecia (19%).
L'Italia primeggia ancora nella poco invidiabile classifica della disoccupazione giovanile con numeri veramente drammatici. Gli ultimi dati Istat riferiti a ottobre ci dicono che quasi un giovane su tre (il 32,5%) tra i 15 e i 24 anni non lavora. Nel corso del mese di Settembre 2018 invece, la disoccupazione giovanile è rimasta invariata, per il terzo mese consecutivo, sia nell’Eurozona (al 16,8%), che nei 28 Stati membri (a 14,9%). Un anno fa nei 19 Paesi Ue era al 18,3% e nei 28 al 16,5%.
L’Italia si conferma il terzo Paese con il tasso più alto dietro Grecia (37,9% a Luglio) e Spagna (34,3%), mentre il minor numero di giovani disoccupati è risultato essere in Repubblica Ceca e Germania (6,3%) e in Olanda (7,5%). Sono stati sette i Paesi in cui il tasso su mese è aumentato, oltre all'Italia anche Austria (+0,5%), Lituania, Malta e Slovacchia (+0,4%), Repubblica Ceca e Francia (+0,1%). In tutta Europa solo 6 regioni hanno una disoccupazione giovanile superiore al 50%. Due appartengono alla Grecia: Epiro e Macedonia occidentale, le altre quattro fanno parte del nostro martoriato Mezzogiorno: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
12 dicembre 2018