D'accordo col padronato
Il fascioleghista Salvini contro il valore legale della laurea
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, e così cambiando i burattini alla guida del governo borghese non cambia la volontà del padronato per cancellare in Italia il valore legale della laurea.
Ora è la volta del fascioleghista Matteo Salvini ad avanzare la proposta, che tra l'altro si trova anche tra i punti del programma del M5S, anche se quest'ultimo per il momento, è stato in parte stoppato dal ministro dell'istruzione Bussetti per il quale l'abolizione non è momentaneamente in programma.
Secondo Salvini l’abolizione del valore legale dei titoli di studio servirebbe a mettere in concorrenza tra loro le Università. Mancando un valore all’attestato rilasciato, le Università sarebbero spinte a suo dire a migliorare il servizio offerto, assumendo bravi docenti e migliorando la didattica. Sarebbe il mercato a decidere il valore degli studi conseguiti, nei fatti si prospetta come un progetto dal carattere sfacciatamente liberista che rischia di incrementare ancora di più il profondo solco che si sta venendo a creare in Italia tra Università di serie a e di serie b.
Abolendo il valore legale della laurea, le Università verranno spinte a cercare i fondi per migliorare i propri standard qualitativi negli investitori privati visto che ormai il governo ha chiuso i rubinetti dei fondi pubblici, e gli studenti rischiano di essere discriminati una volta finito il ciclo degli studi nella ricerca di un lavoro, nel già precario mercato capitalista, con le aziende e il padronato che opereranno una feroce selezione tra chi arriva da prestigiose e costose università e chi invece per cause economiche o territoriali dovendosi accontentare di università di secondo livello, rischia una vera e propria esclusione dal mondo del lavoro e una condanna alla disoccupazione ed a lavori dequalificanti. Questo penalizzerebbe di gran lunga soprattutto le università e gli studenti del sud, dove le scuole sono lasciate al più completo abbandono e nell'ottica di una buona formazione scolastica con la carenza di insegnanti e personale scolastico, chi si laurea in simili università si vedrebbe scartato rispetto a chi arriva da università prestigiose delle regioni più “ricche”.
Questo progetto classista non è una novità, infatti già nel piano di rinascita democratica della P2 d Licio Gelli come già denunciato fin dalle sue origini dal PMLI, la dequalificazione ha mosso i suoi primi passi ed essi sono stati portati avanti da tutti i governi borghesi, di destra come di “sinistra”. Che le masse studentesche, universitarie e popolari non lascino passare quest'ennesimo tassello di fascistizzazione dell'università. Il PMLI sarà al loro fianco in questa lotta.
12 dicembre 2018