Secondo il XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole
Un crollo nelle scuole ogni 4 giorni di lezione
Due bambine ferite dalla caduta di calcinacci in provincia di Sondrio
Che le scuole italiane non fossero proprio in un eccellente stato di salute era sotto gli occhi di tutti, che i livelli di abbandono e di incuria siano da terzo mondo ce lo rivela in tutta la sua fredda e dura realtà il XVI rapporto di “Cittadinanzattiva” sulla sicurezza nelle scuole.
Un crollo ogni quattro giorni di scuola nel 2017-2018, un record rispetto agli ultimi 5 anni, con 13 persone rimaste ferite tra personale scolastico e alunni (204 crolli e 37 feriti dal 2013 ad oggi).
La ricerca ci mostra chiaramente come l'Italia sia letteralmente un Paese dove la crisi strutturale delle scuole è endemica con una netta distinzione in negativo, tra zone del Nord, del Centro e del Sud Italia. Partendo proprio dal Sud si rimane allibiti che i livelli di sicurezza per quanto riguarda gli incendi, la santità e le agibilità non superano il 20% su tutti i plessi scolastici, addirittura si parla di un misero 15% di scuole che raggiungono i requisiti igienici e di agibilità, cifre a dir poco spaventose. La Campania (11% con agibilità, 17% prevenzione incendi) e la Calabria (12% con agibilità, nessuna per prevenzione incendi). 18.665 sono gli edifici scolastici che si trovano in zone a elevato rischio sismico, in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399). Ma solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui esistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità. Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente.
Anche il centro Italia non va meglio con un 19% di edifici scolastici che raggiungono i minimi standard qualitativi, mentre l'Umbria si trova con un 59% di scuole assicurate contro i rischi sismici.
Se la passa meglio il Nord con il 64% delle scuole in possesso del certificato di prevenzione incendi, il 61% ha effettuato il collaudo statico. Poco più della metà (53%) il collaudo, un terzo è in possesso della certificazione di prevenzione incendi, poco più (36%) di quella igienico-sanitaria. La Lombardia, in media quasi 119mila euro di spesa si attesta al primo posto, mentre la Puglia che però non arriva ai 3mila euro, il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali.
Un problema che ha assunto dimensioni abnormi e che ogni giorno rischia di provocare vittime, come le due bambine di due e quattro anni nella provincia di Sondrio colpite da due metri di soffitto crollato nella loro scuola, lo stesso giorno in cui veniva reso pubblico il dossier. O come Vito Scafidi, il ragazzo di 17 anni, del liceo Darwin di Rimini, travolto e ucciso dal tetto della scuola dove studiava esattamente 10 anni fa.
Tutte vittime di un sistema edilizio scolastico che non funziona per colpa della negligenza dei governi borghesi sia di destra sia della “sinistra” che hanno fatto tagli su tagli di milioni di euro negli investimenti per la scuola pubblica, soldi che sono finiti nelle tasche delle già pasciute scuole private o regalati alle aziende grazie al Jobs Act e alla “Buona scuola” entrambe di Renzi.
Il taglio dei 100 milioni previsto dal governo nero razzista e fascista Salvini-Di Maio andrà ad aggravare ulteriormente questa situazione, oramai insostenibile, non solo per il diritto allo studio ma per la stessa incolumità della vita degli studenti.
12 dicembre 2018