A Corinaldo (Ancona). Era evitabile
Strage di ragazzi in discoteca
Sei morti e oltre 60 feriti. Misure di sicurezza sotto accusa
Intorno all’una di notte di sabato 7 dicembre presso la discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo (Ancona) cinque adolescenti e una giovane mamma di 39 anni, hanno perso la vita mentre attendevano l’inizio del concerto del cantante Sfera Ebbasta, “idolo” di tanti adolescenti appassionati di musica trap.
Le giovani vittime hanno tutte un’ età compresa tra i 14 e i 16 anni. Si tratta di tre ragazze e due ragazzi - Asia Nasoni, Daniele Pongetti, Emma Fabini, di Senigallia, Benedetta Vitali, di Fano, Mattia Orlandi di Frontone -, la donna deceduta, sposata e madre di quattro figli, è Eleonora Girolimini che accompagnava la figlia, di appena 11 anni, la quale è invece riuscita miracolosamente a salvarsi.
I feriti sono oltre sessanta di cui sette ricoverati in prognosi riservata ma per fortuna in condizioni cliniche in netto miglioramento.
La pista da ballo della discoteca era gremita ben oltre il limite di sicurezza da centinaia di ragazzi, in stragrande maggioranza quindicenni, alcuni accompagnati dai genitori, che attendevano l’arrivo del loro “idolo”. A un certo punto, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, un “ragazzo incappucciato, forse per una bravata, forse perché questo metodo viene usato per distrarre le persone e compiere piccoli furti, ha spruzzato gas al peperoncino in mezzo alla folla e tutti hanno iniziato a fuggire”.
Il panico si scatena in pochi secondi e in centinaia si ammassano verso le uscite di sicurezza. La balaustra del ballatoio che separa il locale dal parcheggio cede di schianto e decine di ragazzi precipitano nel fossato sottostante.
I cinque ragazzi e la giovane mamma muoiono per traumi da schiacciamento e soffocamento. Degli oltre sessanta feriti trentacinque vengono immediatamente portati all’ospedale Torrette di Ancona, tra cui sette versano in condizioni gravi, non ancora del tutto fuori pericolo.
Per molti di loro era il primo concerto in assoluto a cui assistevano.
Al vaglio degli inquirenti della procura di Ancona ci sono diverse ipotesi: la prima, si basa sulla testimonianza di alcuni ragazzi, i quali hanno riferito che la porta di emergenza che porta al giardino esterno del locale era chiusa e i buttafuori avrebbero fatto di tutto per trattenere le persone dentro il locale; la seconda è che la porta di emergenza si sarebbe invece aperta, ma avrebbe formato una sorta di imbuto costringendo centinaia di ragazzi ad ammassarsi sul parapetto che poi è crollato sotto l’enorme peso.
Sul registro degli indagati ci sono i nomi di otto persone: un sedicenne di Senigallia accusato di omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose; quattro titolari del locale e tre soci indagati per omicidio colposo aggravato in concorso.
Al vaglio degli inquirenti c’è anche la posizione dei buttafuori, che potrebbero aver gestito in maniera disastrosa il momento del panico in pista, aprendo con ritardo le porte d’emergenza o tentando di non far uscire le persone dalla sala del concerto.
Il sedicenne indagato, secondo il procuratore per i minori delle Marche Giovanna Lebboroni, è stato tirato in causa da tre persone ma “la sua citazione è generica e le circostanze tutte da valutare”. In casa sua, comunque, sarebbero state trovate ingenti quantità di eroina e di cocaina.
Ci sono poi altri due fermati: un 27enne di Fano e la sua fidanzata, trovati all’interno di un residence della vicina Senigallia, dove avevano prenotato un appartamentino per un mese.
In un primo momento l’ipotesi più accreditata dagli investigatori è che i tre facciano parte di una specie di banda dedita ai furti in discoteca che utilizzerebbe lo spray urticante per creare scompiglio, compiere piccoli furti e coprire la propria fuga. Ipotesi che spiegherebbe anche i precedenti casi di uso di questa sostanza al peperoncino in svariati altri concerti di musica trap in giro per l’Italia.
Nel mirino degli inquirenti ci sono anche gli organizzatori del concerto. Infatti è accertato che il cantante Sfera Ebbasta a mezzanotte era ancora sul palco della discoteca “L’altro mondo” di Rimini che dista circa 120 chilometri da Ancona, e soltanto terminata questa esibizione si sarebbe mosso verso Corinaldo. Mentre sui biglietti del “Lanterna Azzurra” l’orario d’inizio dell’esibizione era fissato per le 22 e 30. Quando si è consumata la tragedia mancava un quarto d’ora all’una di notte e il cantante ancora non era nemmeno arrivato nel locale.
Inoltre la procura ha sequestrato anche alcune delibere comunali con cui grazie a un condono del 1986 i proprietari hanno ottenuto il cambio di destinazione d’uso dell’immobile trasformandolo da capannone agricolo adibito a deposito per attrezzi in struttura ricreativa e discoteca.
Dalle prime indagini è emersa una nuova agghiacciante ipotesi: ossia che a scatenare il panico sia stato, non la fantomatica banda dello spry al peperoncino, ma più probabilmente il mal funzionamento dell’impianto di areazione della discoteca che non è riuscito a convogliare verso l’esterno il fumo artificiale che si usa nelle scenografie dei concerti.
E a destare ancora più rabbia e sconcerto è la quasi totale mancanza delle misure minime di sicurezza nel locale a cominciare dalle vie di fuga e dalle porte antipanico, del tutto insufficienti a far evacuare un numero così alto di persone; i controlli pressoché inesistenti e soprattutto il numero spropositato di biglietti venduti: circa 1.400 tagliandi per un locale che al massimo può contenere non più di 500 persone.
“I biglietti venduti sono circa 1.400 a fronte di una capienza complessiva di 800 persone circa”, ha detto il procuratore capo della Repubblica di Ancona Monica Garulli. Poi nel primo pomeriggio il premier Conte al termine del vertice in prefettura ad Ancona ha precisato che: “Da un primo accertamento a caldo risultano venduti 1.400 biglietti. Ma anche che era aperta una sola sala sulle tre della discoteca, con una capienza di 469 persone. Con i numeri non ci siamo”. Tra l’altro la discoteca di Corinaldo non dispone nemmeno di telecamere di sicurezza.
Dunque altro che “omicidio colposo” come ipotizza la procura: chi ha venduto 1.400 biglietti per 500 posti è un omicida volontario!
Senza dimenticare che dietro a questa ennesima strage c’è soprattutto il marcio sistema capitalista e i falsi miti creati ad arte dalla classe dominante borghese per emarginare i giovani e spingerli a cercare lo “sballo” a tutti i costi nelle discoteche, nei concerti, nella droga e nell’alcol; una società corrotta fino al midollo e basata sull’egoismo, l’individualismo, l’arrivismo e il carrierismo, che sfrutta perfino la naturale e sacrosanta aspirazione dei giovani a divertirsi trasformando un concerto o una serata da ballo in un evento per realizzare astronomici profitti sulla loro pelle.
12 dicembre 2018