Il palazzinaro lo conferma agli inquirenti sull'inchiesta sullo stadio di Roma
Parnasi pagava Lanzalone perché era un canale con il M5S
“Soldi al Carroccio per fare affari al Nord”
Il palazzinaro corruttore Luca Parnasi, arrestato il 13 giugno scorso nell'ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma aveva almeno “tre buone ragioni” per corrompere Luca Lanzalone, l'avvocato dei Cinquestelle paracadutato a Roma e nominato da Virginia Raggi alla guida di Acea.
La prima perché: "Mi è sembrato una persona capace e pensavo fosse utile intrattenere un rapporto con lui"; la seconda: “per il suo ruolo svolto per la parte pubblica in relazione alla vicenda dello stadio" e infine perché: "era a mio giudizio un buon canale di contatto con il movimento Cinquestelle, per la sua capacità di incidere sulle loro determinazioni anche in relazione vicende diverse da quella dello stadio, come ad esempio quella di Ecovillage".
A confermarlo è stato lo stesso Parnasi nel corso del drammatico interrogatorio durato ben undici ore presso una saletta del carcere di Rebibbia il 27 e 28 giugno scorso. Questa parte di verbale è stata ora riportata nell'informativa conclusiva delle indagini depositata il 29 ottobre scorso dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma.
Nelle oltre 350 pagine che compongono l'informativa si trovano conferme all'interesse che Parnasi mostrava nei contatti da avere con il Movimento e per i quali si rivolgeva a Lanzalone. Il 16 maggio 2018 si incontrano nell'ufficio dell'imprenditore. I due, sintetizzano gli inquirenti, "parlano dei rapporti di Lanzalone Luca con Fraccaro con Di Maio e con Vincenzo Spadafora, Lanzalone riferisce a Parnasi che con Spadafora ha un rapporto più stretto e confidenziale". E Parnasi afferma: "Allora parlane con Vincenzo, parlane con Vincenzo e dammi l'ok quando tu ne hai parlato con Vincenzo che io lo trasferisco a Giancarlo". Parnasi, prosegue l'informativa, continua "a dispensare consigli a Lanzalone su come proporsi a Spadafora e agli altri esponenti del M5S per sponsorizzare il suo nome".
Vincenzo Spadafora è sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità e ai Giovani ma soprattutto è ritenuto molto vicino al vicepremier Di Maio.
Il Giancarlo cui fa riferimento Parnasi non è chiaramente individuato ma gli inquirenti ipotizzano si tratti di Giorgetti, vicesegretario della Lega e ormai oggettivamente riconosciuto come "il Gianni Letta di Matteo Salvini” nonché potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio con numerose deleghe tra cui quella al Cipe.
Giorgetti e Parnasi, del resto, si conoscono molto bene, come ha ammesso lo stesso palazzinaro romano, e come si evince dalle varie informative dei carabinieri allegate alle indagini. Non solo. Dalle oltre 300 pagine dell'ordinanza emerge chiaramente anche il ruolo sporco svolto da Lanzarone al Comune di Roma in combutta con la Raggi.
Lo scorso giugno, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Maria Paola Tomaselli, Lanzarone ha provato a giustificarsi spiegando che si recava in Campidoglio esclusivamente per parlare di Acea, della quale era presidente e che quindi non si è mai occupato della vicenda stadio.
Agli inquirenti ha raccontato che al Comune di Roma: "non ho mai avuto alcun incarico formale... ho avuto solo una richiesta di prestare un'assistenza preliminare, che poi per varie ragioni non si è concretizzata in un contratto, in relazione a una delibera". E sulla vicenda stadio: "Non ho mai partecipato ad alcun atto del Comune".
C'è però una conversazione avvenuta nel maggio 2017 in cui Lanzalone raccomanda alla Raggi la nomina di Fabio Serini alla gestione dell'Ipa. Incarico poi effettivamente assegnato a Serini. Raggi da parte sua ringrazia e risponde a Lanzarone esprimendo la volontà di incontrare alcuni sindaci dei Comuni limitrofi a Bracciano per affrontare la questione del livello dell'acqua del lago e gli comunica la richiesta di un incontro con lui ricevuta dal sindaco M55 di Civitavecchia.
Parole molto significative alle quali l'avvocato Lanzalone risponde altrettanto significativamente: "Praticamente mi fai da segretaria, che onore".
Così come sono altrettanto significative le parti dell'ordinanza in cui gli inquirenti riportano le dichiarazioni di Parnasi inerenti i finanziamenti al PD e alla Lega attraverso le rispettive fondazioni Eyu e Più Voci e anche a Fratelli d'Italia affermando fra l'altro che “non c'è differenza” nemmeno coi Cinquestelle con i quali Parnasi ha detto di avere avuto diversi contatti e in particolare con il ducetto Di Maio.
E quando gli inquirenti chiedono a Parnasi il motivo dei lauti finanziamenti elargiti praticamente a tutte le cosche parlamentari, dal PD a Fratelli d'Italia ai 5Stelle, il palazzinaro corruttore risponde che il suo interesse era rivolto soprattutto alla Lega perché: “io volevo crescere all'interno dei rapporti imprenditoriali al Nord Italia... ed era quindi mio interesse un'associazione vicina al mondo della Lega per accreditarmi all'interno di quella realtà. Non c'è dubbio!”.
19 dicembre 2018