Durante un comizio di Salvini a Tortolì, in Sardegna
Cantano “Bella ciao”, identificate
Arrestare, denunciare, identificare, perquisire, reprimere e schedare chiunque osa contestare pubblicamente il governo nero, fascista e razzista dei ducetti Salvini e Di Maio: è questo il nuovo diktat di chiaro stampo mussoliniano impartito dal Viminale alle “forze dell'ordine”.
Era già successo nelle settimane a scorse a Firenze dove tre studenti sono stati denunciati e portati in questura per aver esposto uno striscione con su scritto "Salvini assassino"; poi a Roma dove una signora è stata denunciata per aver urlato “buffone” al capobastone leghista; e infine a Ivrea dove alcuni manifestanti che chiedevano “verità e giustizia per Giulio Reggeni” nel corso di un comizio di Salvini sono stati fermati e identificati; ed è successo ancora il 17 novembre a Tortolì durante la due giorni di campagna elettorale del vicepremier in Sardegna dove sei persone sono state identificate e schedate dalla polizia per aver intonato “Bella Ciao”.
"Abbiamo intonato 'Bella ciao’ - hanno raccontato alcuni dei fermati - prima ancora che Salvini iniziasse a parlare. Poi l’abbiamo cantata di nuovo quando ha finito il comizio. A quel punto siamo stati avvicinati da agenti di polizia in borghese che ci hanno chiesto di fornirgli generalità e commenti. Consideriamo anormale che siamo stati identificati soltanto noi, 6 persone, in una folla di centinaia di persone plaudenti... Glielo abbiamo chiesto agli agenti e uno di loro prima ha risposto che facevano controlli a tappeto, un altro invece ha detto che controllavano solo le minoranze. Di spiegazioni teoriche se ne possono trovare tante, ma la spiegazione pratica ci sembra un’altra, ovvero identificare e schedare sistematicamente gli oppositori” proprio come avveniva durante il ventennio fascista.
19 dicembre 2018