Con doppio voto di fiducia
Il parlamento nero approva la manovra imposta dalla Ue
Tagli per 10 miliardi. Il popolo italiano ne pagherà le conseguenze. Cgil, Cisl e Uil annunciano “una grande manifestazione nazionale” in gennaio contro la manovra che taglia su “crescita, sviluppo, lavoro e pensioni”
Calpestati la Costituzione e la democrazia parlamentare
La legge di Bilancio chiamata demagogicamente "manovra del popolo" dal governo Lega-M5S è stata approvata in fretta e furia dal parlamento nero negli ultimi giorni dell'anno e firmata in corsa da Mattarella il 31 dicembre, appena in tempo per evitare l'esercizio provvisorio e soprattutto l'avvio della procedura d'infrazione da parte della Commissione europea.
È passata attraverso un maxiemendamento del governo contenente un unico articolo di 270 pagine e centinaia di commi fatto votare a scatola chiusa col voto di fiducia prima al Senato e subito dopo alla Camera, senza che deputati e senatori lo abbiano nemmeno potuto discutere, anzi addirittura nemmeno potuto leggere. Uno sfregio alla Costituzione e alla democrazia parlamentare senza precedenti nella storia repubblicana, inferto con indifferenza e arroganza proprio da coloro, come il M5S e il suo ducetto Di Maio, che nella scorsa legislatura avevano fatto fuoco e fiamme contro i precedenti governi che avevano usato gli stessi metodi, e che pure non erano arrivati a tanto.
E tutto questo perché Salvini e Di maio avevano perso due mesi in un demagogico quanto fallimentare braccio di ferro con la Commissione europea, al solo scopo di far salire le loro quotazioni elettorali, finendo poi per capitolare completamente al suo diktat. Altro che "manovra del popolo"! Tutto quello che questo governo è riuscito ad ottenere - peraltro a caro prezzo, visto già il miliardo e mezzo di maggiori interessi a carico dello Stato per effetto dell'aumento dello Spread - è solo una boccata d'ossigeno per il 2019, in tempo per potersi presentare alle elezioni europee con qualche zuccherino per i loro elettori, come la "revisione della Fornero" (Quota 100) e il reddito di cittadinanza (Rdc), rinviando il costo della stangata al biennio successivo, che sarà pagato interamente dai lavoratori e dalle masse popolari.
Le dimensioni della capitolazione alla UE
Il rapporto deficit/Pil, che secondo il proclama di Di Maio dal balcone doveva essere del 2,4% per tre anni, scende invece al 2,04%, e solo per quest'anno; e la crescita, che quest'anno avrebbe dovuto essere dell'1,5%, scende invece ad un più misero 1% tendenziale (e già si parla di 0,7-0,8 reali). Il deficit strutturale dovrà inoltre andare verso lo zero già dal prossimo anno, il che significa che nella prossima legge di Bilancio non ci potranno più essere manovre in deficit, neanche dimezzate come l'attuale. Naturalmente Salvini e Di Maio hanno rivenduto la loro resa incondizionata alla Ue con la risibile scusa di aver sparato alto perché "altrimenti ci dava ancora meno".
Sta di fatto che hanno accettato un taglio di 10,2 miliardi da quanto avevano sbandierato inizialmente, di cui 2,7 tolti da Quota 100 e 1,9 dal Rdc. Quota 100 (la possibilità cioè di andare in pensione anticipatamente con 62 anni di età e 38 di contributi) scende infatti da 6,7 a 4 miliardi. E il Rdc dimagrisce da 9 a 7,1 miliardi, e calerà poi di un altro miliardo nel 2020 e di 683 milioni nel 2021. I tagli nel triennio ammonteranno complessivamente a ben 38,4 miliardi. A tale proposito ci sarà una prima "verifica" da parte della Commissione europea - che come ha annunciato non ci staccherà mai gli occhi di dosso - fin da gennaio, dopo i decreti su Quota 100 e Rdc: se la manovra divergerà da quanto pattuito, partirà la procedura di infrazione, ora solo temporaneamente sospesa.
Hanno accettato poi pesantissime "clausole di salvaguardia" su Iva e accise, che scatterebbero in caso di sforamento dei conti a fine anno, e che fanno impallidire quelle di Renzi: 23 miliardi dal 2020 e 29 miliardi nel 2021. Con l'aliquota 10% che passerebbe al 13%, e quella ordinaria al 22% che passerebbe al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021. Mentre le accise aumenterebbero di 400 milioni l'anno.
Hanno accettato, come se non bastasse, il congelamento di due miliardi di spese dei ministeri a titolo "cauzionale", se il deficit dovesse sforare il 2,04%. Di cui 1,18 miliardi al ministero dell'Economia, 159 milioni a quello dello sviluppo economico, 40 a quello del Lavoro, 100 all'istruzione e 301 alle Infrastrutture (mentre, chissà perché, solo 3,5 milioni al ministero degli Interni). Congelati anche 158 milioni alla Difesa, ma fonti M5S di quel ministero si sono affrettate a far sapere che non sarà più bloccato, ma solo “diluito” nel tempo, il programma di acquisto degli F35. Questi due miliardi potranno essere sbloccati solo dopo una seconda "verifica" a luglio, prevedibilmente dopo il nuovo Def e una manovra "correttiva" da farsi a giugno, dopo le elezioni europee. La terza "verifica" ci sarà in autunno, con la nuova legge di Bilancio.
Ma non è ancora tutto. Ecco quali altre misure sono state inserite in corsa per tagliare la spesa come chiesto dalla Commissione Ue e per rafforzare l'impianto demagogico e clientelare della manovra:
Investimenti
Ci sono 4 miliardi in meno, tra fondo amministrazioni centrali, fondo Sviluppo e coesione, cofinanziamenti dei fondi europei e ferrovie dello Stato, che penalizzano soprattutto il Sud. Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio nel 2019, invece di una maggiore spesa di 1,4 miliardi, ipotizzata nella prima bozza di manovra, dopo gli accordi con la Ue ci sarà invece una riduzione degli investimenti per 1 miliardo. Solo nel 2020-21, ammesso che i conti siano in ordine, si potrà avere un aumento degli investimenti per 12 miliardi.
Dismissioni
Chiesti 1,25 miliardi dalla vendita del patrimonio pubblico in tre anni, di cui 950 già quest'anno, secondo un piano da varare già ad aprile. Ma la vera novità, con questo governo, è che gli immobili pubblici venduti a privati, anche nei centri storici, potranno ora essere abbattuti e ricostruiti con diverse destinazioni d'uso, anche attraverso procedure rapidissime di autocertificazione, scavalcando completamente le leggi di tutela comunali. Neanche Berlusconi si era mai spinto a tanto.
Blocco delle assunzioni nella Pa
Il governo ha stanziato 1 miliardo per assunzioni stabili nella Pubblica amministrazione, ma contemporaneamente, per contenere la spesa, ha disposto il blocco del tur-over fino al 15 novembre 2019. Protesta il presidente dell'Inps Ttito Boeri, che aveva chiesto 4.000 nuovi assunti per far fronte al maggior carico di lavoro richiesto dall'applicazione di Quota 100 e Rdc. Inoltre con Quota 100 il governo manderà in pensione decine di migliaia di dipendenti pubblici che non saranno sostituiti, con enormi problemi in particolare nella sanità. Guarda caso sono rimaste invece fuori dal blocco delle assunzioni le "forze dell'ordine".
Pensioni
Quota 100 dovrebbe riguardare circa 315 mila persone, di cui 123 mila nella Pubblica amministrazione. Ma si andrà in pensione non da gennaio, come promesso, ma solo a partire da aprile per i privati e almeno a giugno per gli statali. Diciamo almeno perché questi lavoratori dovranno dare un preavviso di 6 mesi prima di poter presentare la domanda, dopodiché dovranno passare altri 6 mesi dalla maturazione dei requisiti per andare effettivamente in quiescenza. Inoltre è proibito il cumulo con altri redditi oltre 5000 euro, e la pensione sarà più bassa a causa dei mancati contributi per gli ultimi 5 anni di lavoro.
Un altro effetto dell'accordo con la Ue è poi il taglio all'adeguamento inflazionistico delle pensioni superiori a tre volte il minimo: 1.522 euro lordi, circa 1.000-1.200 euro netti al mese, cioè non certo pensioni ricche bensì la maggior parte delle sudate pensioni di lavoratori e impiegati, che saranno alleggerite di ben 2,2 miliardi in tre anni. Il che fra l'altro è molto di più del demagogico prelievo sulle “pensioni d'oro” sopra i 76 e i 100 milioni annui vantato da Di Maio, che frutterebbe appena 240 milioni nel triennio.
Altro che "abolizione della Fornero", come avevano sbandierato i due ducetti, che come e più dei loro predecessori continuano invece ad usare le pensioni come un bancomat
Reddito di cittadinanza
Sono stati stanziati 7,1 miliardi, di cui 1 miliardo per 4000 assunzioni nei Centri per l'impiego. Ma considerando che inglobano anche i 3 miliardi stanziati dal precedente governo per il Reddito di inclusione (Rei), rimarrebbero in realtà poco più di 3 miliardi netti per il Rdc vero e proprio, a fronte dei 17 miliardi necessari, secondo il progetto originario del M5S, per assicurare un reddito di almeno 780 euro a 6 milioni di poveri assoluti (ora ridotti e 5 milioni), per un tempo massimo di 18 mesi durante i quali essere aiutati a trovare un lavoro.
Ci ritorneremo sopra approfonditamente quando ci sarà il decreto, ma da quel che è stato anticipato si perderebbe l'assegno se si rifiutano tre offerte di lavoro, di cui la prima nel raggio di 100 km dalla residenza, la seconda nel raggio di 250 e la terza su tutto il territorio nazionale. Inoltre partirà da aprile e non da gennaio, come era stato promesso da Di Maio, il che gli ha permesso però di contenere parecchio la spesa per andare incontro al diktat europeo. Il ducetto pentastellato ha pensato anche ad un escamotage per dare il Rdc “solo agli italiani”, escludendo gli immigrati ma aggirando possibili sanzioni antidiscriminatorie della Corte europea e della Corte costituzionale: potranno averlo anche gli stranieri con permesso di soggiorno di lunga durata, ma a patto che risiedano in Italia da almeno 10 anni (erano 5 nella prima bozza). Cioè in pratica pochissimi. Ciò tra l'altro escluderebbe anche gli italiani emigrati all'estero che volessero tornare a trovare lavoro in Italia.
Tutto questo alla faccia dell'"abolizione della povertà" di cui si è vantato, visto che le famiglie di immigrati sono la stragrande maggioranza delle famiglie in povertà assoluta, e considerato anche che per come è congegnato, il Rdc è più vantaggioso per i single che per le famiglie numerose, che sono quelle che più soffrono la povertà assoluta.
Oltretutto il Rdc si sta trasformando sempre più in un Jobs Act mascherato, al punto che adesso Confindustria non è più tanto contraria. Infatti le aziende potranno mettersi in concorrenza con i Centri per l'impiego proponendo “patti per la formazione” di 100 ore lavorative non pagate, che in caso di assunzione diventano sgravio contributivo di 780 euro mensili, fino al massimo di 18 mensilità coperte dal Rdc se l'assunzione avviene subito. In ogni caso, anche senza formazione, le aziende che assumono di loro iniziativa avranno 5 mesi di sgravi, oppure la metà del Rdc residuo se l'assunzione avviene tramite agenzia.
Sanità
Un emendamento ha cancellato l'obbligo per le Regioni di utilizzare il fondo speciale di 30,99 milioni di euro per l'assistenza sanitaria ai migranti, che saranno destinati invece alle spese generali. Una bomba sanitaria che si scaricherà sui Comuni, le Regioni, i pronto soccorso e le associazioni assistenziali, perché i migranti che non potranno iscriversi all'anagrafe, a causa del decreto sicurezza, non potranno usufruire dell'assistenza sanitaria normale e allo stesso tempo non potranno più contare nemmeno su quel fondo speciale. Una misura palesemente vessatoria e razzista, al pari del Rdc "solo agli italiani".
Condono
Oltre agli 8 condoni già approvati col decreto fiscale (dalla rottamazione-ter allo stralcio totale delle cartelle sotto i 1.000 euro), con un emendamento della Lega è stato inserito in manovra anche il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2017, con forti sconti (dal 65% fino all'85%) per famiglie in “comprovata situazione di indigenza", cioè fino ad un massimo di 20 mila euro di reddito familiare Isee. Ma quel che più conta è che non ci sono limiti al valore della tassa non pagata, il che favorirà i furbi che dichiareranno redditi Isee falsi senza che il fisco possa confrontare se c'è proporzionalità tra la tassa non pagata e il reddito dichiarato. C'è chi ha fatto notare che questo condono potrebbe tornare comodo anche ai padri di Di Maio e Di Battista, che hanno diversi debiti con il fisco.
Altri tagli, tasse e misure clientelari
Ci sono poi tutta una serie di altre piccole perle che smascherano ulteriormente il "governo del cambiamento" e la "manovra del popolo", come per esempio il taglio di 410 milioni di euro per i prossimi due anni dei fondi Inail per la sicurezza sul lavoro, e questo a fronte di un aumento dei morti sul lavoro, con un record lo scorso agosto di 92 morti contro i 51 del 2017. Di Maio si è poi vantato su Facebook che alle imprese saranno ridotti di 1,5 miliardi nel triennio i contributi assicurativi. Ma non ha detto che di conseguenza si ridurranno anche le rendite e gli indennizzi per malattia e infortuni ai lavoratori.
Aumenteranno anche le tasse locali, perché dopo tre anni il governo ha sbloccato le addizionali Irpef e Imu per compensare (solo parzialmente) il taglio dei trasferimenti agli enti locali delle precedenti finanziarie. E per "facilitare gli investimenti" vengono ridotte le regole per gli appalti: per lavori fino a 150 mila euro sarà possibile l'assegnazione senza gara, e con qualche piccola restrizione in più anche per i lavori tra 150 mila e 350 mila euro. Proteste del presidente dell'Anac, Cantone, che paventa un possibile aumento della corruzione e delle infiltrazioni mafiose.
La Lega ha ottenuto anche il blocco degli effetti della direttiva Bolkestein per i titolari degli stabilimenti balneari, suoi tradizionali "clienti", che potranno continuare per altri 15 anni ad occupare il 60% delle spiagge nazionali pagando solo 103 milioni annui al demanio pubblico.
Clamorosa è stata l'abrogazione delle agevolazioni fiscali agli enti no-profit voluta da Salvini, la cui tassazione Ires raddoppia dal 12 al 24%. Solo dopo molte proteste, e in particolare quelle dei francescani di Assisi, Di Maio si è affrettato a correre ai ripari promettendo che sarà fatto un decreto di correzione a gennaio.
Infine c'è stato come sempre il solito assalto alla diligenza per accontentare l'elettorato dei parlamentari più intraprendenti: 280 milioni a pioggia calcolati dal Sole 24 ore, tra cui 45 milioni per tre anni del Mise (diretto da Di Maio), per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e del blockchain, settori in cui opera guarda caso anche la Casaleggio associati.
"Una legge di Bilancio sbagliata, miope, recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale", è stata giustamente definita dal comunicato unitario del 23 dicembre di Cgil, Cisl e Uil, nel quale annunciano anche "una mobilitazione unitaria che culminerà con una grande manifestazione nazionale a gennaio".
La segretaria Cgil Susanna Camusso si è spinta oltre, arrivando a definirla "una manovra di destra", e quindi coerenza vorrebbe che la grande manifestazione di gennaio si proponesse di indicare ai lavoratori in lotta, oltre al respingimento della sua politica economica, anche l'obiettivo politico di buttare giù al più presto questo governo nero, antioperaio, fascista e razzista.
9 gennaio 2019