Repressione fascista a Roma
74 studenti indagati per aver occupato il Virgilio
Seguendo la linea politica mussoliniana imposta dal ducetto Salvini al Paese e con un occhio particolare al movimento studentesco, da sempre il più combattivo nelle proteste antogovernative e anticapitalistiche, la polizia ha messo sotto inchiesta 74 studentesse e studenti del Liceo classico Virgilio di Roma per l'occupazione della loro scuola avvenuta tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, conclusasi con lo sgombero da parte delle “forze dell'ordine”.
Raggiunti il 10 gennaio da una telefonata a casa che li invitava a presentarsi presso gli uffici del commissariato
Trevi-Campo Marzio gli studenti, 48 minori e 26 maggiorenni schedati dai dirigenti scolastici e segnalati alla polizia, ora rischiano il processo per danneggiamento, occupazione e interruzione di pubblico servizio. I tre reati, se sommati, possono costare di sicuro una multa da qualche migliaio di euro e fino a 6 anni di reclusione se il giudice alla fine di un ipotetico processo dovesse decidere di usare il pugno duro. Addirittura 10 anni rischiano i promotori della protesta.
Il caso si trova ora nelle mani degli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal sostituto Tiziana Cugini che sentiranno gli studenti e decideranno se procedere con le accuse e portare i ragazzi a processo o archiviare il caso.
Gli studenti e i loro genitori (che nel caso dei minorenni sono direttamente coinvolti) non nascondono che a causa del clima politico e delle minacce del governo di stroncare ogni forma di protesta, rilanciata anche da giornali e televisioni, un simile epilogo, non era una eventualità così remota. E intanto preparano la contromossa collettiva in vista degli interrogatori degli inquirenti.
Una cosa è certa: Salvini e il suo governo nero dopo le minacce fanno seguire i fatti, dimostrando in concreto che i loro progetti di fascistizzazione e repressione non sono solo slogan propagandistici per la loro base fascista sbraitante e per confortare la classe dominante borghese che invoca il cosiddetto “ordine sociale”.
La risposta dev'essere immediata e senza mezzi termini. Solidarietà a questi studenti, eroi delle masse popolari che hanno osato sfidare il governo fascista Salvini-Di Maio e, qualora le imputazioni a loro carico dovessero concretizzarsi, una mobilitazione di tutte le forze sociali, politiche e sindacali per la completa archiviazione delle accuse rivolte agli studenti, per far capire al governo che le masse operaie, studentesche, popolari e antifasciste non staranno a guardare senza reagire mentre vengono spenti gli ultimi barlumi della democrazia borghese dai ducetti Salvini-Di Maio.
16 gennaio 2019