Prima li considerava strumenti di morte
Per il M5S gli F35 sono irrinunciabili
Durante un convegno svoltosi il 18 dicembre a Montecitorio alla presenza della ministra della Difesa Elisabetta Trenta, del presidente della Camera Roberto Fico e di tutti gli altri capibastone a Cinquestelle che fanno parte delle varie Commissioni parlamentari, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, molto legato al ducetto Luigi Di Maio, ha annunciato l'ennesimo tradimento dei pentastellati nei confronti del proprio elettorato svelando che il costosissimo programma di riarmo imperialista e guerrafondaio dell'Italia lanciato dal governo Prodi nel 1998, perfezionato dal governo Berlusconi nel 2002 e reso operativo ancora da Prodi nel 2007, inerente l'acquisto dei famigerati caccia F35 andrà avanti.
"Colgo l'occasione per spiegare che da tanti anni noi abbiamo parlato di questi F-35 spesso in maniera distorta, spesso bisogna realmente conoscere e valutare le informazioni – ha esordito Tofalo - Il programma F-35 che ormai è avanti, c'è da oltre venti anni, a differenza di quanto spesso qualcuno ha detto è un aereo che ha un'ottima tecnologia, forse la migliore al mondo in questo momento – ha proseguito Tofalo - Ed è normale che dobbiamo fare un po' di calcoli, sia per quanto riguarda la tasca, ossia dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda la tecnologia. Ma resta ovvio che non possiamo rinunciare a una grande capacità aerea per la nostra Aeronautica che ancora oggi ci mette avanti rispetto a tanti altri Paesi".
Esattamente ciò che dicevano Renzi e l'ex ministra Roberta Pinotti, all'epoca attaccati duramente dal M5S, proprio perché sostenevano che: “non ci sono alternative tecnologiche a questo caccia, resta da vedere quante sono le risorse che si possono investire. Insomma, si può discutere dei numeri ma non della necessità dell'F-35”.
Non solo. Anche la tanto sbandierata “trasparenza” dei 5 Stelle è di colpo scomparsa al punto che ad oggi non si sa quanti aerei siano stati effettivamente ordinati: chi dice 16, chi 26. Non si sa nemmeno quanti ne siano stati consegnati. L’unico numero certo è quello degli aerei che l’Italia dovrebbe ricevere: 60 F-35A a decollo convenzionale e 30 F-35B a decollo corto e atterraggio verticale. Metà di questi ultimi destinati all’Aeronautica, l’altra metà alla Marina.
E pensare che i Cinquestelle si vantavano di partecipare da protagonisti alla battaglia politica svoltasi soprattutto nelle piazze per chiedere ai vari governi che si sono succeduti di annullare l'acquisto dei caccia ritenuti da tutto il Movimento “strumenti di morte... pieno di difetti, estremamente costoso... da non comperare assolutamente, tanto che – promettevano ancora i Cinquestelle - appena arriveremo al governo annulleremo tutti i contratti in essere”.
Di Maio ad esempio il 24 giugno 2013 scriveva su Facebook: "Il Movimento chiederà la sospensione del progetto che ci costerà almeno 10 miliardi di euro...Prendiamo i 10 miliardi di euro e diamoli direttamente ai cittadini con un vero reddito di cittadinanza senza passare per questa costosissima farsa".
Il demagogo pentastellato Alessandro Di Battista, parlando alla Camera il 26 giugno 2013, sosteneva addirittura che: "gli F35 sono uno strumento di morte, molti deputati PD lo hanno dichiarato in campagna elettorale e su questo hanno preso i voti e adesso votano una mozione ridicola... La sintesi che è stata trovata all’interno della maggioranza di governo a guida PD per procedere con gli acquisti degli F-35 è una supercazzola”. Mentre Roberto Fico, attuale presidente della Camera, affermava, sempre nel giugno 2013, che: "sono dei caccia bombardieri e quindi sono anticostituzionali in un momento in cui questo Paese sta soffrendo così tanto, dove imprese stanno chiudendo, dove i cittadini non riescono ad arrivare a fine mese è completamente illogico è senza senso mettere in preventivo miliardi per acquistarli".
Che imbroglioni!
Sfacciati, incoerenti e senza un pizzico di vergogna!
La lotta contro la cancellazione degli F-35 fu prima soffocata in parlamento dal governo Monti che ridusse il numero di acquisti dagli iniziali 131 esemplari a 90 aerei e ora è stata definitivamente tradita dai Cinquestelle che dai banchi del governo ritengono gli F-35 non più strumenti di morte ma strumenti indispensabili per le mire espansioniste e imperialiste dell'Italia.
Il primo memorandum del programma F-35 fu firmato dal ministro (ex DC) della Difesa Beniamo Andreatta del governo Prodi nel 1998 con un investimento limitato a 10 milioni di dollari.
La decisione di entrare nel programma di sviluppo con la spesa iniziale di un miliardo di dollari è stata presa dal governo Berlusconi nel 2002. Gli accordi operativi per la produzione e la costruzione della fabbrica italiana di assemblaggio sono opera del governo Prodi nel febbraio 2007 e nell'aprile 2008.
Il progetto è in mano alla Lockheed Martin, il colosso statunitense degli armamenti. I paesi che hanno aderito al programma chiamato inizialmente Joint Strike Fighter hanno ottenuto una partecipazione allo sviluppo proporzionale all'investimento. La Gran Bretagna è partner di primo livello, con circa 2,5 miliardi di dollari, con un ruolo chiave dell'industria Bae. L'Italia è partner di secondo livello, con una spesa prevista di circa un miliardo di dollari, assieme all'Olanda, circa 800 milioni. Nel terzo livello sono inclusi Canada, Australia, Norvegia e Danimarca.
Se il programma F-35 dovesse essere portato a termine l’Aeronautica italiana si troverebbe ad avere un numero di aerei come mai era successo in anni passati: 96 Eurofighter e 90 F-35. Oltre il triplo dei 60 cacciabombardieri (30 Tornado e altrettanti AMX) attualmente in dotazione a Marina e Aeronautica.
L’impossibilità di sapere esattamente quanti aerei siano stati effettivamente ordinati (i contratti sono sottratti all’opinione pubblica) dipende dal meccanismo di acquisto: si comprano prima i cosiddetti long-lead item (le parti che devono essere realizzate con molto anticipo sull’aereo vero e proprio) e solo successivamente attraverso il governo statunitense si ordina l’aereo in lotti. Finora ufficialmente i lotti sono 12 o 13 ma sono già in corso le attività precontrattuali per altri. Ogni lotto comprende aerei per clienti diversi. Tre mesi fa la ministra Trenta ha detto che il suo governo non aveva fatto nessun nuovo ordine mentre Gentiloni, prima di andare a casa, ne avrebbe ordinato otto in un solo colpo. Ma non ci sono conferme: per provarlo la ministra, anziché fornire i riferimenti contrattuali di cui è in possesso, ha citato un comunicato stampa della US Navy che riferiva di alcuni contratti riguardanti anche aerei italiani, ma per importi di pochi milioni di dollari quando un solo F-35 costa “nudo” attorno ai 100 milioni.
Quello che invece è molto chiaro a tutti è che il movimento Cinquestelle che per bocca di Beppe Grillo addirittura sognava il modello Costarica, ossia un paese senza forze armate, appena arrivato al governo si è trasformato in un baluardo dell'imperialismo e del capitalismo italiano come testimoniano tra l'altro i recenti via libera al Muos, alla Tap, all'Ilva di Taranto e alle trivellazioni inadriatico.
16 gennaio 2019