Impotenza di De Magistris a combattere la camorra
Napoli, bomba intimidatoria nella Sorbillo pizzeria
Il sindaco e Salvini contano sulla militarizzazione della città ma i problemi sono la disoccupazione, la povertà e l'abbandono delle periferie
Redazione di Napoli
Mercoledì 16 gennaio nella notte un ordigno è stato fatto esplodere nella storica pizzeria “Sorbillo” di Napoli, davanti all'ingresso del locale in via Tribunali, nel cuore del centro antico.
Si tratta della sede principale del marchio famoso in tutto il mondo, già incendiata 5 anni fa: due porte blindate, poste al di là dell'ingresso, hanno attutito il colpo ed evitato che il guardiano notturno – che si trovava all’interno del locale - rimanesse ferito. I danni ammontano ad alcune migliaia di euro.
Il titolare, Gino Sorbillo, avanza come ipotesi più probabile quella del racket: “Non ho avuto richieste, hanno colpito un simbolo di legalità e rinascita: una bomba contro di me per avvertire tutti credo sia in corso una guerra per nuovi equilibri tra clan, sembra una dimostrazione di forza”. Sorbillo, cui esprimiamo solidarietà, ha promesso di non piegarsi e infatti dopo pochi giorni ha riaperto i locali.
In precedenza era stato colpito il giovane Mario Granieri che a maggio aveva aperto a Forcella, in via Carminiello ai Mannesi, una piccola pizzeria, “Terra Mia” subendo il 4 gennaio spari intimidatori al portone del locale e il 5 minacce gravi affinché si astenesse dal denunciare. Una vera e propria minaccia di morte, con tanto di proiettile, aveva raggiunto qualche mese prima Franco Rendano, noto medico napoletano e gestore del Lanificio 25, storico locale del centro di Napoli. Lo ha rivelato ora lo stesso Rendano – per evitare in precedenza di pregiudicare le indagini della Procura di Napoli.
A concludere l'agghiacciante ripresa di questo tipo di attentati di chiara matrice camorristica, ben otto bombe che hanno distrutto, minacciato, intimidito i commercianti di Afragola, comune alle porte della città metropolitana.
Pronta la risposta della CGIL e delle associazioni anticamorra che hanno organizzato per sabato 19 una manifestazione contro questo nuovo clima di terrore tra Napoli e provincia, proprio ad Afragola. “Una violenza assurda e inaccettabile: ad Afragola sono esplose otto bombe in venti giorni, e la violenza stanotte ha colpito anche il centro di Napoli e la pizzeria di Gino Sorbillo. Dobbiamo riprenderci le nostre strade, diciamo basta". È l'urlo di solidarietà lanciato da Gianluca Torelli della Cgil, responsabile di un bene confiscato ad Afragola: “invitiamo tutte e tutti, cittadini, studenti, associazioni, movimenti, comitati, parrocchie, a costruire con noi questa mobilitazione e rialzare tutti insieme la testa, per dire che le strade della città appartengono alle persone per bene, a chi lavora, a chi vive onestamente, a chi rivendica il diritto di vivere e lavorare in questa terra senza avere paura”.
In migliaia si sono mobilitati sotto la pioggia sabato19 mattina ad Afragola, sfidando freddo e vento, con un bellissimo striscione di apertura che ricordava le priorità del territorio “Lavoro, diritti, casa e cultura” della Casa del Popolo della cittadina alle porte di Napoli, cui sono seguiti gli spezzoni di Cgil, Uil, Anpi e diverse associazioni anticamorra, giovani delle scuole medie e superiori e dei centri sociali di Napoli e provincia. Il corteo, iniziato nei pressi della stazione di Gianturco a Napoli si è concluso dinanzi al municipio di Afragola con diversi interventi tutti tesi a stigmatizzare il ritorno del terrore camorristico.
Proprio di questo si tratta: della ripresa dei vecchi e nuovi clan, che dopo alcune scarcerazioni eccellenti che riguardano le zone calde dei Quartieri Spagnoli, Forcella e Montesanto, hanno smesso di ultimare gli accordi rompendo la pax mafiosa a colpi di bombe e, se non si porrà un freno, anche di omicidi. Una vera e propria polveriera sottovalutata non solo dall’attuale governo dei ducetti Di Maio e Salvini, ma soprattutto dal neopodestà De Magistris, incapace in due mandati di ridurre seriamente la presenza della camorra in città. La risposta del ministro dell’Interno, Salvini, non si è fatta attendere ed è sempre sulla falsa riga dei governi precedenti: “Sono in contatto con la Prefettura e Questura: in questa manovra ci sono 400 milioni per assunzioni delle forze dell'ordine sono contento di aver fatto in sei mesi ciò che gli altri non hanno fatto in anni. Per Napoli ci sono soldi per assumere cento poliziotti in più”. All’unisono e d’accordo con la militarizzazione del territorio è De Magistris che rilancia: “siamo ancora in attesa delle forze dell'ordine che per ben due volte in visita a Napoli il ministro dell'Interno aveva promesso e che io personalmente non ho visto se non nelle occasioni in cui autorevoli esponenti di governo fanno visita”.
Riteniamo che a Napoli serve, invece, e subito, lavoro, risanamento dei quartieri popolari e delle periferie urbane ed extraurbane, lotta alla povertà, tutti punti che sicuramente l’ultima manovra tanto decantata da Salvini né il fantomatico “reddito di cittadinanza” possono assolutamente risolvere.
23 gennaio 2019