Indagine promossa dal procuratore di Catanzaro
15 magistrati calabresi indagati
I reati ipotizzati vanno dal favoreggiamento mafioso alla corruzione semplice o in atti giudiziari
Secondo ''Il Fatto Quotidiano''
sarebbero almeno 15 i magistrati calabresi indagati per vari reati dalla Procura di Salerno dislocati nelle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone.
I reati ipotizzati vanno dal favoreggiamento mafioso alla corruzione e fino alla corruzione in atti giudiziari, coinvolti sia magistrati requirenti che giudicanti.
Fra questi Mario Spagnuolo, Procuratore di Cosenza, da anni al centro di mille sospetti e indiscrezioni giornalistiche, accusato di corruzione perché avrebbe aiutato l'imputato Giuseppe Tursi Prato (ex consigliere regionale PSDI ed ex presidente dell'Asl di Cosenza) per ricambiare il favore del trasferimento del fratello medico dello stesso Spagnuolo, Ippolito, dal reparto di psichiatria dell'Asl a dirigente “facente funzioni” (poiché sprovvisto dei titoli per diventare effettivo) dell'Ufficio vaccinazioni, avvenuto in precedenza.
Tursi Prato negli anni è stato legato anche alla 'ndrangheta del reggino, tramite l'avvocato fascista e golpista Paolo “il boss” Romeo, ex deputato del PSDI, legato da sempre alla 'ndrina De Stefano-Tegano di Archi e all'eversione nera, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nota la sua vicinanza con i fratelli Gentile di Cosenza, Pino e Tonino ''u Cinghiale'' dei quali è stato l'intestatario dei terreni sui quali i due fratelli socialisti transitati a destra e a ''sinistra'' (Tonino è stato sottosegretario con Renzi e Gentiloni) costruiranno le loro ville grazie all'editore e costruttore corrotto Piero Citrigno.
Indagato anche il procuratore aggiunto di Catanzaro e collaboratore di Nicola Gratteri Vincenzo Luberto, per rivelazione di segreto d'ufficio e abuso d'ufficio.
Avrebbe rivelato particolari secretati di alcune inchieste all'allora vicepresidente della giunta regionale, il boss del PD Nicola Adamo, vecchio rottame corrotto e mafioso della ''sinistra'' borghese calabrese, marito del deputato del PD Enza Bruno Bossio, membro della commissione parlamentare antimafia (sic!) presieduta dall'oscuro senatore cosentino M5S Nicola Morra che ha come vice l'ex sottosegretario di Berlusconi alla giustizia e attuale vicesindaco di Cosenza con Mario Occhiuto, Jole Santelli di FI.
Tanto per non farsi mancare niente della commissione fa di nuovo parte anche il senatore “don” Ernesto Magorno, renzianissimo ex segretario regionale del PD calabrese (oggi commissariato), esponente della 'ndrina di Franco Muto di Cetraro, la stessa 'ndrina che attraverso l'imprenditore Barbieri, gestiva l'impianto sciistico di Lorica e il rifacimento di Piazza Bilotti a Cosenza grazie al governatore regionale del PD Mario ''palla-palla'' Oliverio, indagato e confinato dalla DDA di Gratteri a San Giovanni in Fiore e allo stesso sindaco Occhiuto, non indagato per la vicenda e proiettato verso la presidenza della regione.
Inquisito anche il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, per abuso d'ufficio. Secondo il maresciallo della forestale Carmine Greco, arrestato per mafia il 7 luglio scorso, Facciolla lo avrebbe indotto a manipolare i dati riguardante un'indagine.
Greco è stato legato per anni a Giuseppe Graziano, detto ''il generale'' ex forestale ed ex consigliere regionale trasformista, leader della formazione ''Il coraggio di cambiare l'Italia'', fra i principali artefici dello sciagurato accorpamento dei comuni di Corigliano Calabro e Rossano (oggi comune unico di oltre 80mila abitanti, più del capoluogo Cosenza) che ha ristretto gli spazi di democrazia borghese e rende più difficile il controllo degli eletti da parte delle masse.
Al momento non risultano richieste di rinvio a giudizio, anche in seguito alla vicenda si inaspriscono i rapporti tra Otello Lupacchini, Procuratore generale di Catanzaro e lo stesso Gratteri, già esplosi la scorsa estate fin dentro il Csm.
Anche questa vicenda dimostra che le mafie sono un prodotto della società capitalista, la loro testa si trova dentro la classe dominante borghese e dentro lo stato borghese ed il regime neofascista, oggi gestito del nero governo fascista e razzista Salvini-Di Maio.
Per l'ennesima volta infatti in Calabria non si capisce dove inizia lo Stato borghese e finisce la 'ndrangheta (e viceversa) e dove inizia la destra e finisce la ''sinistra'' borghese (e viceversa).
23 gennaio 2019